Ubi Banca e il Variabile Sempre Light scontato

 Ubi Banca, come già altre realtà creditizie, regala ai giovani l’opportunità di accedere ad una forma di finanziamento scontata. Si tratta del Mutuo Casa Giovani Coppie 2013 Tasso Variabile Sempre Light. Questo prodotto è stato di recente recensito dal portale Mutuionline.

Ubi Banca pensa ai giovani precari

Tra i vantaggi della proposta ci sono le condizioni promozionali che adesso andiamo a descrivere più nel dettaglio e lo spread decrescente applicato dall’istituto di credito. I destinatari di questo mutuo sono i giovani che non hanno ancora compiuto 40 anni e che hanno un lavoro atipico oppure a tempo determinato.

L’obiettivo del mutuo in questione è fare in modo che anche questo tipo di lavoratori possano accedere ad un finanziamento conveniente per l’acquisto della prima casa. Il tasso applicato al mutuo è un variabile e rispetto all’importo finanziabile si precisa che si può ottenere fino all’80 per cento del valore di perizia dell’immobile fino ad un massimo di 500 mila euro.

La BCE e i tassi d’interesse sui mutui

Il mutuo deve poi essere rimborsato in un periodo che varia dai 5 ai 35 anni. Il tasso variabile è indicizzato con l’Euribor 360 a 1 mese media mensile cui si deve aggiungere lo spread del 3%. Ogni cinque anni, a partire dal quinto anno, questo spread scende di 5 punti, quindi dello 0,05%.

Chiudere il conto corrente evitando le brutte sorprese

Si può cambiare conto corrente stracciando il contratto stipulato con la propria banca dopo aver inviato la comunicazione all’istituto di credito che emette il servizio. Fino a qui, ci siamo.

A tal proposito, però, spesso e volentieri si incorre nel rischio di finire in spiacevoli inconvenienti connessi ai costi di gestione che restano il più delle volte sconosciuti al cliente.

Cosa si intende per costi di gestione? Quali sono? Come possiamo evitare le brutte sorprese alla chiusura del conto?

I costi di gestione sono molteplici. Quelli principali, tuttavia, sono:

– Redazione e invio di estratti conto.

– Costi per bonifici, gestione Titoli, uso del Bancomat.

– Commissioni di Massimo Scoperto (interessi passivi).

– Spese per pagamenti e ricariche.

Il pagamento delle spese in questione, addebitate mensilmente o trimestralmente, in base all’istituto di credito vengono sempre calcolate al momento della chiusura e il loro importo non è mai standardizzabile.

Può succedere che la banca stabilisca un forfait di spese gonfiate che vanno a danno del cliente.

Per queste ragioni è altamente consigliato chiedere un aiuto da un consulente competente.

La cosa certa è che tutti i titolari di c/c per estinguere il conto dovranno sborsare:

– Spese inerenti alla gestione del conto per l’ultimo trimestre (o periodo calcolato).

– Bollo per l’invio dell’ultimo estratto conto.In questo caso il consiglio e’ quello di farsi seguire da un consulente di fiducia.

Il cambiamento dei prezzi delle case in 40 anni

 I prezzi delle case, nonostante la crisi, sembrano scendere meno del previsto perché da un lato ci sono i potenziali acquirenti che hanno difficoltà nell’accensione del mutuo e non possono accettare l’acquisto di una casa a prezzi superiori alla loro capacità di spesa, dall’altra ci sono i proprietari che vogliono aspettare il momento propizio per vendere e massimizzare gli introiti.

► Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Quando si parla di compravendita degli immobili, sembra sempre di essere di fronte ad una bolla immobiliare, ma per capire cosa sta succedendo è utile ricostruire il panorama degli ultimi 40 anni. Lo ha fatto l’Economist rilevando la variazioni del prezzo delle case al netto dell’inflazione.

► Torna la fiducia nella casa

Il primo dato che si evince è quello relativo al periodo in cui c’era la lira e l’Italia è stata interessata da alcuni momenti di iper inflazione. In pochissimi anni, il valore nominale della valuta locale, è stato modificato sensibilmente.

Se poi si considera il periodo che va dal 1975 ad oggi, si scopre che l’aumento reale dei prezzi è stato del 44,5 per cento che, in termini assoluti è un incremento elevato, ma poi, in termini relativi, non ha comportato chissà cosa.

Adesso lo yen è troppo debole?

 I giapponesi, in questo momento, stanno riservando delle incredibili sorprese al mercato valutario. In un primo momento hanno “scatenato il panico” dicendo di voler insistere sulla svalutazione dello yen per far recuperare valore alla moneta locale. Poi, accusati di aver scatenato una guerra tra valute, hanno risposto dicendo che avrebbero insistito con la svalutazione per rilanciare l’economia giapponese, ribadendo il ruolo assegnato da sempre alle banche centrali.

Il mercato forex è ancora favorevole al dollaro

Peccato che alla lunga, dopo qualche mese a dire il vero, questa svalutazione sia sembrata eccessiva a molti analisti, tanto che anche in Giappone si pensa a fare un piccolo passo indietro. 

Per questo, all’inizio della settimana di scambi, il ministro dell’Economia Akira Amari, ha detto che la forza dello yen, così svalutato, sta diventando un problema per l’economia giapponese. Il tasso della coppia USD/JPY, infatti, è arrivato ai massimi livelli da quattro anni a questa parte.

Quale yen aiuta Toyota

La preoccupazione del ministro giapponese dell’economia nasce dal fatto che mentre ci sono delle aziende che sono avvantaggiate dalla svalutazione dello yen, per esempio la Toyota, ci sono poi settori che da questa situazione non traggono benefici, per esempio quelli che sono orientati all’importazione dei materiali. Si vadano i produttori di acciaio.

La rata dei mutui scende se sono accesi online

 I mutui accesi tramite una banca online o sfruttando le risorse del web, sono sicuramente i più economici. In generale, questo, non è un momento per chiedere un prestito finalizzato all’acquisto della casa, ma è vero che si possono comunque trovare delle soluzioni al risparmio.

Primo trimestre 2013 nero per i mutui

I mutui online rientrano in questa categoria perché sembrano essere estranei alla logica delle banche tradizionali. Supermoney ha provato a fare un confronto online delle offerte disponibili in rete. L’esempio è quello della richiesta inoltrata da un impiegato a tempo indeterminato di 35 anni che abbia uno stipendio netto di 1800 euro al mese. La richiesta d’esempio è fatta per un mutuo di 100 mila euro da rimborsare in 25 anni, a tasso variabile con cap. L’indicizzazione è quella con il tasso BCE, in modo da poter approfittare di un ulteriore tagli o dei tassi.

Come si usa lo stipendio degli italiani

Le offerte più convenienti per questo tipo di richiesta sono quelle della Banca Sella, della BNL e della Deutsche Bank. La prima delle tre propone il mutuo Ambra On Line BCE Acquisto con un TAEG del 3,64 per cento. Il tasso variabile BCE è fissato allo 0,50 per cento cui si aggiunge uno spread del 2,80 per cento. Da aggiungere ai costi le spese di perizia, 200 euro e le spese d’istruttoria di 1000 euro.

Primo trimestre 2013 nero per i mutui

 Il primo trimestre del 2013 doveva essere un periodo di ripresa per il settore dei mutui, invece i primi report riferiti ai mesi di gennaio, febbraio e marzo, si conferma triste per il credito alle famiglie. Il Crif descrive molto bene la situazione: in primo luogo c’è stata la contrazione delle domande dei potenziali mutuatari che sono scese dell’11 per cento. E poi i loan to value delle banche restano troppo bassi.

Come si usa lo stipendio degli italiani

La contrazione delle domande di mutuo del primo trimestre del 2013 segue la contrazione delle domande del 2012 che è stata del 42 per cento su base annua. Se poi si vuole analizzare il numero reale delle abitazioni acquistate nel 2012, sfruttando la banca dati dell’Agenzia del territorio e dell’Agenzia delle Entrate, allora si scopre che c’è stata una riduzione degli acquisti del 38,6 per cento. Sono state effettuate soltanto 155.466 compravendite.

Come sospendere le rate del mutuo

La situazione descritta per quello che riguarda i mutui, influisce direttamente anche sul mercato immobiliare e su quello edilizio, considerati cruciali per l’economia nel suo intero. I clienti delle banche, però, hanno ormai perso la fiducia nei loro istituti di credito che non finanziano più del 60 per cento del valore dell’immobile. Il primo passo da compiere, quindi, sarebbe un ritorno ai finanziamenti che superano l’80 per cento.

Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

 Il mercato immobiliare italiano ha un andamento molto particolare perché nonostante si parli di crollo, nel senso di calo poderoso delle vendite, i prezzi continuano ad essere più alti del previsto. L’Istat, nel mese di marzo, ha dato alle stampe il Rapporto Immobiliare 2013 che è stato realizzato in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e con l’Abi.

Torna la fiducia nella casa

Quello che si evidenzia è che la contrazione delle compravendite è poderosa e rispetto al 2011 è salita fino al 27,5 per cento. Tutto farebbe pensare ad uno stallo capace d’indurre una riduzione dei prezzi, invece i prezzi delle case non scendono. 

► Si abbassano gli affitti in tempi di crisi

Il Codacons si spiega la situazione in questo modo: le famiglie, oggi, sono indebitate, sull’orlo del fallimento e tassate dall’IMU. La loro intenzione è sicuramente quella di vendere casa, ma i debiti sono talmente tanti che vogliono evitare la svendita. Quindi il crollo delle compravendite è maggiore del crollo dei prezzi.

Secondo Mario Breglia di Scenari Immobiliari, invece, il mercato odierno è caratterizzato dal fatto che i prezzi possono scendere soltanto per quel che riguarda il guadagno mentre i costi di produzione non sono da considerarsi comprimibili. 

Solo l’Adiconsum dice che un piccolo calo dei prezzi c’è stato, ma è stato talmente lieve da poter essere considerato impercettibile.

Per il FMI l’Italia ha consolidato i suoi conti

 \Dopo mesi e mesi di austerity e una serie di provvedimenti all’ insegna del rigore fiscale arriva finalmente per l’ Italia una buona notizia. Il direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo monetario internazionale, Carlo Cottarelli, ha infatti dichiarato che il nostro Paese si trova a buon punto sulla strada del consolidamento dei conti pubblici.

> Stime Eurostat sul debito pubblico italiano

A differenza di altri Paesi europei, come, ad esempio, la Francia, che ancora si trova nella necessità di lavorare su politiche di aggiustamento fiscale, Paesi come l’ Italia e la Germania si trovano già ad un buon livello. L’ Italia, infatti, ha attuato importanti riforme nel settore delle pensioni e ora le politiche di restrizione fiscale possono procedere a velocità più moderata, anche perché, un po’ in tutto il mondo si registra oggi la tendenza, per gli Stati ad avere dei debiti più alti che in passato. Almeno a partire dagli anni ’30 in avanti.

> Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Le politiche di rigore fiscale, tuttavia, non devono mai arrivare a deprimere l’ economia degli Stati che le mettono in pratica. L’ ideale, quindi, è quello di agire attraverso misure di medio termine, che non contribuiscano ad allentare troppo la pressione, ma neppure ad esasperarla.

Come scoprire l’usura nel conto corrente

 Quando si accende un conto corrente si pensa sempre alle funzionalità che questo prodotto deve espletare: gestione dei risparmi, ricezione e invio dei bonifici, nella migliore delle ipotesi è contemplato anche un rendimento.

Altroconsumo denuncia la mancanza del conto corrente base in Italia

Tutta la riflessione sulla relazione tra usura e banche è stata portata in evidenza da un servizio della trasmissione televisiva “Le Iene” che aveva come obiettivo quello di proteggere i cittadini da una pratica bancaria molto comune ma anche troppo simile all’usura, punita dalla legge.

Il CC di ING Direct e i vantaggi

Una legge, la numero 108 del 7 marzo 1996 e un articolo del Codice penale, il numero 644, hanno stabilito dei parametri oggettivi per confinare il fenomeno dell’usura. In pratica la banca non può applicare tassi più alti di quelli stabiliti dalla legge, sfruttando strumenti come le commissioni, le remunerazioni e via dicendo.

In più, a completare il quadro, c’è la relazione trimestrale della Banca d’Italia che stabilisce un tasso effettivo globale medio, conosciuto anche come tasso di soglia, che ogni banca applica nel momento in cui un consumatore si rivolge all’istituto di credito per un prestito, per un mutuo o per un fido.

Per l’apertura di un conto corrente che abbia una giacenza fino a 5000 euro, i tassi effettivi globali medi sono dell’11,39 per cento, mentre per le giacenze superiori oltre i 5000 euro, i tassi sono del 10,19 per cento.