Un piano casa al posto dell’IMU?

 Di decreto attuativo, per il momento, ancora non se ne parla, ma è certo che il Governo non sembra avere troppa fretta di chiudere una volta per tutte l’ affare IMU. La sospensione della rata di giugno dell’ Imposta municipale sugli immobili ha fatto, infatti, avanzare l’ idea di una più generale revisione dell’ intero settore dei tributi destinati alle proprietà immobiliari, per cui al momento si discute della possibilità di congelare il pagamento dell’ imposta anche per i fabbricati industriali ed agricoli.

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Un vero piano casa, dunque,  una soluzione graduale che però non vedrà la luce prima della fine dell’ estate e all’ interno della quale potrebbero trovare posto anche la Tares, la nuova tassa sui rifiuti che dovrebbe scattare a partire dal 2014, l’ imposta di registro, che oggi produce un gettito di circa 4 miliardi di euro l’ anno, la recente cedolare secca – con  aliquota al 21%, che tuttavia non ha prodotto i risultati tributari sperati – e le imposte ipotecarie e catastali.

Rimandato alla prossima settimana il decreto sull’IMU

Le strade percorribili sono dunque diverse: optare per il rinvio al Governo non costerebbe nulla, anche se i Comuni si troverebbero momentaneamente sforniti di risorse; si potrebbero poi continuare a vagliare soluzioni che includono gli immobili industriali e gli sgravi per i carichi di famiglia e i redditi bassi.

In Francia una tassa sugli smartphone per finanziare la cultura

 Nella Francia di Francois Hollande potrebbe essere presto introdotta una grande novità in ambito economico e culturale.

Una delle più significative proposte presentate oggi dalla commissione presieduta da Pierre Lescure, giornalista e uomo d’ affari francese, per rimettere in sesto il provato bilancio della cultura nazionale, ipotizza infatti l’ introduzione di una tassa su smartphone e tablet, prodotti tecnologici a cui più nessuno è disposto a rinunciare, al fine di finanziare iniziative e prodotti culturali, beni per i quali non tutti sono ormai disposti a spendere.

> Il triste bilancio delle librerie italiane

La logica che ha ispirato lo sviluppo di questa “originale” e innovativa proposta è dunque quella di tassare i colossi mondiali di Internet, ovvero i grandi produttori di device e i gestori dei contenuti web, come Apple, Google ed Amazon, per dare ossigeno ad un settore, quello culturale, in profonda crisi da diverso tempo

>L’Italia non investe nella cultura

Secondo i componenti della commissione, infatti, una tassa su smartphone e tablet non frenerebbe comunque gli appetiti tecnologici dei consumatori ma potrebbe facilmente risollevare prodotti ed eventi che non destano lo stesso “appeal”. La commissione Lescure propone inoltre una unificazione delle piattaforme mobile dal punto di vista della disponibilità dei prodotti culturali, come quelli cinematografici, al fine di accrescere il numero dei download legali.

Equitalia concede la rateizzazione dei debiti fino a 50 mila euro

 Sono in arrivo alcune utili novità sul fronte della normativa fiscale e delle modalità di riscossione dei debiti contratti con Equitalia Spa.

L’ azienda ha infatti recentemente concesso la possibilità di rateizzazione delle cartelle esattoriali con un importo non superiore a 50 mila euro che potranno così venire dilazionate fino ad un massimo di 72 rate.

> Equitalia annuncia novità nelle procedure

Si tratta di un provvedimento attuato per venire incontro alle esigenze dei contribuenti in difficoltà, che a causa della particolare congiuntura economica hanno riscontrato problemi nel pagamento dei debiti. Tra il 2012 ed oggi, dunque, la soglia dei debiti rateizzabili è stata dall’ azienda innalzata per ben due volte, da 5 mila a 20 euro e infine da 20 mila  50 mila.

Meno riscossioni per Equitalia, colpa della crisi

L’ altra novità riguarda poi la procedura stessa, che sarà possibile avviare anche senza la presentazione della documentazione, ma attraverso una semplice richiesta motivata. La rateizzazione dei debiti fino a 50 mila euro potrà quindi durare fino ad un massimo di 6 anni, con un importo minimo per rata pari a 100 euro. Ma è anche possibile optare per un piano di dilazione che preveda rate variabili e crescenti.

Una volta ottenuta la rateizzazione sarà anche possibile fare richiesta per il Durc, il  Documento unico di regolarità contributiva, per continuare a partecipare a concessioni e gare di appalto.

Il gettito delle entrate tributarie nel primo trimestre 2013

 Il Ministero dell’ Economia e delle Finanze (MEF) ha rilasciato oggi, attraverso il consueto bollettino, i dati relativi al gettito delle entrate tributarie italiane per il primo trimestre dell’ anno 2013.

Le entrate dello Stato italiano per i primi tre mesi dell’ anno sono dunque state pari a 87.756 milioni di euro e hanno dimostrato solo una leggera flessione dello 0,3% rispetto ai dati relativi allo stesso periodo dell’ anno precedente.

Il fisco italiano è uno dei più “pesanti” d’Europa

Il Ministero ha così commentato, di conseguenza, che “nonostante il marcato deterioramento del ciclo economico, il gettito del primo trimestre 2013 è rimasto sostanzialmente in linea con quello dell’ analogo periodo dell’ anno precedente”.

> Una service tax al posto dell’IMU?

Andando più nello specifico, le entrate dirette nel corso dei primi tre mesi di quest’ anno hanno subito un incremento del 5,9% rispetto al 2012, come anche il gettito dell’ Irpef, cresciuta del 2,0%, soprattutto in seguito all’ aumento subito dalle ritenute sui redditi.

In calo, invece, nel primo trimestre del 2013, le imposte indirette, per cui il Ministero ha registrato una diminuzione del 7,4% , risultato in particolare da una flessione dell’ IVA (-8,6%), che però risulta aumentare del 2,1% nel settore del commercio al dettaglio.

Un calo del 9,8% ha interessato poi l’ IRES, seguito da quello delle entrate relative ai giochi (-8,7%).

Le entrate tributarie risultanti dalle attività di accertamento e controllo hanno infine prodotto un gettito pari a 1.554 milioni di euro.

Il fisco italiano è uno dei più “pesanti” d’Europa

 La pressione fiscale a cui sono quotidianamente soggetti gli Italiani è una delle più alte e onerose d’Europa. Lo rileva – e rivela – uno studio condotto dalla Cgia di Mestre, l’ organizzazione veneta che ha analizzato i dati relativi alla situazione tributaria vigente nella maggior parte dei paesi europei.

In Italia troppe tasse sul lavoro secondo l’UE

Solo Danimarca (con il 47,4%), Svezia (con il 36,8%) e Finlandia (con il 30,5%), infatti, occupano nella classifica stilata dalla Cgia una posizione più elevata di quella dell’ Italia.  Bisogna considerare, tuttavia, che in questi paesi i livelli della pressione fiscale sono sempre stati storicamente molto elevati, anche perché adeguati all’ alto livello dei servizi pubblici e del welfare offerti ai cittadini.

Zanonato punta alla riduzione delle tasse

In Italia, stando alle stime della Cgia, l’indice della pressione fiscale raggiunge dunque il 30,2%, con un incremento di 1,3 punti percentuali che si è potuto registrare solo negli ultimi due anni, cioè a partire dal 2011. Il nostro Paese si situa, quindi, al quarto posto nella classifica generale.

Per un termine di confronto, il peso medio del fisco in Europa, invece, raggiunge invece i 26,5% punti percentuali, poiché in numerosi paesi europei (ad esempio Regno Unito, francia e Germania)  i livelli della pressione fiscale sono decisamente inferiori rispetto a quelli italiani.

Una service tax al posto dell’IMU?

 Si chiamerà, con ogni probabilità, Ics, cioè imposta sulla casa e sui servizi. E’ la nuova service tax su cui sono già a lavoro gli uomini della squadra di Enrico Letta, e che, da qui a pochi mesi, dovrà andare a riscrivere l’ assetto basilare del mondo dei tributi italiani: in altre parole, il dopo – IMU.

Nella nuova imposta di tipo comunale, infatti, dovranno confluire sia la rimodulazione o cancellazione –  a partire dal 2014 – della famigerata IMU, il cui pagamento, almeno per la rata di giugno, sarà sospeso a breve tramite decreto legge, come affermato proprio ieri dallo stesso Presidente del Consiglio, sia la futura Tares sui rifiuti, nonché l’ imposta di registro e l’addizionale regionale Irpef.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

Il risultato finale, per un gettito totale di circa 4 miliardi, sarà appunto una nuova tassa ripensata sulla base del modello tedesco, che ingloba diverse pertinenze, e che in minima parte peserà non solo sui possessori degli immobili, ma anche sugli affittuari. Ci sarà, poi, anche una mini patrimoniale per coloro che possiedono abitazioni di pregio.

> Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

La nuova Ics sarà basata sulle rendite catastali, ma beneficerà di agevolazioni e detrazioni per carichi di famiglia, mentre la mini patrimoniale servirà a coprire la cancellazione dell’Irpef e peserà sulle spalle dei possessori di beni di lusso dal valore di oltre un milione e mezzo di euro.

Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

 Il Ministro dell’ Economia Fabrizio Saccomanni ha riferito ieri in Parlamento in merito alle possibili modifiche che potrebbero interessare l’ attuale imposta sugli immobili, l’ IMU, all’ indomani della sua sospensione a partire dal mese di giugno.

L’IMU sarà sospesa a giugno e alleggerita

Attraverso le parole, per il momento ancora molto caute, del Ministro, si è potuto dunque intendere che nel prossimo futuro ci sarà una profonda riforma dell’ imposta, alla quale potrebbe essere assegnato anche un nuovo nome, sulla base della eventuale possibilità che accorpi dentro di sé anche altri tributi.

> Presto il decreto legge per il rinvio dell’IMU

L’ IMU potrebbe, cioè, venire trasformata in una imposta comunale, una Imposta di servizio dei Comuni, che abbracci anche le odierne tasse sui rifiuti, come la Tarsu, la Tia e la nuova Tares. I Comuni potrebbero, di conseguenza, modificare le aliquote in base alle diverse necessità.

La nuova imposta, inoltre, potrebbe contenere anche una parte del gettito dell’ imposta del registro, una delle tasse che si paga sempre in relazione agli immobili. Ma dal punto di vista di un alleggerimento del peso sociale della nuova tassa, potrebbero essere aumentate le detrazioni per i figli a carico, in modo da alleggerire quella che sarà la futura tassa di servizio per le famiglie numerose, e si potrebbe tenere conto dei redditi bassi.

Zanonato punta alla riduzione delle tasse

 Uno dei primi impegni del nuovo Governo, è stato, come abbiamo visto in questi giorni e in queste ultime ore, quello di intervenire sulla questione dei tributi italiani in vista di una loro possibile neutralizzazione.

> Il Governo Letta ridisegna le tasse

Dello stesso parere anche il neo Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, che ha rilasciato delle dichiarazioni in merito. Per il Ministro, infatti, l’obiettivo imminente del Governo Letta è quello di ridurre le tasse senza tagliare i servizi o aumentare il debito.

Secondo Zanonato, infatti, ci sarebbe la possibilità di agire su alcune leve per il reperimento delle risorse necessarie all’attuazione di questo obiettivo. Si potrebbe, ad esempio, migliorare la lotta all’ evasione fiscale, incentivare il rendimento dl patrimonio pubblico, ma anche recuperare nuove risorse riducendo le spese.

Governo Letta, ecco il programma del ministro Saccomanni

L’austerità, infatti, – sostiene il Ministro – non può essere una misura da applicare in modo duraturo e permanente. E’ necessario, invece, trovare modalità per la crescita e lo sviluppo, anche ridiscutendo con l’Unione Europea il patto di stabilità per recuperare la spesa per gli investimenti. Numerosi sono, tra l’altro, i Paesi europei orientati verso questa strada.

E’ necessario, infine, attuare una politica economica credibile per tenere basso lo spread.

Il Governo Letta ridisegna le tasse

 Il Governo Letta, appena insediato, avanza una serie di provvedimenti, in vista di una neutralizzazione fiscale, per ridisegnare i principali tributi dello Stato italiano e dare così un po’ di ossigeno alle famiglie.

Le modifiche principali all’assetto fiscale italiano finora costituito riguardano, in particolare, l’ Imposta Municipale, la Tares relativa ai rifiuti e l’ aumento dell’ Iva che sarebbe stato previsto per luglio prossimo.

> L’IMU sarà sospesa a giugno e alleggerita

Ma procediamo con ordine. Per quanto riguarda l’IMU, la tassa sugli immobili, le modifiche come annunciato dallo stesso Letta e dal Ministro Delrio, riguarderanno solo le prime case, i cui proprietari non saranno tenuti al pagamento della rata del prossimo 17 giugno. Si rimarrà poi in attesa di quanto il governo deciderà in merito alla seconda rata del 16 dicembre, che potrà subire una rimodulazione o essere parimenti neutralizzata.

La situazione delle tasse per i prossimi mesi

Nessuna modifica è prevista, invece, per quanto riguarda il regime fiscale delle seconde case, dei capannoni e degli impianti industriali.

Per quanto riguarda, poi, la Tares, subirà anch’ essa una revisione, prima ovviamente della scadenza del suo attuale rinvio, che cadrà nel mese di dicembre prossimo.

Infine, la questione dell’ aumento dell’ IVA a partire da luglio prossimo non si porrà affatto poiché il premier Letta ha assicurato che non si avrà un suo inasprimento.

In Italia troppe tasse sul lavoro secondo l’UE

 La Commissione Europea ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla tendenza della tassazione in Europa, rilevando come la situazione dell’ Italia risulti del tutto particolare rispetto alla media degli altri Pesi dell’Unione.

L’agenda di Letta: stop all’Imu e all’Iva, lavoro al primo posto

In Italia, infatti, la pressione fiscale ha raggiunto, nel solo 2011, il 42,5%, diventando la sesta più alta di tutta l’ Unione Europea. A questi dati, inoltre, bisogna aggiungere il fatto che anche nel corso del 2012, periodo non rilevato dal rapporto, l’ introduzione di una nuova serie di imposte, quali l’ IMU, l’ Iva e le altre tasse regionali deve avere modificato ulteriormente la situazione.

Quanto dobbiamo lavorare per pagare le tasse?

Il rapporto della Commissione europea rileva, dunque, che il lavoro in Italia è molto più tassato, in generale, della proprietà privata, e questo porta sicuramente l’ Italia indietro sul piano della competitività rispetto ad altri Paesi europei caratterizzati da una pressione fiscale minore.

Il rapporto della Commissione Europea, tuttavia, mette in luce che l’ Unione è un sistema che si basa su una alta pressione fiscale. In Paesi quali la Svezia, ad esempio, quest’ ultima raggiunge il 50%. Ma le tasse vanno sempre considerate e valutate sulla base dei servizi che si ottengono in cambio.