Come non pagare le tasse sugli immobili non abitabili – Documentazione necessaria

La categoria catastale degli immobili collabenti

In alcuni post pubblicati in precedenza abbiamo visto che a livello fiscale esistono due modi per non pagare più le tasse sugli immobili che un tempo erano in condizioni di abitabilità e quindi anche soggetti ad una rendita catastale, ma che, con il passare del tempo, in mancanza di lavori  di mantenimento e di ristrutturazione, sono precipitati in condizioni di fatiscenza e comunque di non agibilità. 

Come non pagare le tasse sugli immobili non abitabili – Quali sono gli immobili collabenti

Gli immobili non soggetti al pagamento delle tasse per inabitabilità

Non su tutte le tipologie di immobili è sempre necessario pagare le tasse. Gli immobili che non possiedono la caratteristica dell’ abitabilità perché si trovano in condizioni di fatiscenza o si trovano allo stato di ruderi, magari sprovvisti di tetto, non sono tenuti al pagamento delle tasse, né da parte dell’ Agenzia delle Entrate, né da parte dei Comuni. 

Come non pagare le tasse sugli immobili non più abitabili

 Da qualche giorno a questa parte il Governo ha finalmente dato le nuove disposizioni in merito alla tassa sugli immobili. La vecchia IMU, infatti, è stata cancellata, almeno per quanto riguarda la prima casa e nella misura della prima rata, quella già posticipata a giugno. Inoltre sono stati esclusi dal pagamento tutti gli immobili relativi alle attività produttive agricole.

Criteri per il calcolo della Service Tax

 Vita breve per la Tares che dopo la sua entrata in vigore all’inizio dell’anno e il pagamento dell’ultima rata previsto per dicembre, sarà inglobata,  a partire dal 1° gennaio 2014, dalla Service Tax, la tassa sui servizi indivisibili che sostituirà l’Imu e le imposte sui rifiuti.

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Questa nuova imposta sarà gestita dai Comuni che dovranno calcolarne le aliquote in base a dei determinati criteri che faranno variare l’importo da pagare in base alla superficie dell’immobile e alla capacità di produrre i rifiuti in base a determinate categorie che saranno meglio identificate con la Legge di Stabilità.

La Service Tax sarà composta da due diverse imposte, una specifica per i rifiuti e una per i servizi indivisibili necessari al mantenimento delle aree residenziali (illuminazione, strade, aree verdi, etc.).

A pagare entrambe le componenti della Service Tax saranno i proprietari e gli occupanti, a qualsiasi titolo, dell’immobile.

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Per quanto riguarda la componente della Service Tax dovuta per la gestione dei rifiuti, le aliquote saranno calcolate in base alla superficie dell’immobile, alla quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti in relazione agli usi e alla tipologia delle attività e al costo del servizio sui rifiuti.

Per quanto riguarda la componente per i servizi indivisibili, anche questa pagata da proprietario ed eventuale usufruttuario dell’immobile, ogni Comune potrà scegliere se applicare le aliquote in base alla superficie o alla rendita immobiliare.

Quanto si pagherà in più con la Tares?

 La cancellazione della prima rata dell’Imu è stata un sospiro di sollievo per molte famiglie italiane e per chiunque possiede un immobile, anche commerciale. Ma a dicembre ci si deve preparare all’arrivo della Tares, la tassa comunale sui rifiuti e sui servizi, che già al suo debutto si configura come un nuovo salasso, con aumenti fino al 29% rispetto alla vecchia Tarsu o alla Tia, le tasse precedentemente in vigore.

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In questi aumenti è compresa anche la maggiorazione di 30 centesimi a metro quadro, che porta questa ultima rata della Tares a delle cifre davvero proibitive per tutti coloro che saranno tenuti a pagarla. Secondo la CGIA di Mestre a subire di più l’effetto della maggiore incidenza della Tares rispetto alla Tarsu e alla Tia, saranno le attività produttive, che dovrebbero essere protette in quanto tessuto economico del paese, che potrebbero arrivare a pagare anche fino a 1.133 euro per un capannone dalle dimensioni di 1.200 metri quadrati.

Si tratta del 22,7% in più rispetto a quanto pagato nel 2012. Aumenti consistenti anche per le attività commerciali: il proprietario di un negozio di circa 70 metri quadrati – dimensione della maggior parte dei negozi italiani – l’aumento sarà di 98 euro (il 19,7% in più).

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I proprietari di immobili ad uso abitativo, appena sollevati dal pagamento della prima rata dell’Imu, invece, si troveranno un esborso per la Tares superiore del 29,1% rispetto al 2012, pari a 73 euro.

Quanto risparmieranno le famiglie con l’abolizione dell’Imu? – La mappa regione per regione

 Con la cancellazione della prima rata dell’Imu molte famiglie italiane potranno tirare un respiro di sollievo e mettere da parte qualche euro per la seconda rata della tassa sulla casa o, nel caso venga abolita, per pagare la Service Tax, la tassa sui servizi indivisibili che il governo italiano ha elaborato per sostituire la precedente.

Proprio in queste ore il governo ha annunciato che, come prevede il testo definitivo del Decreto Imu, se non dovessero arrivare nelle casse dello Stato gli 1,5 miliardi di gettito previsti dall’Iva successiva ai pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni e dalla ‘transazione’ sulle slot machine, le aliquote dell’Imu, gli acconti Ires e Irap e le accise aumenterebbero in base al fabbisogno.

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La situazione per le famiglie italiane, quindi, non sembra migliorare. Un po’ di sollievo arriva con la cancellazione della prima rata dell’Imu, che farà risparmiare una media di 222 euro, che vanno da un minimo di 57 euro per famiglia in Calabria ai 457 del Lazio.

Abolizione prima rata Imu – La mappa del risparmio

Lazio: 457

Liguria: 295

Piemonte: 274

Emilia Romagna: 273

Toscana: 269

Valle d’Aosta229:

Veneto: 211

Trentino Alto Adige: 209

Umbria: 195

Campania: 193

Friuli Venezia Giulia: 192

Lombardia: 190

Molise: 164

Marche: 158

Puglia: 154

Abruzzo:142

Sardegna: 127

Sicilia: 107

Basilicata: 85

Calabria: 57

I possibili effetti dell’aumento dell’Iva ad ottobre 2013

 La CGIA di Mestre ha cercato di fare una proiezione su quello che potrebbe accadere ad ottobre, quando, se non verranno trovate le copertura finanziarie, l’aliquota IVA, ossia l’imposta sul valore aggiunto, potrebbe passare dal 21 al 22%. Lo scenario immaginato dalla CGIA mette in evidenza come questo aumento si ripercuoterà principalmente sulle fasce di reddito più deboli e i nuclei famigliari più numerosi.

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La simulazione

Nel realizzare le simulazioni, a CGIA di Mestre ha preso in considerazione tre diverse tipologie famigliari (single, lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico, lavoratore dipendente con moglie e 2 figli a carico), su 7 fasce retributive, per le quali sono stati misurati l’aggravio di imposta in termini assoluti e l’incidenza percentuale sui diversi livelli retributivi.

Propensione al risparmio

Se l’Iva aumenterà di un punto percentuale, la propensione al risparmio delle famiglie nella prima fascia di reddito, la più bassa, arriverà a zero, mentre si ridurrà al 2,05% per il reddito annuo da 20.000 euro, al 4,1% per quella da 25.000 euro e all’ 8,2% per le rimanenti fasce di reddito.

Single

Chi vive da solo sarà molto penalizzato dall’aumento dell’Iva, che avrà un’incidenza dello 0,29% su un reddito annuo di 15.000 euro. Il paradosso è che, per i single, più si guadagna meno forte sarà l’impatto sullo stipendio: per un reddito di 55.000 euro all’anno l’incidenza è dello 0,27%.

L’aggravio oscillerà comunque tra i 37 e i 99 euro.

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Lavoratori dipendenti con famiglia

Se si è lavoratori dipendenti con un solo figlio a carico l’incidenza percentuale dell’aumento è inversamente proporzionale al livello di reddito ( 0,33% per un reddito annuo di 15.000 euro, 0,30% per un reddito di 55.000 euro), con valori che oscillano tra i 51 e i 113 euro.

Se i figlia  carico sono due, l’incidenza percentuale dell’aumento dell’Iva è dello 0,34% su un reddito annuo di 15.000 euro, per diminuire fino a 0,31% su un reddito di 55.000 euro, con cifre che vanno da 61 a 120 euro.

Più sfratti e aumento degli affitti in nero: le conseguenze della Service Tax

 La Service Tax – la tassa sui servizi indivisibili che il Governo ha voluto per sostituire l’Imu – sarà pagata sia da chi detiene l’immobile che da chi lo usa (affittuario o occupante), la nuova stangata colpirà tutti i cittadini italiani. Secondo l’Unione Inquilini chi ha o occupa un immobile in Italia potrà arrivare a pagare anche fino a 1000 euro, indipendentemente dal suo reddito.

► Service Tax – Ecco come funzionerà e quanto si pagherà con la nuova tassa sulla casa

La Service Tax distribuisce la maggior parte degli oneri che al momento, con l’introduzione dell’Imu, erano a carico del proprietario. Con l’80% degli affittuari italiani che ha un reddito lordo inferiore ai 30mila euro, la conseguenza prima che avrà l’entrata in vigore della Service Tax dal prossimo anno sarà un’onda anomala di sfratti. L’Unione Inquilini, infatti, ribadisce che già adesso il 90% delle sentenze di sfratto sono per morosità.

Questa nuova tassa – denunciano le principali sigle di rappresentanza degli inquilini – avrà come effetto un ulteriore aumento dei costi sull’abitazione che già devono sostenere le famiglie, inaccettabile in una situazione come quella italiana.

► La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

Senza contare che questa tassa potrebbe dare nuovo slancio anche agli affitti in nero per gli studenti fuori sede che si troveranno a dover accettare di pagare l’affitto in nero: se risultassero occupanti di un immobile si troverebbero a pagare una tassa della quale non sanno l’importo, che sarà deciso liberamente (entro i limiti che il Governo dovrà fissare) dai singoli comuni italiani.

Service Tax – Ecco come funzionerà e quanto si pagherà con la nuova tassa sulla casa

 Il 22° Consiglio dei Ministri del 2013 ha decretato la fine della tanto odiata IMU, la tassa sugli immobili che tanto ha fatto discutere, che è stata sostituita dalla Service Tax, una nuova tassa sui servizi, che sarà pagata sia dai proprietari che dai reali usufruttuari degli immobili in base ad aliquote definite dai singoli Comuni.

IMU abolita, prima rata cancellata, ma ancora si è in attesa di sapere cosa ne sarà della seconda rata dell’Imu, anche se il governo ha preso l’impegno politico per trovare le risorse che possano permettere di cancellarla.

 Chi pagherà la Service Tax

Taser, una tassa federale

Quindi, dal 2014 non si pagherà l’Imu, ma la Tares, una tassa federale della quale si occuperanno i singoli comuni della penisola, provvedendo alla determinazione delle aliquote a alla riscossione del tributo, secondo i parametri che saranno stabiliti con la Legge di Stabilità, attesa per il prossimo 15 ottobre.

Ai comuni anche la scelta delle esenzioni, mentre al Governo rimarrà il compito di decidere il tetto massimo di tassazione oltre il quale i comuni non si potranno spingere. Un fatto, questo, che lega indissolubilmente il destino dei sindaci di tutta Italia alle aliquote che decideranno di applicare.

Tari e Tasi – Le due componenti della Service Tax

La Tari

Una delle due componenti della Taser, la tassa sugli immobili, è la Tari, la vecchia Taser, la tassa che si paga per i rifiuti che, come la precedente, dovrà essere pagata da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Chiunque detenga un locale o un immobile – occupante, proprietario o affittuario – che sia predisposto per la produzione di immondizia, dovrà sostenere l’intero onere della Tari.

L’importo della Tari sarà determinato dai singoli comuni in base al principio chi inquina paga, quindi in proporzione alla superficie dell’immobile, con criteri che saranno definiti dalla Legge di Stabilità del 15 ottobre prossimo e della riforma del catasto.

La Tasi

La seconda componente della Service Tax, la nuova tassa sugli immobili, ha lo scopo di finanziare le spese che le amministrazioni comunali sostengono per la gestione dei cosiddetti servizi indivisibili, come la manutenzione delle stradel’illuminazione pubblica o la cura dei parchi.

Come ha indicato il presidente Letta, la Tasi è l’applicazione su scala cittadina delle spese condominiali, ossia le spese che servono al mantenimento degli spazi comuni. Per questo tutti devono pagare: a differenza della Tari, la Tasi sarà pagata sia da chi detiene l’immobile – in quanto sia da chi lo usa (occupante o affittuario).

Il proprietario dovrà pagare perché i beni e i servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile, l’affittuario o l’occupante pagheranno in quanto usufruiscono di tali servizi.

► A quanto ammonterà la nuova Service Tax

Le 10 città dove si pagherà di più

Ciò che balza agli della nuova Service Tax voluta dal Governo Letta per sostituire l’Imu è che più che sostituire una tassa, la si sia distribuita su più contribuenti. Infatti, a differenza dell’Imu, non saranno solo i proprietari a pagare, ma anche chi occupa la casa.

Le polemiche sono già molte, anche perché la Service Tax è slegata dell’effettiva capacità contributiva delle famiglie italiane, non basandosi sul reddito ma sulla superficie della casa e il suo valore catastale.

Saranno previste esenzioni, ma prima dell’arrivo della Legge di Stabilità non si potrà sapere chi sarà a beneficiarne (sicuramente disabili e single).

Il costo per le famiglie della Service Tax è stato simulato da Repubblica, che ha preso in considerazione abitazioni A2 e A3 di 80 metri quadrati, con un’aliquota media del 2%. La simulazione è stata fatta nelle dieci città più care d’Italia (gli importi si riferiscono alla Tasi, quindi alle cifre riportate si deve aggiungere il valore della Tari, l’ex Tares).

Roma:  euro 222

Milano: euro 211

Bologna: euro 206

Firenze: euro 168

Rimini: 166

Verona: 163

Padova: 162

Pisa: 153

Bolzano: 146

Siena 145.

La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

 Ha finalmente trovato una soluzione definitiva la spinosa e ormai annosa questione dell’ IMU che per mesi ha riempito le pagine dei giornali italiani. Al termine dell’ ultimo Consiglio dei Ministri il Governo ha infatti annunciato che verrà cancellata la prima rata dell’ IMU, quella che era stata sospesa per decreto nel mese di giugno e che per il futuro si dovrà voltare pagina in merito alla tassazione degli immobili.