La BCE non modifica il costo del denaro

 Con l’ inizio del mese di luglio si era riacceso sui mercati europei e internazionali l’ interesse per le decisioni che sarebbero state prese di lì a poco dalla Banca Centrale Europea in merito al costo del denaro, dal momento che solo al mese scorso risale l’ ultima modifica dei tassi.

Si vende casa ma con lo sconto

 Nel leggere gli ultimi rapporti messi a disposizione dalla Banca d’Italia sembra essersi lasciati alle spalle lo spettro della crisi immobiliare. Tutto quello che riguarda crisi delle vendite e non solo, infatti, è stato messo in cantina per prendere coscienza del fatto che 6 aziende su 10 riescono comunque a piazzare un immobile sul mercato.

Non tutti gli agenti immobiliari, stando al report indicato,  hanno appeso la cravatta al chiodo. C’è infatti il 60 per cento degli operatori del settore che anche nel primo trimestre dell’anno, ha continuato a lavorare concludendo degli affari. Affari per chi compra, beninteso, visto che le case in vendita sono state acquistate con un buono sconto medio del 15,6 per cento.

Si acquista casa anche senza mutuo

Nei primi mesi del 2013, ecco i dati ufficiali, il 64,5 per cento delle agenzie immobiliari ha venduto almeno una casa. Una volta su due questa casa è stata acquistata in contanti, quindi senza dover accendere un mutuo presso un istituto di credito. Questo vuol dire che il crollo dei mutui non è direttamente proporzionale al crollo delle vendite.

Per vendere basta abbassare i prezzi

Di fatto, ogni qual volta l’operazione di vendita è andata a buon fine, la trattativa si è conclusa con uno sconto che è stato mediamente del 15,6 per cento. Se i dati fossero confermati, nel primo trimestre del 2013 ci sarebbe un leggero miglioramento rispetto all’ultima parte del 2012.

I conti correnti italiani costano troppo

 Aprire un conto corrente per la gestione del risparmio di tutti i giorni sembra questione di poco, soprattutto adesso che dopo la legge di Stabilità, è stato introdotto il concetto di Conto di base. In realtà, molte associazioni di consumatori, contraddicendo quanto riportato dalla Banca d’Italia, sostengono che i conti correnti nostrani hanno un costo eccessivo.

In regalo con il conto la PS3

Adusbef e Federconsumatori hanno replicato alla Banca d’Italia che ultimamente ha indicato un calo nelle spese per il mantenimento del conto corrente bancario, spiegando che i costi non sono quelli rilevati nella statistica ufficiale. Basterebbe infatti considerare le spese per il saldo dell’IMU, che possono raggiungere i 10 euro, per capire che si possono arrivare a spendere anche diverse centinaia di euro per la tenuta del conto.

I calcoli fatti dalle associazioni dei consumatori sembrano essere reali piuttosto che basati sulle stime e prendono il via dalle informazioni reperite direttamente dalle banche. In Italia ci sono, ad esempio, 10 istituti di credito che collezionano insieme l’85 per cento dei conti correnti tricolore.

Il conto corrente di base di Tercas

Secondo Adusbef e Federconsumatori il costo di gestione di un conto che sia a bassa operatività, è il 318% più costoso di quanto riporta la Banca d’Italia. Alla fine si arrivano a spendere anche 320 euro all’anno. Le banche usate per la rilevazione sono le 10 di cui si parlava in precedenza: Unicredit, Intesa San Paolo,  Bnl,  Mps, Banca Popolare, Carige, Popolare di Milano, Banca Sella, Popolare di Vicenza, Credem.

Mutui sempre meno adatti ai giovani

 Il mondo creditizio sembra molto attento alle richieste di mutuo dei giovani e propone loro delle interessanti soluzioni a condizioni agevolate. Eppure questo non vuol dire che i giovani sia davvero i più propensi a chiedere questo genere di finanziamenti alle banche. Anzi, una recente ricerca dimostra che pochissimi giovani sono alle prese con le banche per l’erogazione di un prestito per l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile.

BPM ti strizza il mutuo

A condurre la ricerca in tal senso, ci ha pensato il portale Casa.it che ha cercato di elaborare a livello statistico i dati forniti dalle banche. Il risultato della ricerca è che soltanto un mutuatario su cinque, quindi il 20 per cento ha un’età compresa tra 25 e 30 anni. Se poi il target scende alla fascia d’età tra 18 e 25 anni, allora si scopre che le richieste dei giovani sono soltanto il 7 per cento del totale.

I vantaggi per i giovani lombardi

Il problema alla radice di questa situazione è nelle condizioni lavorative dei giovani che hanno spesso un contratto precario, che aspirano alla famiglia e alla stabilità di una casa ma che non hanno le garanzie reddituali sufficienti da offrire agli istituti di credito.

Questo non toglie che un italiano su tre, avendone la possibilità, investirebbe nel mattone. La casa, infatti, è ancora un’espressione di sicurezza.

Prestiti online in 24 ore sono possibili

 Generalmente chi richiede un prestito ha bisogno di liquidità in quel momento. Ovvero, a differenza dei mutui che hanno di base una progettazione delle spese di lungo periodo, per quanto riguarda i prestiti le domande sono legate a bisogni contingenti.

Prestiti online sempre meno accessibili

A volte le richieste di prestito hanno addirittura carattere d’urgenza e la scappatoia dei consumatori, in questi casi specifici, è internet dove è possibile trovare numerose offerte anche con l’erogazione dell’importo nel giro di 24 ore. Tutto sta nel conoscere il canale affidabile e sicuro. Una ricognizione effettuata da Supermoney, illustra gli istituti di credito e le agenzie che online riescono ad avviare e chiudere una pratica nel giro di un giorno.

Credito casa arredamento Findomestic

Cerchiamo di capire insieme come funzionano questi prodotti e a chi si possono chiedere. Il richiedente deve avere dei documenti che testimoniano il suo reddito e la capacità di rimborso dell’importo chiesto in prestito. La documentazione reddituale, unita a quella anagrafica, sono una garanzia sufficiente per Findomestic e Agos Ducato, entrambe presenti online.

La prima agenzia offre delle condizioni molto vantaggiose per le richieste che arrivano da internet, per esempio per una richiesta di 10 mila euro, da rimborsare anche in sette anni, è applicato un TAEG del 7,65 per cento. Agos Ducato, invece, applica un tasso più basso, del 6,90 per cento e consente di personalizzare il rimborso, fino ad un massimo di 84 rate.

Come funziona il prestito con Quinto BancoPosta

 Come si evince dal nome, il prestito Quinto BancoPosta di Poste Italiane fa parte della tipologia di prestiti che si possono restituire attraverso la cessione del quinto della propria rendita direttamente a Poste Italiane.

► Guida al credito agevolato

Inizialmente dedicato solo ai pensionati, la possibilità di richiedere un prestito con Quinto BancoPosta è stata estesa anche ai dipendenti statali.

La durata del prestito Quinto BancoPosta varia da 3 a 10 anni e per ottenerla, come avviene solitamente con questo tipo di prestiti, non è necessario dare alcun tipo di garanzia all’istituto che concede il prestito se non il possesso di una pensione o di uno stipendio.

I tassi applicati per la restituzione del Quinto BancoPosta partono da un minimo del 6,5% annuo. Sono molto convenienti, ma questo prestito prevede delle spese accessorie che alzano il costo del prestito stesso: tra queste ci sono soprattutto le spese accessorie per l’acquisto di una polizza sulla vita, che assicura il creditore dal rischio che il debitore muoia prima della scadenza del piano di rimborso o da una eventuale perdita del posto di lavoro.

► Ottenere un prestito senza busta paga

Questi costi accessori incidono in modo rilevante sul Taeg, che così arriva anche al 9-10% annuo, che comunque rimane un tasso di rimborso inferiore a quello che generalmente viene offerto per la maggior parte dei crediti al consumo effettuati con la cessione del quinto.

Di nuovo in salita la fiducia dei consumatori

 Se un paese è in crisi, per la paura di ritrovarsi senza soldi in un domani in cui la crisi si potrebbe aggravare, i cittadini evitano di fare spese ed eliminano quelle superflue. Soltanto se cambiano le condizioni e c’è maggiore speranza, allora la fiducia risale la china e si può quasi dire che il peggio sia passato.

Noi, l’Italia, siamo proprio in questa seconda fase, forse anche per via della risoluzione della questione politica che finalmente ha portato alla definizione di un governo. In realtà, chi ha calcolato l’indicatore della fiducia dei consumatori, l’Istat, spiega che qualcosa è intervenuto anche nei criteri di calcolo.

Aumenti della benzina minano il portafoglio delle famiglie

Il risultato non cambia: la fiducia dei consumatori è in aumento è ha raggiunto i livelli massimi da marzo 2012 ad oggi. L’Istat spiega “per correttezza” che sono state introdotte delle modifiche nel campione di riferimento e nelle tecniche stesse di rilevazione. Entriamo un po’ nei dettagli.

Il vecchio potere d’acquisto solo nel 2036

Il clima di fiducia dei consumatori è cresciuto a giugno, rispetto al mese precedente, passando dall’86,4 al 95,7. In pratica si è giunti ad un livello molto positivo, il più positivo da marzo 2012. Le modifiche introdotte hanno in parte modificato le rilevazioni del mese di giugno ma rischiano anche di creare una discontinuità profonda rispetto al passato.

Ma non è tutta questione di statistica, infatti, molto è dovuto anche alla sospensione del pagamento dell’IMU sulla prima casa che ha ridato vigore alle spese dei cittadini.

BPM ti strizza il mutuo

 Strizza il Mutuo è una proposta del gruppo BIPIEMME cui gli aspiranti mutuatari possono accedere ancora per pochissimi giorni. L’offerta che stiamo per descrivere, infatti, vale fino al 28 giugno.

Strizza il Mutuo è un prodotto a tasso variabile che il Gruppo Banca Popolare di Milano promuove per qualche giorno ancora a favore di chi debba acquistare la prima o la seconda casa, oppure a favore di chi ha in mente di ristrutturare l’abitazione principale. Se la finalità del prestito richiesto è tra le tre indicate, allora Strizza il Mutuo è sicuramente un prodotto da tenere in considerazione.

Il Tasso variabile di BPM in offerta

I destinatari del finanziamento sono i giovani tra 18 e 75 anni che possono rimborsare il credito richiesto con un piano d’ammortamento che va da minimo 10 anni a massimo 30 e che è equivalente all’80 per cento del valore dell’immobile da acquistare o da ristrutturare. Il tasso e lo spread cambiano in base alla durata del rimborso.

I tempi dettati da Bipiemme

Il riferimento è sempre l’indice Euribor cui si aggiunge lo spread del 2,90 per cento per i mutui rimborsabili fino a 25 anni, oppure si aggiunge lo spread del 3 per cento per i mutui rimborsabili da 26 a 30 anni. L’aggiornamento del tasso avviene ogni mese, facendo riferimento all’Euribor arrotondato in eccesso allo 0,05 per cento.

Non mancano le spese di istruttoria, circa 400 euro, le spese d’incasso rata e le spese di perizia, anche queste variabili, ma calcolate in base all’importo richiesto.