Negli Stati Uniti cresce l’attività manifatturiera

 L’attività manifatturiera degli Stati Uniti è cresciuta a un ritmo più veloce del previsto nel mese di febbraio. L’indice di produzione di Supply Management è salito a 53,2 da 51,3 di gennaio. Una lettura superiore a 50 indica espansione.

I dati specifici hanno mostrato che la spesa della costruzione è leggermente aumentata nel mese di gennaio, aiutata dall’edilizia residenziale. Produzione e costruzione sono fondamentali per l’economia degli Stati Uniti e c’erano timori che il maltempo in molte parti degli Stati Uniti potrebbe aver intaccato questi settori.

 

In calo la disoccupazione negli Stati Uniti

 

I dati diffusi dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti hanno mostrato che la spesa per la costruzione è aumentata dello 0,1% nel mese di gennaio nel confronto con il mese di dicembre. Rispetto allo stesso mese dello scorso anno, la spesa per la costruzione è aumentata del 9,3%.

Tuttavia, le cattive condizioni atmosferiche hanno mostrato i loro effetti nelle vendite di automobili nel mese di febbraio con General Motors, Toyota e Ford. Ma il calo delle vendite è stato inferiore al previsto e i produttori sono ottimisti circa le prospettive nei prossimi mesi. Per General Motors le vendite sono diminuite dell’1%, rispetto alla previsione degli analisti di un calo del 6%. Chrysler e Nissan Motors sono in controtendenza con un aumento delle vendite rispettivamente dell’11% e del 16%.

Gli analisti hanno affermato che le vendite di automobili nel corso del mese erano state agevolate dagli incentivi e sconti offerti dai commercianti per attirare i clienti negli showroom, nel tentativo di attutire l’impatto delle condizioni meteorologiche avverse. Secondo True Car, l’incentivo medio offerto ai clienti è salito a 2.633 dollari per veicolo nel mese di febbraio, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente.

La crescita negli Usa e quella in Europa

 La crisi economica mostra ancora la sua forza in Europa e meno negli Stati Uniti. Di certo, la recessione frutto della crisi globale sembra ormai superata. I Paesi più sviluppati stanno riprendendo a crescere mentre in quelli emergenti si hanno qualche rallentamento e la svalutazione delle monete.

La crescita non è uguale in tutti i Paesi. Nel confronto tra Stati Uniti ed Europa le differenze sono tante. Negli Usa il Pil è cresciuto del 3,2%, la disoccupazione è tra il 6% e il 7% ed è in calo e la fiducia dei consumatori e il livello di inflazione sono messi bene. In Europa la crescita c’è dopo la crisi ma è debole, il tasso di disoccupazione è al 12% vicino al record del 12,1% e i consumi sono bassi e c’è il rischio di deflazione.

 

L’economia americana cresce del 3,2%

 

La ripresa segue quindi dei ritmi diversi. Probabilmente la ripresa c’è negli Stati Uniti, mentre in Europa si può parlare di ripresina.

Certo in Europa la situazione non è uguale per tutti i Paesi. La Germani ha un economia migliore trainata dalle sportazioni, la Gran Bretagna e in crescita mentre i Paesi mediterranei ancora soffrono anche se manifestano i primi segni di ripresa.

La scelta della Fed di investire meno in obbligazioni potrebbe avere l’effetto di fare riprendere gli investimenti nei Paesi più sviluppati e di avere meno investimenti nei Paesi emergenti.

La maggiore ripresa degli Stati Uniti dipende anche dalla crescita della produzione industriale, che c’è anche in Europa anche se a un ritmo più leggero. In Europa manca anche una politica economica maggiormente condivisa.

Negli Usa crescita dei consumi e del Pil

 L’aumento dei consumi delle famiglie e le esportazioni robuste hanno mantenuto l’economia americana su un terreno solido nel quarto trimestre, ma i salari stagnanti potrebbero sgretolare alcuni degli elementi di slancio economico all’inizio del 2014. Il prodotto interno lordo negli Stati Uniti è cresciuto ad un tasso annuo del 3,2%, come ha affermato il Dipartimento del Commercio, in linea con le aspettative degli economisti.

In precedenza molti economisti si aspettavano un ritmo di crescita inferiore al 2%, mentre la crescita nella seconda metà dell’anno potrebbe avere un ritmo del 3,7%. La spesa dei consumatori è stato l’elemento principale della crescita nel quarto trimestre, ma c’era anche un importante impulso che arriva dal commercio.

 

Perché i mercati emergenti preoccupano Wall Street

 

Il dato sul Pil in crescita nel quarto trimestre è arrivato il giorno dopo che la Federal Reserve ha parlato di crescita dell’attività economica negli ultimi trimestri. La Fed ha annunciato un’ulteriore riduzione dei suoi acquisti di obbligazioni mensili e sembra potersi scrollare di dosso la sorpresa del rallentamento della crescita di posti di lavoro nel mese di dicembre.

I consumi negli Usa sono aumentati a un tasso del 3,3%, il migliore dal quarto trimestre del 2010. La spesa dei consumatori, che rappresenta oltre i due terzi dell’attività economica americana, è avanzata a un ritmo del 2% nel terzo trimestre.

La crescita robusta della domanda dovrebbe mettere l’economia su un sentiero di crescita più forte quest’anno. Tuttavia, i salari stagnanti potrebbero richiedere un certo margine di sconto dei consumi nei primi mesi dell’anno. Inoltre, gli investimenti delle imprese dovrebbe moderarsi e il buon andamento delle esportazioni è improbabile che venga ripetuto.

Il “Made in Usa” tira ancora, ma serve il mercato della Cina

 Gli Stati Uniti possono ancora competere economicamente con la Cina? Ha guardare alcune storie di successo di aziende americane anche innovative si potrebbe affermare di si.

Il manifatturiero americano sembra non potere competere con quello cinese per diversi elementi, come il costo della forza lavoro e lo sviluppo. Ma negli Stati Uniti questo settore sembra ancora vivo.

 

Gli Usa potrebbero crescere del 3% quest’anno

 

Le fabbriche in California che producono fagioli piuttosto che dolci  sono una storia di successo spesso messe in ombra dalle preoccupazioni per l’economia del Paese. La maggior parte della produzione tessile e di mobili è stata spostata in Cina, in Vietnam e in Cambogia.

Società come Jelly Belly, Hershey, i film di Hollywood o Facebook sono realtà di successo in tutto il mondo. Il “Made in Usa” conta ancora molte aziende e industrie che sono sopravvissute alla delocalizzazione eagli investimenti che si sono orientati soprattutto sull’ambito finaziario e hanno prosperato.

Considerare prodotti cone fagioli, barrette di cioccolato e film potrebbe sembrare un modo non convenzionale per definire un’economia, ma è in modo per competere con la Cina.

Nel terzo trimestre le vendite nette di Hershey sono cresciute del 6,1% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. Hollywood continua a sfornare successi mondiali al box office. Poi anche le migliori università come Harvard e Stanford sono un esempio di successo.

Inoltre, la produzione tradizionale degli Stati Uniti di auto ed elettrodomestici è tutt’altro che scomparsa. La produzione industriale è cresciuta ad un tasso annuo del 6,8% tra lo scorso ottobre e dicembre, il più alto dal secondo trimestre del 2010.

Naturalmente, il successo del made ​​in Usa non sarebbe possibile senza i cinesi e il loro potere d’acquisto in rapida crescita. Dal Big Mac ad Apple o al fim Iron Man, il  mercato cinese è importante per lo sviluppo economico l’economia degli Stati Uniti.

Perché i mercati emergenti preoccupano Wall Street

 Wall Street è un mondo lontano dalla Turchia e dall’Argentina e dalle altre economie in via di sviluppo, ma la recente notizia del tumulto finanziario delle valute di alcuni mercati emergenti ha portato un po’ di preoccupazione.

Infatti, il mercato Wall Street si trova davanti all’ostacolo che pochi analisti finanziari potevano immaginare, la svalutazione e la fuga di capitali dai mercati emergenti vulnerabili come la Turchia e l’Argentina.

 

 Gli Usa potrebbero crescere del 3% quest’anno

 

La turbolenza finanziaria, che viene aggravata dal rallentamento della crescita in Cina, ha sollevato timori di una potenziale crisi che potrebbe infliggere danni alle economie di questi Paesi in via di sviluppo e, forse, infettare altre nazioni. Questa combinazione potrebbe influenzare i guadagni delle multinazionali americane. Si potrebbe anche indurre gli investitori a scaricare asset rischiosi, una risposta che sembra già essere in corso.

Nelle ultime due sedute il Dow Jones è caduto di più di 494 punti a 15.879, estendendo la sua perdita al 4,2%.

L’incertezza dei mercati emergenti sembra pesare maggiormente sugli investitori in questo momento. Ecco alcuni motivi per cui ciò che accade nei mercati emergenti è importante per Wall Street.

I mercati emergenti sono il futuro motore di crescita dell’economia globale e un’importante fonte di profitti per le aziende americane. Molti investitori stanno portando i loro soldi fuori dai mercati emergenti verso mercati più stabili ed danneggiando le nazioni in via di sviluppo.

Come risultato, le aziende americane vendono meno merci all’estero e hanno profitti più piccoli.

La crisi delle valute potrebbe creare crisi economica. La paura più grande è se l’attuale crisi dei mercati valutari si trasforma in una crisi economica e porta.

La crescita degli Usa coinvolge le città

 La Conferenza dei sindaci degli Stati Uniti ha affermato in un rapporto che l’espansione economica degli Stati Uniti sarà più ampiamente condivisa tra le città della nazione e le aree metropolitane quest’anno di quanto non è stato l’anno scorso.

Tutti tranne sette delle 363 aree metropolitane della nazione vedranno le loro economie crescere quest’anno, a fronte di 97 aree la cui economia è stata contratt lo scorso anno, secondo il rapporto che è stato fatto da Ihs Global Insight.

 

Gli Usa potrebbero crescere del 3% quest’anno

 

IHS prevede che 340 aree metropolitane vedranno crescere le loro economie di almeno l’1%. Di queste, 69 aree metropolitane cresceranno del 3% o più velocemente. La traiettoria è verso l’alto e ci si aspetta una buona crescita di posti di lavoro.

Naples in Florida sarà l’area metropolitana a più rapida crescita nel Paese, con un’economia in espansione del 6,3%, dice il rapporto. Tra le città più grandi, le migliori performance ci saranno a Raleigh, in North Carolina, che dovrebbe crescere del 4,2%, ad Atlanta, che dovrebbe crescere del 3,7% , e ad Austin, che dovrebbe crescere del 3,6 %.

Youngstown, in Ohio, e Buffalo torneranno a crescere quest’anno e aumentare le loro economie rispettivamente dell’1,6% e dell’1,5%. La svolta grande arriverà a Shreveport che crescerà del 1,6% dopo la contrazione del 5,2% dello scorso anno.

Per il rapporto, le città universitarie prospereranno e le città  più grandi cresceranno meno. New York, Chicago e Los Angeles avranno una crescita più lenta rispetto alla media nazionale. La crescita lenta nella città più grandi quest’anno riflette il fatto che molte di queste hanno recuperato i posti di lavoro persi nella recessione prima dello scorso anno.

La produzione Usa del petrolio continua a salire

 L’Agenzia internazionale per l’energia ha affermato che la produzione di petrolio negli Stati Uniti è aumentata di un record di 992 mila barili al giorno nello scorso anno. L’aumento ha lasciato la produzione negli Stati Uniti a 7,5 milioni di barili al giorno, mentre la produzione stimata per novembre e dicembre è di più di otto milioni di barili al giorno.

 

Previsioni andamento prezzi petrolio 2014

 

Il consumo di petrolio negli Stati Uniti è aumentato lo scorso anno. L’agenzia ha aumentato la sua stima di crescita del consumo di petrolio americano nell’ultimo trimestre dell’anno, anche se ha abbassato la stima di crescita in alcuni altri Paesi, compresa la Cina. Oltretutto, il consumo mondiale è aumentato dell’1,4%, rendendo lo scorso anno il primo dal 1999 in cui l’uso di petrolio negli Stati Uniti è aumentato più rapidamente che nel resto del mondo.

L’agenzia ha detto che la domanda è stata forte nel settore petrolchimico degli Stati Uniti, che ha beneficiato del fatto che l’aumento dell’offerta ha portato agli americani i prezzi del petrolio greggio minori a quelli di molti altri paesi. L’agenzia stima che la domanda di benzina negli Stati Uniti è aumentata a causa della crescente fiducia dei consumatori e ale maggiori vendite di veicoli sport utility.

Il consumo di petrolio nella maggior parte dei Paesi sviluppati rimane ben al di sotto dei livelli del 2007, l’ultimo anno pre recessione. Gli Stati Uniti si stima abbia utilizzato l’8,5% in meno di petrolio nello scorso anno di quanto abbia fatto nel 2007, mentre la domanda è in calo di circa il 25% in Italia e Spagna, che sono i Paesi europei che sono stati duramente colpiti dai problemi della crisi nella zona dell’euro. Spicca la Germania, con 2.013 di utilizzo pari a quella del 2007.

Nei Paesi in via di sviluppo, il consumo di petrolio è stato in costante aumento. La domanda in Cina e in Brasile è più del 30% del 2007, e il consumo in India è del 17% superiore.

Gli Usa potrebbero crescere del 3% quest’anno

 Il segretario del Tesoro degli Stati Uniti Jack Lew ha affermato che l’economia degli Usa  ha avuto un buon inizio nel 2014 e potrebbe crescere del 3% per la prima volta dal 2005. Lew ha detto che c’è un buon primo trimestre in corso parlando al World Economic Forum di Davos in Svizzera.

Lew era riluttante a fare una previsione specifica circa la velocità di espansione di quest’anno, ma ha detto che ci sono ragioni per credere che la crescita della più grande economia del mondo potrebbe arrivare al 3%.

Egli ritiene che, superata la resistenza dello scorso anno per gli aumenti fiscali e i tagli alla spesa, e con l’aumento della fiducia delle imprese, l’economia dovrebbe accelerare notevolmente rispetto allo scorso anno.

 

► La Cina potrebbe rallentare e creare contagio

 

Nella sua ultima previsione, il Fondo monetario internazionale aggiornato la sua proiezione per la crescita economica degli Stati Uniti nel 2014 al 2,8% dal 2,6%, considerando la crescita della domanda interna e la spinta che arriva dai minori tagli sulla spesa a seguito del recente accordo sul bilancio.

Mentre gli Stati Uniti si stanno riprendendo a un ritmo più veloce rispetto alle altre economie sviluppate, Lew ha detto che ci si deve concentrare sul creare posti di lavoro e rendere il lavoro proficuo .

Lew ha anche messo in guardia le aziende rispetto alla possibilità di fare affari con l’Iran. Non ci deve essere fretta perché si fatto un accordo provvisorio e l’Iran dovrà limitare il programma nucleare in cambio di sanzioni più leggere. È troppo presto per prevedere l’esito dei negoziati con l’Iran volti a garantire un accordo globale a lungo termine sul futuro del suo programma nucleare.

 

Le norme sui guadagni della cannabis negli Usa

 Il governo federale degli Stati Uniti sta lavorando per rendere più facile la gestione del denaro generato dalle imprese della cannabis e per farli accedere al sistema finanziario. Il Dipartimento di Giustizia sta lavorando con il Dipartimento del Tesoro per arrivare a una nuova serie di regole in grado di fornire alle banche la possibilità di gestire le entrate legali.

La legalizzazione della cannabis in Colorado e Washington ha posto un dilemma per le imprese legali e le banche. Dal momento che la marijuana rimane illegale a livello  federale, le banche e le società di carte di credito non considerano le imprese di marijuana, costringendo i produttori e i venditori ad affrontare la maggior parte delle transazioni in contanti.

 

► La Cina potrebbe rallentare e creare contagio

 

La questione è  quindi politica e riguarda l’ambito federale. La possibilità dei singoli Stati di fare alcune scelte e norme si deve poi inserire in un sistema federale che ha le sue leggi.

Il momento è quindi di affrontare la realtà che esiste in questi Stati con enormi quantità di denaro che non hanno un posto per poter essere adeguatamente depositate. Non ci sono ancora informazioni specifiche su ciò che il governo deciderà e non è chiaro se le banche troveranno le nuove norme sufficienti per modificare le pratiche correnti. Le banche temono di essere accusati di violazione delle leggi antiriciclaggio se accettano depositi da parte delle imprese di cannabis.

La Casa Bianca ha detto questa settimana che il presidente Obama rimane contrario ad una depenalizzazione nazionale della cannabis, nonostante la sua affermazione in un’intervista che essa non è più pericolosa dell’alcol.

Nel 2014 cresceranno i salari negli Usa?

 La situazione economica negli Stati Uniti è diversa  da quella europea. La crescita è più alta di quella europea, che ha previsioni più deboli, e il tasso di disoccupazione è più o meno la metà. La caduta del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti aumenta le speranze per gli aumenti salariali entro fine anno.

 

La Cina potrebbe rallentare e creare contagio

 

Con il tasso di disoccupazione destinato a scendere vicino ai livelli pre recessione entro la fine del 2014 potrebbe essere l’anno del rilancio. Per milioni di lavoratori il reddito familiare mediano è sceso del 6,4% dal picco del 2007.

La questione è se questa possibilità si presenterà quest’anno. Nella posizione più forte sono i lavoratori con qualifiche scarse che lavorano nelle città e industrie, dove la quasi piena occupazione arriverà entro la fine dell’anno. La disoccupazione, ora al 6,7%, potrebbe essere minore del 6% entro dicembre. Escludendo i lavoratori disoccupati da oltre sei mesi, la disoccupazione è solo del 4,2%. In alcune città c’è già in una carenza di manodopera e in alcuni Stati la disoccupazione sarà al 5 % entro l’anno.

Alcuni effetti sono visibili. Un sondaggio della Federal Reserve di questo mese ha riportato moderate pressioni salariali in alcune città e segnalazioni di aumenti retributivi.

I tassi di disoccupazione in luoghi duramente colpiti dalla recessione sono ben al di sotto della media nazionale. Gran parte della Florida ha una disoccupazione del 6,3% o minore. A livello nazionale, 155 delle 372 aree metropolitane sono al 6%  meno, probabilmente per avvicinarsi al 5% entro la fine dell’anno.