I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

 Se il governo delibera che per i lavori di ristrutturazione si può ottenere uno sconto del 50 per cento, allora è normale che molti cittadini che hanno una casa, si affrettino a pagare i lavori entro il 30 giugno 2013.

Fino a questo giorno, infatti, la detrazione sarà pari al 50 per cento delle spese sostenute, poi dal primo luglio, la detrazione subirà un calo fino al 36 per cento. Le operazioni restano comunque ancora molto convenienti. Ma se si dovesse chiedere un prestito per sostenere le spese di ristrutturazione, quali sarebbero le offerte migliori in circolazione?

Prestiti in calo, che fare?

I lavori di ristrutturazione, per l’entità della spesa, sono più vicini al prestito bancario che al prestito tradizionale. Se a chiedere questo prestito è un libero professionista che ha in mano un preventivo per lavori di circa 60 mila euro, con l’obiettivo di restituirli in 10 anni, allora dovrà affidarsi a Findomestic, a Credem, oppure alla Banca Popolare di Sondrio.

Si chiede un prestito soprattutto per ristrutturare

Findomestic, per esempio, prevede il pagamento di 120 rate di circa 750 euro ciascuna con l’applicazione di un TAEG del 9,06 per cento. Leggermente più caro il prestito personale Maxi Avvera di Credem che propone invece un TAEG del 12,85 per cento con la rispettiva rata di 857,5 euro. 

Infine, c’è la banca Popolare di Sondrio che offre un TAEG leggermente più alto della Credem del 12,90 per cento.

Prestiti in calo, che fare?

 La stretta creditizia, quella che viene comunemente chiamata credit crunch, presto presenterà il nuovo conto ai cittadini. Intanto chi ha bisogno di un po’ di liquidità per rimettere a posto il bilancio famigliare, oppure per eseguire dei piccoli acquisti, sta valutando tutte le possibilità. Le valutazioni, però, sono molto lunghe.

Le previsioni sui tassi futuri

Nel 2012, infatti, lo spiega bene anche il Crif, le famiglie italiane hanno rinunciato a chiedere prestiti e mutui, a  me non ci considerino fonti di finanziamento diverse da finanziarie e istituti di credito. L’importo medio erogato per le famiglie, che si parli di prestiti o di mutui, è indifferente, è calato molto nel 2012.

Le nuove soglie di usura su mutui e prestiti

La diminuzione si è assestata sul 3,7 per cento per i mutui ed è stata del 4,1 per cento per i prestiti finalizzati, ma il calo è stato ancora più consistente e nel dettaglio del 6,7 per cento se si parla di prestiti personali. La contrazione ha rispecchiato l’acuirsi della crisi che va a pesare sulle tasche delle famiglie del Belpaese.

I mutui immobiliari sono diminuiti e questa flessione della domanda ha fatto salire ancora di più i tassi applicati dalle banche. La contrazione dei prestiti, invece, è stata più che altro un ridimensionamento che ha riguardato soprattutto le richieste finalizzate all’acquisto dell’auto , seguite dalle spese d’arredamento, da quelle per gli elettrodomestici e via discorrendo.

 

Le previsioni sui tassi futuri

 Se avete acceso un mutuo negli anni scorsi ed avete optato per la soluzione variabile, in questo momento starete pregando affinché la crisi duri e i tassi d’interesse restino al minimo. In questo modo, infatti, la vostra rata continuerà ad essere leggera senza affrontare le difficoltà crescenti del mondo creditizio.

Le banche concedono ancora pochi mutui

Ma se al contrario il mutuo non lo avete ancora acceso e siete alla ricerca del tasso più conveniente del momento, la prima cosa da analizzare sono i tassi medi applicati oggi a mutui e prestiti e poi le tendenze delle ultime settimane. Soltanto così potete azzardare ad una previsione per il futuro.

I tassi variabili, in generale, oggi rappresentano i prodotti che le banche hanno maggiormente a disposizione, praticamente sono l’80 per cento dei mutui attivi nel nostro paese. Siccome anche i tassi fissi meritano il loro momento di gloria, molti istituti di credito li stanno scontando dimostrando che anche scegliendo la sicurezza della rata certa, in qualche modo si può risparmiare. Ma per il futuro?

I migliori mutui a tasso variabile a 15 anni

Mediamente il tasso variabile resterà in un range compreso tra il 2,5 per cento e il 3 per cento. Mentre per il tasso fisso il recinto di oscillazione sarà tra 3 e 5,5 per cento. Lo spread, anche se ridotto dal singolo istituto di credito, resta la parte più consistente del TAEG.

La migliore surroga a tasso fisso

 In un periodo di forte crisi economica, la scelta di risparmiare appartiene a tutte le categorie di acquirenti e mutuatari. Oggi, in base alla ricognizione di Mutuisupermarket, scopriamo anche che la migliore surroga a tasso fisso la offre la BNL. La surroga, invece dell’accensione del mutuo classico, riesce a fa risparmiare qualcosa sulle spese riducendo la differenza tra tasso del mutuo e TAEG finale.

Le banche concedono ancora pochi mutui

La surroga a tasso fisso della BNL prevede un TAEG del 6,62 per cento. Il costo percentuale complessivo del mutuo è la somma del costo degli interessi del mutuo stesso, quindi il tasso, più le spese iniziali, le spese ricorrenti e l’imposta sostitutiva. Come abbiamo accennato il tasso non è molto distante dal TAEG e si assesta infatti sul 6,40 per cento.

Le offerte di Webank e BNL per i mutui di aprile

Le spese iniziali sono pari a zero per quanto riguarda perizia e istruttoria, mentre sono presenti le spese ricorrenti pari a 798 euro. Si tratta sostanzialmente dell’assicurazione scoppio e incendio che  è spalmata su tutte le rate per 2,66 euro a rata. L’imposta sostitutiva per questa surroga è pari a zero.

Da ricordare che l’importo minimo finanziabile è di 50 mila euro e l’importo massimo della surroga non deve superare il 75 per cento del valore dell’immobile, che corrisponde al valore di perizia disposto dalla banca.

Asmussen della Bce sul costo del denaro

 Mentre mercati e rappresentanti politici dei Paesi europei si interrogano sulle possibili decisioni che saranno prese da Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, in merito alla questione dei tessi di interesse e del costo del denaro, sulla questione interviene un esponente interno della stessa Bce.

>Critiche dalla Bundesbank alla Bce

Si tratta di Joerg Asmussen, membro tedesco del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea che in linea generale accoglie le rilevazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel in merito all’esistenza di una Europa a due velocità, che avrebbe quasi bisogno della imposizione di un doppio tasso di interesse per il soddisfacimento delle esigenze economiche di Paesi che versano in situazioni molto diverse tra loro.

> Angela Merkel sul problema dei tassi della Bce

Asmussen sostiene infatti che un taglio dei tassi di interesse potrebbe non agevolare i paesi europei in recessione non promuovendo delle misure adatte ad una futura crescita, senza contare inoltre che si tratterebbe di un intervento di portata limitata con il rischio di attenuare gli sforzi compiuti in direzione del consolidamento dei bilanci.

Anche le operazioni sui tagli, dunque, potrebbero non essere idonee a combattere ogni problema economico: quello di cui c’è bisogno in Europa è una migliore unione – ha precisato il rappresentante della Bce – dal punto di vista economico e finanziario.

 

Angela Merkel sul problema dei tassi della Bce

 La Banca Centrale Europea e il suo governatore Mario Draghi sono chiamati in questi giorni a decidere gli interventi che andranno operati sul costo del denaro. In attesa di questa importante decisione sia i mercati, sia i principali attori della situazione politica si sono espressi a favore o meno della previsione di un eventuale taglio sui tassi.

>Verso un ulteriore riduzione del costo del denaro

La maggior parte delle voci politiche, tuttavia, ha messo in evidenza come la Bce si trovi in merito a questa scelta in una situazione di particolare difficoltà, perché data la disomogeneità della compagine europea sotto il profilo economico, quella che viene a presentarsi agli occhi del governatore Draghi è quantomeno una situazione paradossale.

>Critiche dalla Bundesbank alla Bce

Interviene su questa linea, infatti, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che riterrebbe necessario in realtà una soluzione diversificata. Il tasso del costo del denaro andrebbe infatti alzato per la Germania, mentre andrebbe reso più basso per gli altri Paesi europei. A differenza della Germania, infatti, gli altri Pesi dell’ Eurozona hanno bisogno di politiche monetarie che mettano a disposizione maggiore liquidità e che premettano alle imprese di accedere alla liquidità stessa. Per i risparmiatori tedeschi, tuttavia, tassi di interesse troppo bassi finiscono per essere nocivi.

Presto risparmi per i mutui variabili

 Nel breve periodo le famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile, potranno beneficiare di un alleggerimento delle rate visto che l’Euribor è “condannato” a rasentare lo zero. Le banche spingono molto per appioppare agli aspiranti mutuatari dei mutui a tasso fisso. La leva per la promozione è nella sicurezza della rata che in un momento di forte incertezza economica, riesce sicuramente ad ingolosire un buon numero di consumatori.

Le previsioni sui tassi futuri

Le famiglie, invece, nella maggior parte dei casi, puntano sul risparmio di lungo periodo e quindi optano per un mutuo a tasso variabile che in tempi di crisi risulta ancora più conveniente. Tant’è che centinaia di migliaia di famiglie, oggi, hanno un mutuo a tasso variabile e l’indicizzazione del finanziamento si lega al trend dell’Euribor.

Qualche consiglio per ottenere il mutuo

Questo indicatore viaggia da diversi mesi su livelli molto bassi, soprattutto l’Euribor a 3 mesi cui si lega la maggior parte dei mutui italiani. In aprile ha chiuso i conti sullo 0,21 per cento. Lo stesso indice ad un anno, invece, è in discesa dello 0,51 per cento. C’è solo da sperare che la BCE, seguendo il trend definito nell’ultimo periodo, confermi una flessione dei tassi.

Le famiglie considerano questa mossa opportuna e conveniente ma non la pensano allo stesso modo le banche che sul lungo periodo si vedranno restituire un capitale inferiore a quello preventivato.

Il brutto rapporto tra credit crunch e usura

 Il credit crunch è la stretta creditizia, la mancanza di disponibilità delle banche a concedere prestiti a cittadini ed imprese. Il fatto che gli istituti di credito siano meno disponibili, non vuol dire che poi i debitori abbiano meno bisogno di soldi. Ecco allora che la malavita o meglio, l’illecito, s’inseriscono nel meccanismo.

Prestiti in calo, che fare?

In pratica i debitori, pur di ottenere la liquidità di cui hanno bisogno subito, sono disposti a restituirla anche a tassi d’usura. Gli strozzini, dunque, con questa crisi, fanno la fortuna. Di media, dice una recente indagine condotta soprattutto in Campania e a Roma, gli strozzini offrono denaro con interessi fino al 20% al mese che vuol dire che ottengono in un anno più del doppio della cifra versata, per l’esattezza 2,4 volte la “posta”.

Gli italiani, in un periodo di crisi, hanno dimostrato di saper rinunciare a tantissime cose, per esempio a trovarsi un lavoro decente, a ricomprare la macchina, o gli elettrodomestici più comuni. Hanno addirittura rinunciato a cercare casa.

La crisi costringe alla chiusura le imprese

Il Crif parla chiaro: la domanda di mutui è diminuita del 42 per cento e le flessioni delle richieste nei primi tre mesi del 2013, sono state rispettivamente del 14, del 10 e del 9 per cento. Dall’inizio della crisi 35 persone su 100 hanno smesso di rivolgersi alle banche per coronare il sogno di una casa.

Paradossalmente, però, hanno accumulato debiti e sono sull’orlo del fallimento. Le famiglie non riescono più sostenere le spese comuni e nemmeno quelle impreviste e siccome l’economia langue, hanno difficoltà ad accedere a banche ed agenzie e si rivolgono agli strozzini.

Il tasso variabile è ancora un’opportunità da cogliere?

 Uno dei portali di riferimento per il mondo immobiliare in Italia è sicuramente Idealista che si pone in questa settimana una domanda molto interessante: il tasso variabile è ancora conveniente come l’anno scorso?

Le banche, infatti, ultimamente stanno spingendo molto sul tasso fisso. La situazione degli istituti di credito è molto “paradossale” nel senso che l’80 per cento delle proposte è a tasso variabile ma poi a livello comunicativo si spinge affinché i consumatori optino per il tasso fisso.

Per la casa ecologica il rimborso del mutuo è più semplice

Quest’ultimo, tra l’altro, ha ancora un costo superiore al variabile di almeno 250 punti base. Se mediamente un tasso variabile è firmato al 3 per cento, per il tasso fisso gli interessi si calcolano sul 5,5 per cento.

Qualche consiglio per ottenere il mutuo

Se ci basassimo solo sui numeri, quindi, la risposta al quesito iniziale sarebbe scontata: il tasso variabile è migliore. La risposta così netta però, fa sorgere una seconda domanda: il tasso variabile sarà ancora così conveniente anche in futuro?

Secondo alcuni analisti, gli indici europei per il calcolo degli interessi dei mutui variabili, per esempio l’Euribor, sono destinati a salire visto che oggi rasentano lo zero. Secondo le previsioni, nei prossimi 5 anni ci sarà un rialzo di 140 punti base.

Buone notizie sui tassi anche dall’ABI

 In un momento di crisi, quello che gli italiani desiderano sapere è se avranno ancora la possibilità di sperare in una casa, in un mutuo, in un lavoro. Sull’ultimo punto non si possono ancora fornire delle risposte, visto che l’indice di disoccupazione è in continuo aumento e una riforma del mercato del lavoro è lontana dall’orizzonte.

Scende l’importo medio dei prestiti

Qualche certezza, però, arriva per i mutuatari che vogliono coronare il sogno di avere un tetto sulla testa. Secondo l’ABI, infatti, il tasso d’interesse medio d’acquisto delle nuove abitazioni, è calato dal 3,76% registrato a febbraio fino al 3,66 per cento di marzo. I tassi sono in calo anche rispetto all’anno scorso quando nello stesso periodo si parlava di un bel 4,27 per cento.

I prestiti d’onore servono davvero?

Di tutte queste notizie che fanno ben sperare i mutuatari, parla direttamente l’Associazione bancaria italiana, nel classico rapporto mensile. Il documento evidenzia un calo dei tassi d’interesse medi sia sui mutui, sia sui prestiti. In questo secondo caso si è passati dal 3,77% di febbraio al 3,74 per cento di marzo con una riduzione che su base annua è dello 0,4 per cento.

In flessione anche il tasso medio sui depositi bancari che cala dal 2,04 per cento al 2,03 per cento.