Uno dei maggiori problemi dell’economia del paese, e, soprattutto, della sua ripresa, è la mancanza di liquidità.
Una mancanza che non permette alle aziende esistenti di fare nuovi investimenti e che non dà la possibilità di fare impresa. Ma i tempi stanno cambiando e in Italia, all’avanguardia rispetto agli altri paesi, è stato istituzionalizzato il crowfunding, ossia il reperimento di capitale attraverso portali Internet.
► Il crowfunding cerca una disciplina
Grazie al crowfunding, tantissime imprese nascenti potranno reperire il capitale di rischio necessario alla loro nascita o, in caso di imprese già esistenti, avere il capitale necessario per gli investimenti o per l’acquisto di nuovi macchinari necessari al rilancio dell’impresa.
A regolamentare il crowfundig ci ha pensato la Consob che ha provveduto a stilare una normativa specifica che completa l’operazione iniziata dal Governo Monti con il decreto crescita bis.
La Consob ha pensato, prima di tutto, alle regole di condotta per chi gestirà i portali per il crowfunding, che dovranno soddisfare precisi requisiti di onorabilità, che consistono nell’assenza di condanne penali, e requisiti di professionalità ed esperienza.
Le offerte per il crowfunding dovranno essere accessibili per tutti allo stesso modo e i gestori hanno il dovere di fornire ai possibili investitori tutte le informazioni necessarie, in modo chiaro, trasparente ed aggiornato, per renderli consapevoli dei rischi e dei benefici dell’investimento.
Tutti i gestori sono obbligati a dare la possibilità di recesso dell’investimento entro 7 giorni.