Gli ordini scendono negli Stati Uniti, effetto dell’inverno o di una debolezza dell’economia?

 Le industrie americane hanno ricevuto meno ordini per le macchine, gli attrezzi e i computer nel mese di febbraio, segnalando che gli investimenti delle imprese stanno rallentando dopo l’insolito inverno che ha abbassato le vendite.
I dati del Dipartimento del Commercio hanno mostrato come gli ordini per i beni strumentali sono scesi dell’1,3% a febbraio, dopo un aumento dello 0,8% a gennaio che era stato più basso di quanto previsto.

Le temperature fredde e la neve in gran parte del Paese hanno offuscato le prospettive per l’economia degli Stati Uniti, trattenendo il rialzo della spesa dei consumatori. Gli studi si concentrano sul determinare quanto il rallentamento delle vendite è legato alle condizioni atmosferiche.

 

Poche variazioni nei prezzi al consumo negli Stati Uniti

 

In Borsa si segnalano rialzi per il secondo giorno consecutivo e i dati hanno mostrato che l’economia è in espansione, anche se non ad un livello che spingerà la Federal reserve (Fed) ad accelerare l’aumento dei tassi. Lo Standard & Poor 500 Index è salito dello 0,3% a 1.870,86.

La domanda di beni durevoli è salita più del previsto del 2,2% con la più grande domanda di automobili in un anno. Escludendo i mezzi di trasporto, dove la domanda è spesso volatile mese per mese, gli ordini sono aumentati dello 0,2 per cento dopo un guadagno dello 0,9 per cento in gennaio.

Non è chiaro se il tempo ha mascherato la debolezza di fondo dell’economia. La crescita dell’occupazione non è come quella che si sperava e in alcune aree la crescita del reddito e delle vendite non sono esattamente quello che si prevedeva.

Le aziende frenano gli investimenti fino a che non vedranno un miglioramento della domanda. Il rivenditore di abbigliamento con sede in California Foothill Ranch la scorsa settimana ha riportato un fatturato per il trimestre conclusosi il mese di gennaio che è stato inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I piani di spesa in conto capitale per l’anno fiscale 2014 sono più conservatori e riflettono la decisione di adottare un approccio più prudente degli investimenti fino a quando il business riacquisterà forza.

Negli Stati Uniti meno sussidi di disoccupazione di quanto previsto

 Il numero di americani che hanno presentato istanza di sussidio di disoccupazione aleggiava vicino a minimi da tre mesi la scorsa settimana, mentre l’attività industriale nella regione Atlantic è rimbalzato questo mese, suggerendo che l’economia sta riguadagnando forza dopo avere zoppicato a causa del maltempo.

Gran parte della debolezza sembra quindi superata dalle prospettiva molto più brillanti per l’economia degli Stati Uniti.

 

In aumento le offerte di lavoro negli Stati Uniti

 

La scorsa settimana, il Dipartimento del Lavoro ha affermato che i sussidi di disoccupazione sono aumentati di una quota più bassa di quanto gli economisti avevano previsto.

Come ha adetto il presidente della Federal reserve (Fed) Janet Yellen, probabilmente l’attività economica degli Stati Uniti ha risentito dell’inverno insolitamente freddo e nevoso. Ora che queste emergenza è stata superata si vedono i dati di crescita e di miglioramento. Le azioni di Wall Street sono state caratterizzate dalla spinta al rialzo, il debito pubblico degli Stati Uniti è sceso e il dollaro è salito contro un paniere di valute.

La tendenza di fondo dell’attività manifatturiera non è cambiata in modo significativo e ci si aspetta una ripresa della crescita nel 2014.

Anche se le vendite di immobili sono scese nel mese di febbraio, c’è ottimismo con riferimento alle migliori condizioni climatiche. La National Association of Realtors ha detto che le vendite di case esistenti sono scese dello 0,4% a un tasso annuale di 4.60 milioni di unità. Questo è il livello più basso dal luglio 2012. Le vendite sono state influenzate dall’aumento dei prezzi e dei tassi di interesse, ma con il miglioramento delle condizioni meteo e il calo dei tassi di interesse nel mese di gennaio ci si aspetta di vedere più acquirenti e venditori nei prossimi mesi.

Poche variazioni nei prezzi al consumo negli Stati Uniti

 Il costo della vita negli Stati Uniti è cambiato di poco nel mese di febbraio, mostrando come l’inflazione stia facendo scarsi progressi rispetto agli obiettivi della Federal Reserve (Fed) che si riunisce questa settimana.

L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1%, corrispondente al progresso in gennaio. Escludendo cibo e combustibile, la misura è salita ugualmente dello 0,1% da gennaio, in aumento dell’1,6 per cento negli ultimi 12 mesi.

 

Negli Stati Uniti scende a sorpresa la fiducia dei consumatori

 

Le aziende stanno mantenendo bassi i prezzi per cercare di aumentare le vendite visto l’insolito duro inverno che ha fatto registrare meno clienti disponibili ad avventurarsi fuori casa per andare nei negozi. Le pressioni sui prezzi limitati stanno portando la Fed a mantenere i tassi di interesse bassi, anche se c’è stata una riduzione della disoccupazione.

Le imprese sono riluttanti ad aumentare i prezzi, dato che la domanda non è ancora a un livello considerato ottimale. La Fed ha messo in chiaro che si è preoccupati per l’inflazione troppo bassa, che è un elemento da tenere sott’occhio come quella troppo alta. Le stime per l’indice dei prezzi al consumo variano da un calo dello 0,1% a un aumento dello 0,4%.

Un altro rapporto ha mostrato che il mercato immobiliare è cambiato poco a febbraio dopo il calo minore a quanto stimato del mese precedente. Questo indica che il settore immobiliare si sta stabilizzando dopo che le intemperie hanno frenato le costruzioni.

Dopo questi rapporti i futures sugli indici di Borsa hanno tenuto i guadagni precedenti. Lo Standard & Poor 500 è in crescita.

Il rapporto del Dipartimento del Lavoro ha mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,1% nel confronto di 12 mesi fino al mese di febbraio, il più basso guadagno nel confronto annuo a partire  dal mese di ottobre.

L’aumento dello 0,4% dei prezzi alimentari, il più alto dal settembre 2011, ha visto il costo della carne aumentare al livello più alto dal mese di aprile 2010.

I costi energetici sono scesi dello 0,5% rispetto al mese precedente, con un calo dei prezzi della benzina. In aumento dello 0,2% gli affitti e le cure mediche che sono stati in gran parte compensati dal calo dei prezzi dell’abbigliamento, dell’arredamento e delle auto usate. I guadagni orari rettificati per l’inflazione sono saliti dello 0,3% nel mese di febbraio, il più grande guadagno dal mese di aprile.

La Fed ha sollevato preoccupazioni circa l’inflazione troppo bassa, sostenendo che i prezzi costantemente inferiori al loro obiettivo dovrebbero essere considerati dannosi come quelli che sono costantemente al di sopra.

Possibili sanzioni per le banche russe

 Le possibili sanzioni occidentali alla Russia preoccupa gli oligarchi del Paese. I banchieri e gli industriali russi stanno cercando di tutelare i propri interessi, e lo hanno fatto in passato mantenendo buoni rapporti con il Cremlino del presidente Vladimir Putin. Questi cosiddetti oligarchi sono ora sempre più nervosi perché sanno che la situazione in Crimea può costargli cara.

Finora, l’unica azione degli Stati Uniti è stata un ordine esecutivo firmato dal Presidente Barack Obama che impone un divieto di visto nei confronti di determinate personalità russe e ucraine. La minaccia è di congelare le attività che queste persone o le loro aziende possiedono negli Stati Uniti. L’Unione europea si sta muovendo su una pista simile e oggi si sta decidendo sulle sanzioni.

 

I giochi economici e politici tra Ucraina e Russia

 

Il sostegno degli Stati Uniti sta portando l’Unione europea a stabilire sanzioni più ampie in grado di intaccare il sistema finanziario russo e il settore dell’energia che spinge le sue entrate. I grandi pilastri dell’economia di Stato che dominano la Russia potrebbero essere a rischio.

Le misure dovrebbero riguardare sanzioni di tipo commerciale come quelle rivolte a Iran o Corea del Nord. Azioni che, se messe in atto contro la Russia, potrebbero intaccare Germania, Italia e altre nazioni che hanno scambi commerciali con Mosca.

Il commercio di petrolio ed energia degli Stati Uniti con la Russia è limitato, ma non è così per i Paesi europei.

Le sanzioni potrebbero essere contro le banche russe. Queste hanno un carattere oligarchico. Le sei più grandi banche del Paese vedono una quota di maggioranza in mano allo Stato russo attraverso la Banca centrale. Il Cremlino ha quindi un’influenza notevole su ognuna di esse.

Le opzioni di Obama sulla crisi in Crimea e i risvolti economici

 Negli ultimi giorni, gli eventi in Crimea stanno sconvolgendo gli equilibri geopolitici. Mosca ha inviato circa 6.000 soldati nella penisola e ora ha il completo controllo operativo della zona. Ieri la Crimea ha votato al referendum per l’annessione alla Russia e la comunità internazionale ha affermato di non considerare legittimo il voto.

L’Ucraina sta mobilitando le sue truppe e Washington sta pensando a sanzioni contro la Russia. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha definito le azioni della Russia “Una violazione del diritto internazionale”, mentre il segretario di Stato John Kerry ha parlato di “Atto sfacciato di aggressione”.

 

I rischi economici della crisi in Crimea per i Paesi dell’est e centro Europa

 

Il ministero degli Esteri russo, da parte sua, ha condannato “Le minacce inaccettabili” di Kerry e ha insistito che ha l’obbligo di intervenire in Ucraina a seguito di una presa del potere da parte di “estremisti radicali”.

L’amministrazione Obama è sotto pressione da parte degli alleati e degli avversari allo stesso modo. Il presidente ha suggerito ci saranno una serie di passaggi e conomici e diplomatici per isolare la Russia e che questo avrà un impatto negativo sulla sua economia e sul suo status nel mondo.

Vediamo quali sono opzioni in mano al Presidente degli Stati Uniti.

Non fare nulla. C’è poco che Washington può fare per fermare Mosca dal prendere la Crimea. Piuttosto che esporre l’impotenza dell’occidente di fronte all’ambizione russa può essere utile non fare alcunché. Questa scelta potrebbe essere saggia, ma anche una vera e propria ammissione di debolezza.

Istituire il divieto di viaggio per i leader russi. Questa è un’opzione che in Europa si sta discutendo e che potrebbe essere una sanzione efficace. Putin è determinato a tenere in Ucraina, ma ci sono imprenditori scontenti per i loro rapporti con l’Europa.

Russia fuori dal G8. Si potrebbe tornare al G7, ma potrebbe essere scomodo per l’Europa. L’integrazione di Mosca nell’economia europea ha reso molti Paesi, in particolare la Germania, dipendenti dalla Russia per le forniture energetiche. L’espulsione della Russia dal G8 sarebbe negativa per Mosca e potrebbe comportare disagi in alcuni dei colossi economici europei. Il cancelliere tedesco Angela Merkel sta spingendo per una mediazione piuttosto che per misure punitive immediate.

Sanzioni. Imporre sanzioni commerciali o il congelamento dei beni degli imprenditori collegati al Cremlino potrebbe essere una sanzione da praticare. Il Regno Unito ha però affermato che non ridurrà gli scambi con la Russia. Anche la Germania è anche abbastanza diffidenti rispetto alle sanzioni.

Aiutare l’Ucraina. L’Unione europea e Washington potrebbero tentare di prestare  abbastanza soldi alla fragile economia dell’Ucraina. Questo potrebbe funzionare alla fine, ma non sarebbe conveniente. Dato lo stato dell’economia mondiale a corto di liquidi, questo non è probabile che sia un movimento popolare a Washington, Londra e Parigi.

Compromesso. Una sorta di compromesso potrebbe ancora essere raggiunto, in cui Washington e i suoi alleati riconoscono l’annessione de facto della Crimea alla Russia. In cambio, la Russia potrebbe fare marcia indietro dall’invasione dell’Ucraina orientale.

Negli Stati Uniti scende a sorpresa la fiducia dei consumatori

 La fiducia dei consumatori negli Stati Uniti è scesa inaspettatamente a marzo indicando ch  la spesa delle famiglie ha avuto una battuta d’arresto anche per i problemi meteorologici all’inizio di quest’anno.

L’indice preliminare della Thomson Reuters – Università del Michigan ha messo in mostra come la fiducia è scesa a 79,9 questo mese da 81,6 di febbraio.

 

Negli Stati Uniti vendite al dettaglio in aumento

 

I consumatori intervistati sono più pessimisti circa le prospettive economiche, indicando che la crescita dei salari è necessaria per spingere i consumi. Il mercato del lavoro dovrebbe continuare a migliorare, anche se ad un ritmo moderato, ed è quindi fondamentale l’aumento dei salari, che sarà il vero fattore per guidare i consumi e il sentimento degli americani sull’economia.

Un altro rapporto ha mostrato che l’inflazione a livello di ingrosso è diminuita il mese scorso. L’indice è diminuito in modo imprevisto dello 0,1 per cento nel mese di febbraio, dopo un progresso dello 0,2 per cento con il costo dei servizi che è sceso.

L’indice sul sentiment per le aspettative a sei mesi è sceso a 69,4, il più basso dal mese di novembre, da 72,7 del mese scorso.

I dati recenti indicano che il mercato del lavoro sta iniziando a stabilizzarsi. Le cifre del Dipartimento del Lavoro hanno mostrato richieste di sussidi di disoccupazione inaspettatamente diminuite la scorsa settimana al il livello più basso dalla fine di novembre. Il tasso di disoccupazione, invece, è salito al 6,7 per cento dal 6,6 per cento.

La retribuzione dei lavoratori sta mostrando segni di ripresa. le retribuzione orarie per tutti i lavoratori sono salite dello 0,4 per cento, in media a 24,31 dollari il mese scorso, segnando il più grande guadagno da giugno. La retribuzione media settimanale è aumentata a 831,40 dollari da 830,75 dollari.

Negli Stati Uniti prezzi all’ingrosso scesi a sorpresa e inflazione bassa

 I prezzi all’ingrosso negli Stati Uniti sono scesi inaspettatamente nel mese di febbraio, frenati dalla diminuzione del costo dei servizi.

La diminuzione dello 0,1% dell’indice dei prezzi alla produzione segue l’aumento dello 0,2% del mese precedente come si legge in un rapporto del Dipartimento del Lavoro. Una diminuzione non prevista. Negli ultimi 12 mesi, i prezzi all’ingrosso sono aumentati dello 0,9%.

 

Negli Stati Uniti vendite al dettaglio in aumento

 

I rivenditori di abbigliamento, le compagnie aeree e il settore immobiliare residenziale hanno applicato sconti per attirare i clienti in questo duro inverno che ha frenato la domanda. L’inflazione debole fornisce ai responsabili della Federal Reserve che si riuniranno la prossima settimana degli elementi per mantenere bassi i costi di finanziamento.

La debolezza in termini di inflazione negli Stati Uniti potrebbe essere correlata al periodo. Ci potrebbe essere qualche colpo a breve termine, ma in generale il quadro è abbastanza stabile e va verso un graduale avvicinamento all’obiettivo della Fed per i prossimi due anni.

La fiducia dei consumatori è sceso inaspettatamente a marzo arrivando un minimo da quattro mesi. L’indice della fiducia è sceso a 79,9 questo mese da 81,6 di febbraio.
Il costo dei servizi è sceso dello 0,3% nel mese di febbraio, il più alto da maggio, riflettendo una diminuzione record per i settori dell’abbigliamento e dell’immobiliare. In diminuzione anche le tariffe aeree e dei treni. I prezzi dei beni sono saliti dello 0,4% il mese scorso e dello 0,6 % da febbraio dell’anno precedente. I prezzi alimentari all’ingrosso sono saliti dello 0,6% nel mese di febbraio.

I costi energetici sono saliti dello 0,5% il mese scorso, dopo un aumento dello 0,3% in gennaio. Probabile l’aumento dei prezzi delle cure mediche.

L’inflazione più bassa complicano il lavoro dei funzionari della Federal Open Market Committee che si incontrerà il 18 e il 19 Marzo. La Fed ha espresso preoccupazioni per la bassa inflazione più volte durante l’ultimo incontro, sostenendo che i prezzi costantemente inferiori al loro obiettivo dovrebbero essere considerati dannosi come quelli che sono costantemente al di sopra. I funzionari della Fed hanno affermato che probabilmente terranno il tasso di interesse vicino allo zero anche dopo che la disoccupazione scenderà al di sotto del 6,5% soprattutto se l’inflazione rimarrà sotto l’obiettivo stabilito per il Paese.

In aumento le offerte di lavoro negli Stati Uniti

 Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono aumentate meno del previsto nel mese di gennaio. Il mercato del lavoro segna un raffreddamento dalla fine dello scorso anno anche per il rigido inverno che ha martellato gli Stati Uniti orientali e il Midwest.

Il numero delle posizioni aperte è aumentato rispetto al mese precedente, come ha affermato il Dipartimento del Lavoro a Washington. Il ritmo di assunzioni è sceso e meno americani hanno lasciato il lavoro.

 

Migliora l’occupazione negli Stati Uniti

 

L’aumento delle assunzioni contribuirebbe a stimolare la crescita dei salari necessaria per rilanciare la spesa dei consumatori, che rappresenta quasi il 70% dell’economia.

Le assunzioni hanno rallentato durante l’inverno a causa del maltempo e da febbraio si vede una ripresa che dovrebbe continuare in maniera graduale. L’occupazione è aumentata di 175.000 unità nel mese di febbraio, recuperando da gennaio. Il tasso di disoccupazione si è spostato leggermente fino al 6,7% il mese scorso dal 6,6% del mese precedente, il più basso dal 2008. Circa 2,38 milioni di persone hanno lasciato il lavoro nel mese di gennaio, in calo dai 2,42 milioni del mese precedente. Nel complesso, gli indicatori del mercato del lavoro sono apparsi in linea con un continuo e graduale miglioramento. Tra gli altri indicatori delle condizioni del mercato del lavoro, il tasso di posti vacanti è salito negli ultimi mesi.

La relazione ha anche mostrato i licenziamenti totali, che escludono i pensionamenti e quelli che hanno lasciato il loro lavoro volontariamente, che sono aumentati a 1.740.000 nel mese di gennaio da 1,7 milioni di un mese prima.
Le offerte di lavoro in sanità, istruzione e tempo libero sono stati tra quelli che rappresentano i maggiori incrementi di accesso agli impieghi disponibili, mentre le industrie, il commercio al dettaglio, i trasporti e le utilities hanno mostrato cali.

Gli Stati Uniti sul prestito dell’Fmi all’Ucraina

 Potrebbe essere potenziate le risorse del Fondo monetario internazionale (Fmi) del pacchetto di aiuti che si stanno preparando per l’Ucraina. Vicino un accordo su un piano di aiuti per l’Ucraina che comprende il finanziamento dell’Fmi.

Il Senato degli Stati Uniti ha comunque ritardato l’esame previsto della misura al 12 marzo per trovare un accordo sul provvedimento, come ha detto il senatore repubblicano Lindsey Graham.

 

I vantaggi economici per l’Ucraina nell’Ue

 

Il provvedimento è stato realizzato da Menendez, un senatore democratico del New Jersey, che punta a colpire la Russia per la sua incursione in Crimea e assistere il governo ucraino. L’assistenza del Fmi è stata richiesta dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e dal Dipartimento del Tesoro.

Il piano di bilancio di Obama, inviato al Congresso il 4 marzo, si ba sull’aumento della quota degli Stati Uniti presso il Fondo Monetario Internazionale, spostando circa 63 miliardi dollari da una linea di credito già esistente. I repubblicani della Camera nel mese di gennaio hanno rifiutato di includere le modifiche delle quote del Fmi in una misura per finanziare le operazioni del governo degli Stati Uniti. Il Dipartimento del Tesoro ha affermato che la mossa potrebbe contribuire a rafforzare il governo ucraino.

Gli Stati Uniti stanno ritardando l’attuazione di un accordo del 2010 dei Paesi membri del Fmi per raddoppiare la capacità di prestito del fondo a circa 733 miliardi dollari. Il piano dovrebbe dare ai mercati emergenti come la Cina maggiore influenza presso l’istituto, che è stato istituito alla fine della seconda guerra mondiale per contribuire a garantire la stabilità del sistema monetario globale.
Anche oggi , un gruppo di ex funzionari del governo degli Stati Uniti ha esortato il Congresso ad approvare il provvedimento Fmi.

Le posizioni di Stati Uniti e Ue sulla Russia: il tema è la dipendenza dal gas

 La Russia rischia di essere isolata dall’occidente che minaccia nuove sanzioni. L’Unione europea fa però affidamento sulla Russia per le forniture energetiche e ha forti legami commerciali. Diversa la situazione per gli Stati Uniti, per i quali il commercio con la Russia non è così importante in quanto stanno diventando autosufficienti in termini energetici.

Gli Stati Uniti e l’Europa hanno reagito contro l’intervento militare della Russia in Crimea della settimana scorsa con minacce di sanzioni economiche, ma le loro posizioni sono quindi  leggermente diverse.

 

Le ricadute economiche della crisi in Ucraina

 

La Russia è l’ottava economia più grande del mondo con un Pil di più di 2 trilioni di dollari. La sua economia, che è fortemente dipendente dalle materie prime, in particolare petrolio e gas, è destinata a crescere solo leggermente nel 2014.

La Russia esplose alla fine del 1990 e primi anni 2000, per effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia. Le sue forniture energetiche rimangono di vitale importanza per l’Unione europea, al quale fornisce un terzo del suo gas naturale. In Germania, la più grande economia della zona euro, le importazioni di gas arrivano per circa il 40% dalla Russia.

Il rapporto tra Russia ed Europa si è incrinato nel corso della crisi Ucraina e ora il Paese rischia di essere economicamente isolato dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. Sono stati introdotti divieti di visto e minacciato sanzioni più severe. Questo può avere delle conseguenze economiche per l’Europa.

Con gli Stati Uniti sulla strada dell’autosufficienza, L’Ue ha fatto un passo più cauto rispetto sulle sanzioni. Il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha affermato che i negoziati sono necessari e da avviare nei prossimi giorni. In Europa si pensa a possibili sanzioni, ma senza causare problemi di tipo finanziario.