I dati dei contribuenti italiani nel 2011

 Il Ministero dell’ Economia e delle Finanze ha recentemente pubblicato le tabelle relative alle dichiarazioni dei redditi dell’ anno 2012, le quali, come è noto, hanno fotografato la situazione reddituale degli italiani relativa all’ anno precedente, ovvero al 2011. Anche questa volta, tuttavia, si può dire che le sorprese non sono affatto mancate.

Le violazioni IVA sottoposte a sanzione

 Ogni cittadino ha un profilo di contribuente che gestisce in autonomia o affida alle competenze del sostituto d’imposta. Certo è che in entrambi i casi può capitare di sbagliare. Gli errori non sono tutti dello stesso tipo e altrettanto di può dire delle sanzioni correlate.

Infatti, esistono ad esempio, le cosiddette violazioni formali, i famosi vizi di forma che non hanno un effetto sulla determinazione della base imponibile sulla quale poi si calcolano le tasse da pagare. In più le sanzioni formali non arrecano pregiudizi all’esercizio delle azioni di controllo da parte dell’Ente finanziario.

Novità nella fatturazione IVA

Sicuramente, se l’Agenzia delle Entrate o un altro controllare, dovesse occuparsi delle violazioni sostanziali piuttosto che di quelle formali, si otterrebbe un’efficienza più elevata e una riduzione degli sprechi connessi a questo genere di attività.

L’idea di molti è quella di ribadire che le violazioni formali non sono sanzionabili, perché non modificano il gettito fiscale di un contribuente e poi non sono d’intralcio all’Erario. Esistono ben due errori che si verificano ma non possono essere imputati all’autore della dichiarazione: l’errore sul fatto e l’errore di diritto.

Equitalia porta il limite a 50 mila euro

Il primo è un errore del contribuente che compie una determinata azione sicuro del fatto che non sia vietata per legge. In questo caso con maggiore attenzione, l’errore si può evitare. L’errore di diritto, invece, si lega alla dubbia interpretazione della norma violata da parte di un cittadino.

Le proposte della FIAIP per la riforma dell’IMU

 In vista della riforma e della definizione delle norme relative alla tassazione degli immobili italiani, che dovrebbe prendere corpo entro la fine dell’ estate, il Governo ha aperto una indagine conoscitiva sulla situazione del mercato italiano delle proprietà immobiliari.

Nella giornata di oggi, infatti, sono stati ascoltati dalla commissione Finanze del Senato i rappresentati della Fiaip, la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionali, i quali hanno subito messo in luce come le condizioni del settore non siano affatto rosee.

Mercato immobiliare italiano ai minimi storici dal 1985

Negli ultimi quattro anni, infatti, hanno affermato i delegati Fiaip, nel comparto immobiliare italiano sono andati in fumo 500 mila posti di lavoro, una perdita causata in massima parte dalla recente attuazione di politiche depressive – vedi la questione IMU -, che si sono negativamente saldate alle difficoltà esistenti sul fronte dell’ accesso al credito da parte delle famiglie e degli investitori.

Primo trimestre 2013 nero per i mutui

Il suggerimento della Fiaip per la futura riforma dell’ IMU è quindi quello della completa eliminazione di qualsiasi forma di tassazione di tipo patrimoniale, dal momento che la prima casa non produce reddito. Sarebbe necessario, poi, ripristinare una diretta relazione tra reddito prodotto dal bene immobiliare tassato e ammontare del tributo imposto.

Arriva la versione definitiva del redditometro

 Fonti ufficiali dell’ Agenzia delle Entrate hanno recentemente confermato che mancano oramai solo pochi giorni al rilascio della versione definitiva del Redditometro, il temuto strumento di cui in futuro l’ Agenzia stessa si avvarrà per l’ effettuazione dei controlli fiscali sui cittadini italiani.

Befera chiarisce ancora sull’utilizzo del redditometro

Nella versione definitiva sono stati a quanto pare rivisti i criteri sulla base dei quali verranno effettuati i controlli, ma il Redditometro, prosegue l’ Agenzia, verrà prevalentemente utilizzato per la lotta alla grande evasione.

Giudice napoletano boccia il redditometro

Certo, verrà sempre tenuto in considerazione il divario esistente tra le entrate e le uscite dei contribuenti, ma i margini previsti saranno più ampi che in passato. In più i consumi quotidiani delle famiglie italiane non verranno calcolati solo sulla base delle medie Istat, ma queste ultime verranno utilizzate solo per le spese che presuppongono l’esistenza di registri pubblici, come auto e immobili.

Una circolare ufficiale dell’ Agenzia delle Entrate, che da qui a pochi giorni accompagnerà l’ uscita del redditometro, chiarirà lo stato della questione relativa all’ utilizzo delle medie.

E infine, due note di procedura. Dai vertici dell’ Agenzia hanno fatto sapere che il Redditometro non avrà una validità retroattiva e che tutti i dipendenti dell’ istituto saranno chiamati a promuovere il dialogo con i contribuenti.

Quanto gravano le tasse italiane sul lavoro

 Una indagine europea ha recentemente fatto luce sulla situazione del costo del lavoro in Italia, caratterizzato, a differenza di altri Paesi europei, da una fortissima incidenza del cosiddetto cuneo fiscale, ovvero del grande divario esistente tra i soldi versati da una impresa per un lavoratore e la retribuzione da questo poi effettivamente percepita.

Le modifiche ai contratti a termine richieste dalle imprese

Il dato di fatto, dunque, secondo la fondazione belga New Direction, è che in Italia lo stipendio medio di un lavoratore viene tassato al 52,1%, quando la media europea si aggira all’ incirca 7 punti percentuali più in basso. Questo, in altre parole significa quindi che, nel nostro Paese, per ogni euro netto incassato da un dipendente, l’ azienda ne spende quasi 2, cioè 1,9.

Le proposte delle imprese per il rilancio dell’occupazione giovanile

A far lievitare il costo totale dei lavoratori ci sono, infatti, una serie di tasse e di balzelli, all’ interno dei quali sono in genere compresi gli oneri sociali e previdenziali, ma anche l’ IVA che poi si paga sui consumi, quando, a detta degli analisti, la retribuzione viene spesa.

E se si guarda alla situazione del costo del lavoro che vige, invece, in altri Paesi europei, si scopre che nel Regno Unito, in Spagna e in Svezia, ad esempio, la tassazione oscilla al massimo tra il 36 e il47%.

Vertice a sorpresa tra Letta, Alfano e Saccomanni sulle priorità di governo

 Dopo settimane di intenso lavoro e dopo la diffusione di numerosi voci, anche da parti dei diversi Ministri, in merito al futuro operato dell’ esecutivo, i tre uomini più importanti del Governo, ovvero il Presidente del  Consiglio Enrico Letta, il vicepremier e Ministro dell’ Interno Angelino Alfano e il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni si sono incontrati nella giornata di ieri in un vertice a sorpresa a Palazzo Chigi.

> Servono 2 miliardi per evitare l’aumento dei ticket sanitari

Scopo della tempestiva riunione è stato quello di fare un attimo il punto sull’ operato del Governo e decidere la lista delle priorità che lo attendono. Vero è, infatti, che già a partire da domani, l’ Italia potrebbe definitivamente uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo imposta dall’ Europa, ma anche in questo il margine di manovra previsto per l’ esecutivo sembra molto limitato.

Modifiche alla riforma Fornero per risolvere il problema esodati

Come ha precisato Saccomanni, infatti, l’ Europa potrebbe ugualmente chiedere all’ Italia, che ha un debito pubblico pari al 130% del prodotto interno lordo di restare più o meno sulla soglia del 3% nel rapporto deficit – PIL, cosa che costringerebbe il Governo a fare una scelta tra le misure effettivamente realizzabili con le risorse a disposizione.

Per questo motivo l’ idea è quella di concentrasi sulla riforma dei tributi sulla casa e su quella delle pensioni. Con al massimo un ritocco al costo del lavoro.

Per Coldiretti l’aumento IVA potrebbe ricadere sui consumi di vino

 Dovrebbe scattare il prossimo primo luglio l’ incremento dell’ aliquota IVA, la quale passerà, per effetto di una misura del Governo Monti, dall’ attuale 21% al  futuro 22%. A meno che, ovviamente, il Governo Letta non decida di rinunciare in extremis al provvedimento: reperendo, tuttavia, le necessarie coperture.

Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

Da alcuni giorni a questa parte, quindi, si susseguono gli allarmi lanciati dalle diverse componenti del mondo produttivo italiano, che teme dalla revisione dell’ imposta un ulteriore effetto di depressione dei consumi.

> L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie più numerose

Tra queste voci spicca oggi quella di Coldiretti, che, dalla manifestazione Cantine Aperte, sottolinea i possibili effetti negativi dell’ aumento dell’ aliquota dell’ IVA sui consumi del vino in Italia.  Consumi che, nel primo trimestre del 2013 hanno già subito una drastica riduzione del 7%.

Ma il dato, in realtà, conferma una tendenza di più lungo periodo che ha caratterizzato il mercato interno italiano. Nel giro degli ultimi 10 anni, infatti, il consumo di vino da parte degli italiani si è ridotto di circa il 25%, cosa che ha ridotto gli stessi ad un totale di soli 22,6 milioni di ettolitri.

A fianco a questa riduzione interna, tuttavia, ha tenuto diversamente bene il settore dell’ export, di cui hanno beneficiato Paesi come la Cina e la Germania che hanno incrementato i loro consumi di vino Made in Italy.

L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie più numerose

 Gli effetti della revisione dell’ aliquota dell’ IVA, che a partire dal prossimo primo luglio, come abbiamo più volte anticipato, passerà dal 21 al 22%, tenderanno a ricadere sulle spalle delle famiglie meno abbienti e più numerose.

Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

Lo affermano, dopo accurati studi, gli analisti dell Cgia di Mestre, che hanno calcolato che l’ incremento dell’ aliquota inciderà sui nuclei familiari che constano di più individui in maniera inversamente proporzionale al reddito.

Confesercenti lancia l’allarme sull’Iva

Insomma, secondo i calcoli della Cgia, che ha preso in considerazione tre nuclei familiari – tipo e sette livelli retributivi,  a soffrire saranno soprattutto le retribuzioni più basse e le famiglie più numerose: ragione per cui l’ innalzamento dell’ aliquota andrebbe a tutti i costi scongiurato, proprio per non creare una ulteriore emergenza sociale.

Andando più nello specifico, invece, per i nuclei familiari composti da single, l’ incremento peserà maggiormente sulle fasce meno abbienti, con un aggravio annuale fino a 99 euro.

Per un nucleo familiare composto da un lavoratore dipendente con moglie e figlio a carico si avranno spese in più per altri 113 euro l’ anno, mentre nella stessa situazione, ma con 2 figli a carico, si arriva fino a 120 euro l’anno in più.

700 milioni di euro in meno a causa delle sigarette elettroniche

 Sono circa 700 i milioni di euro che nel 2013 mancheranno all’ erario italiano, cioè ai Monopoli di Stato, dal gettito delle accise sul tabacco. Da quando, infatti, il mercato del fumo è stato letteralmente invaso dalle cosiddette  e-cig, le sigarette elettroniche, il gettito delle imposte sulle sigarette tradizionali ha subito un tracollo verticale.

E la situazione italiana non dà speranza di segni di miglioramento, perché le vendite delle e-cig raddoppiano di anno in anno.

Una nuova tassa sulle sigarette elettroniche?

E’ per questo motivo che, mentre il fatturato del settore elettronico aumenta e ogni giorno nascono nuovi punti vendita sul territorio, lo Stato ragiona incessantemente su come far fronte alle perdite subite.

> I tagli all’editoria salveranno le sigarette elettroniche

Così l’ unica soluzione possibile sembra proprio quella di introdurre una nuova tassazione anche sulle sigarette elettroniche, un tentativo che, tuttavia, è stato disatteso già almeno tre volte. Si era pensato, infatti, di introdurre un balzello già nel Decreto Sviluppo e nella legge di Stabilità del 2012 e, quest’ anno, nel recente decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione.

Ma niente da fare. Sulla spinosa questione grava inesorabile un problema di definizione del prodotto stesso, che, se succedaneo del tabacco – come non è – dovrebbe essere regolarmente soggetto all’ accisa, se invece dispositivo medico, dovrebbe essere venduto in farmacia.

Ma i tecnici del Ministero della Salute ancora non hanno trovato una soluzione.

L’ evasione fiscale mondiale produrrebbe 150 miliardi di dollari l’anno

 Il noto quotidiano londinese Guardian ha recentemente pubblicato uno studio che fa il punto della situazione sull’ increscioso problema dell’ evasione fiscale mondiale, problema che è al momento sotto i massimi riflettori della cronaca per essere stato affrontato – almeno nei suoi risvolti europei – dai 27 Paesi dell’ Unione nel vertice straordinario che si è tenuto ieri a Bruxelles.

Evasione fiscale nodo caldo del summit europeo

Secondo la ricerca condotta a termine dall’ Oxfam, una organizzazione britannica di carità, circa 18 trilioni di dollari sottratti al fisco sarebbero attualmente nascosti nei paradisi fiscali del mondo: un patrimonio che, anche se sottoposto alla più bassa delle aliquote per una eventuale tassazione, produrrebbe circa 150 miliardi di dollari all’ anno.

E i 18 milioni di dollari costituirebbero, in realtà, l’ evasione fiscale totale solo solo dei privati cittadini e non delle aziende del mondo.

L’evasione fiscale europea vale 1000 miliardi l’anno

Ma 150 miliardi di dollari all’ anno sarebbero abbastanza, secondo gli analisti dell’ Oxfam, per eliminare due volte la povertà estrema sulla terra, ovvero per superare due volte quella soglia di povertà che l’ OMS ha stabilito in 1 dollaro e 25 centesimi al giorno quale limite minimo di sussistenza per ogni individuo.

Il tema dell’ evasione fiscale si conferma così uno dei grandi nodi sociali dei nostri tempi.