L’insediamento del nuovo governo guidato dal Premier Enrico Letta non è al momento un indice di cambiamento per l’agenzia Standard & Poor’s, la quale ha confermato il rating dell’Italia con il punteggio BBB+.
Si tratta tuttavia di una situazione momentanea. Non è detto che in futuro questo valore cambi, in meglio oppure in peggio. L’agenzia, per il momento, ha ribadito che sono diversi i rischi che si corrono: tra questi c’è il fatto che è sbagliato dare per assodato che l’economia del nostro Paese faccia registrare un’inversione di tendenza nella seconda parte del 2013.
Al momento, dunque, S&P conferma il rating a BBB+, rilasciando un comunicato in cui si legge che “La formazione del nuovo governo guidato dal premier Enrico Letta non ha immediate implicazioni per il rating dell’Italia”.
Rimane da comprendere se e quando le riforme prodotte dalla nuova coalizione garantiranno una crescita. Attualmente, dalle parole di Enrico Letta si evince l’intenzione di rallentare ma non di cambiare la velocità di risanamento del debito.
Standard & Poor’s ha inoltre dichiarato: “Sappiamo che la legge elettorale potrebbe essere riformata e questo, a nostro avviso, rafforzerebbe la capacità di azione dei futuri governi”.
L’agenzia di rating ha poi comunicato che sussiste un grosso limite per quanto concerne la flessibilità fiscale del nostro Paese, giacché debito è a circa il 125% del Pil stando ai dati di fine 2012. Volendo fare un confronto, parliamo del 22% in più rispetto alla fine del 2007.
Secondo l’agenzia “Un’inversione rispetto alle recenti misure di entrate non sarebbe compatibile con le nostre attese di un picco del debito alla fine di quest’anno. Riteniamo che ci sia un significativo rischio che l’economia italiana possa non riprendersi nella seconda metà del 2013”.