Franco Bernabè si dimette

 La notizia è ufficiale, Franco Bernabè si è dimesso dalla carica di presidente di Telecom Italia. La notizia arriva dall’ultimo consiglio di amministrazione, una riunione che ha visto le dimissioni del presidente di Telecom Italia Franco Bernabè per quella che è la scelta di una riorganizzazione della controllante Telco, dove Telefonica è passata in maggioranza, a differenza di quella che era la strategia del presidente uscente di optare per un aumento di capitale.

Telecom verso la strada della golden share

 Il caso Telecom, che rischia di passare in mano agli spagnoli per far fronte alla sua attuale situazione finanziaria, approda nelle mani del Governo. Da giorni infatti si ripete che al di là della sua italianità di origine, troppi interessi nazionali e strategici sono legati all’azienda un tempo completamente italiana.

Telecom e la cessione sfortunata di La7

 Quanto a gestione degli affari, l’ultima Telecom, sta facendo acqua da tutte le parti. Dopo il naufragio dell’affare con Tre, il titolo in borsa di Telecom Italia è stato bersagliato da azionisti e investitori. E la cosa più strana è che non c’è tregua nemmeno a Ferragosto visto che è stata pubblicata la relazione trimestrale dell’azienda.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

I dati parlano chiaro: il gruppo Telecom Italia ha avuto 130 milioni di euro di perdite dalla cessione di La7. La rete in question è stata ceduta all’imprenditore Cairo il 30 aprile 2013 dopo un’importante ricapitalizzazione.

La cessione di La7, per quanto sia avvenuta nel primo semestre dell’anno, è stata così importante che adesso avrà un impatto sui conti annuali dell’azienda. Telecom Italia stima che complessivamente, la cessione di La7, peserà sui bilanci dell’azienda per 130 milioni di euro. Certo è che i consuntivi saranno chiusi soltanto alla fine del 2013.

Possibile downgrade per Telecom

E’ ancora presto per parlare ma la preoccupazione è palpabile. Il 30 giugno, infatti, nei bilanci di Telecom è stata inserita una minusvalenza, con tanto di oneri accessori, pari a 105 milioni di euro. Il corrispettivo per la vendita della rete alla Cairo Communication è stato di un milione di euro.

Dopo la ricapitalizzazione, La7 ha raggiunto un livello di patrimonio netto concordato di 138 milioni di euro.

Possibile downgrade per Telecom

 Le aziende di un paese in crisi sono esse stesse in crisi. L’equazione non fa una piega e nel caso dell’Italia inizia a trovare conferme nel rating che le agenzie attribuiscono ai colossi del nostro tessuto industriale. La mente corre subito all’affare Telecom

Telecom Italia doveva fare moltissimi passi avanti grazie all’accordo per l’integrazione di Tre Italia. Poi tutta la trattativa è saltata e questo ha destabilizzato gli investitori. Moody’s non ci ha pensato due volte ed ha deciso di “minacciare” l’industria telefonica italiana.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

Telecom Italia e il suo titolo azionario, adesso, saranno sorvegliati speciali. L’ex monopolista, infatti, dovrà rendere più chiari il deterioramento delle finanze e i cosiddetti margini domestici. Insomma, dovrà fornire delle indicazioni relative al suo stato di salute visto che l’economia è in una fase molto delicata e critica, in più la concorrenza nel ramo telefonico è aumentata sensibilmente.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

Fitch aveva detto senza ripensamenti che Telecom Italia aveva le finanze dissestate e aveva effettuato il downgrade del titolo. Adesso è la volta di Moody’s che addita soprattutto il deterioramento dei ricavi nel contesto della crisi economica europea.

Moody’s ha preso in esame i conti semestrali dell’azienda che sono stati chiusi con un rosso di 1,5 miliardi di euro, in seguito alle svalutazioni da avviamenti.

Telecom cede terreno in borsa

 La compagnia Telecom inizia a perdere i pezzi e le azioni colano a picco raggiungendo livelli minimi e anche imbarazzanti per gli investitori. Si parla di 0,50 euro ad azione. La situazione è stata determinata dalle ultime notizie riguardo il CdA dell’azienda.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

Il Consiglio d’Amministrazione di Telecom, infatti, ha deciso di archiviare, o meglio, di sospendere lo scorporo della rete, dopo che l’Agcom ha scelto di rivedere le tariffe. Tutti gli altri operatori non hanno apprezzato le mosse di Telecom perché hanno accettato la decisione dell’Autority, operata secondo le regole.

A Piazza Affari, questo comportamento di Telecom non piace affatto e infatti il titolo perde quota. Lo scorporo della rete era atteso con grande entusiasmo dagli investitori che adesso si ritrovano con un pugno di titoli Telecom tra le mani, che hanno perso il 3 per cento del loro valore.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

Le azioni Telecom, per l’esattezza, hanno subito una flessione del 3,6 per cento, mentre il listino di riferimento di Piazza Affari perdeva lo 0,4 per cento. Il problema è tutto nello scorporo della rete che è considerato fondamentale per lo sviluppo del sistema di telecomunicazioni tricolore.

Se la fattibilità di questo progetto è a rischio, per via dei dubbi dell’Agcom, le ripercussioni sull’azienda Telecom sono inevitabili.

Assunzioni Telecom Italia

 Telecom è una delle più grandi compagnie telefoniche al mondo, con una forte presenza, oltre che in Italia dove è la compagnia leader del settore della telefonia fissa e mobile, soprattutto nel Sud America.

Telecom non si occupa solo di telefonia con Telecom Italia e Tim. Infatti la sua presenza sul territorio è segnalata anche da altri marchi come La7, MTV Italia e Olivetti, che sono in grado di offrire al grande pubblico infrastrutture e piattaforme tecnologiche per i servizi di telecomunicazione avanzata.

Al momento Telecom è alla ricerca di varie figure da inserire attraverso programmi di formazione on the job per le sedi di Roma, Torino, Pisa, Firenze, e Trento.

L’offerta è accessibile a tutti i laureati in Ingegneria, Economia, Statistica, Matematica, Fisica, Informatica, Psicologia, Architettura e nelle materie umanistiche che abbiano una buona conoscenza della lingua inglese e dimestichezza con la tecnologia informatica.

Le offerte di lavoro di Telecom Italia a Roma

Consumer Communication BTL Management;
Operational Planning and Innovation;
Technology Mobile Control;
Consumer Programmazione Commerciale;
TI Lab Wireline Control Layer Engineering;
Corporate Identity & Public Relations Brand Strategy & Monitoring;
Business Pre Sales and Delivery Management Large;
Consumer Trade Marketing;
TI Lab Wireless Access & Coverage Engineering;
TI Lab Multimedia Solutions;
Corporate Identity & Public Relations;
TI Lab Wireless Devices & Devices Management.

Le offerte di lavoro di Telecom Italia a Torino

Innovazione Research & Prototyping Swarm Homes;
TI Lab Home Network & Wireline Devices;
TI Lab Services Platforms Innovation Smart City;
Innovazione Research & Prototyping Isole digitali;
Innovazione Research & Prototyping E-education;
TI Lab Services Platforms Innovation E-care;
TI Lab Testing Labs;
Innovazione Research & Prototyping;
Innovazione Mobile Applications and Services;
TI Lab Control Layer Innovation;
TI Lab Program Reporting & Service Stability;
TI Lab Terminal Equipment & Application Lab;
Innovazione Research & Prototyping Energy@home;
TI Lab Services Platforms Innovation Smart Metering;
Innovazione & Industry Relations Teleriabilitazione Motoria.

Le offerte di lavoro di Telecom Italia a Pisa, Firenze e Trento

Innovazione Application and Over the Top Services
Business Pre Sales and Delivery Management Strategic
Innovazione Research & Prototyping Open Living Data.

Per maggiori informazioni sui requisiti richiesti da Telecom Italia per le posizioni di lavoro aperte e per l’invio della propria candidatura, consultare la pagina dedicata alle Carriere del sito internet della compagnia telefonica.

Significato della CDP

 La CDP, ovvero la Cassa Depositi e Prestiti è protagonista dell’affare Telecom Italia, interviene cioè nelle operazioni di scorporo della rete. Ma di cosa si tratta? Che significato economico e finanziario racchiude l’acronimo CDP?

Lo scorporo della rete Telecom

La Cassa depositi e prestiti, nell’operazione riferita alla compagnia telefonica, potrebbe rientrare arrivando a detenere una partecipazione pari al 30 per cento dell’azienda. Si tratta di un valore corrispondente a 4 miliardi di euro circa. Alcuni analisti, quindi, a ragione citano la CDP come partecipante all’operazione Telecom, altri, più scettici, aspettano di vedere i soldi sul piatto della bilancia e dicono di aver individuato un potenziale partecipante all’affare.

La fiducia degli italiani sta peggiorando

L’intervento della CDP è considerato da più lati come un intervento dello stato nell’economia del paese, visto che la Cassa Depositi e Prestiti è un organismo al tempo stesso pubblico e privato che ha delle partecipazioni con diverse aziende tricolore.

La Cassa infatti, tra le attività principali, ha quella di prestare soldi agli Enti locali e di raccogliere al tempo stesso soldi dagli uffici postali. La struttura nasce come metà pubblica e metà privata nella forma giuridica di Società per azioni dove le quote sono distribuite tra Ministero del Tesoro e Fondazioni bancarie.

Lo scorporo della rete Telecom

 Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia, l’ultimo che si è svolto in questi giorni, è stato molto operativo nel senso che ha avviato le pratiche per scorporare la rete aziendale. Il cda è stato molto veloce ma non si è escluso il via alla cosiddetta societarizzazione della rete d’accesso. Entro una settimana, cioè entro il 5 giugno, ci sarà una nuova riunione concentrata sul documento legato all’affare 3 Italia.

Tagliato il rating di Telecom

In pratica, due mesi fa, l’11 aprile, il consiglio d’amministrazione di Telecom aveva dato al management Telecom l’incarico di definire il percorso di fattibilità per la separazione della rete di accesso di Telecom Italia. E’ stato dunque approvato un percorso che avrebbe dovuto portare alla separazione della rete di accesso di Telecom Italia. Poi è stato deciso per la societarizzazione della rete di accesso da far rientrare in una OPAC.

Finito il Cda Telecom, panico in borsa

Questa nuova struttura deve fornire dei servizi essenziali: l’Ull, cioè l’Unbundling del Local Loop e il Vula, vale a dire il Virtual Unbundling Local Access per le reti di nuova generazione basate su architetture fibra fino al cabinetto (FttCab) e fibra fino in casa (Ftth).

Nella società della rete d’accesso è probabile che possa entrare anche la Cassa Depositi e Prestiti, almeno per quel che riguarda il capitale.

 

Standard & Poor’s taglia rating Telecom

 Brutte notizie per il colosso della telefonia mobile provengono dal Rating. Standard & Poor’s, alla luce della previsione di un continuo peggioramento dell’ebitda nel periodo 2013-2014, in relazione alla competizione in Italia sul mercato della telefonia mobile e il contesto economico, ha deciso di effettuare delle modifiche sul rating.

La spiegazione degli esperti di Standard and Poor’s, che ritengono l’andamento delle controllate sudamericane non sufficiente a contrastare il peggioramento dei margini in Italia, porta a delle conseguenze sulla valutazione. Oltre a ciò anche la telefonia fissa è destinata a perdere clienti dal momento che i collegamenti a Internet, ad esempio, sono sempre più appannaggio della telefonia mobile e dal momento che al tempo stesso in Italia non stanno decollando forme nuove di uso delle linee fisse come la Internet-tv

Ecco cosa pensano gli analisti appartenenti alla famosa agenzia di rating: “A nostro parere i ricavi della società registreranno un calo attorno al 3% nel 2013 e al 2% nel 2014, con il giro d’affari in Italia che subirà un ridimensionamento del 6% nel 2013 e del 3-4% nel 2014”.

L’ebitda calerà’ del 5-6% nel 2013 e di una sola cifra nel 2014. Ad ogni modo il rapporto debito-ebitda entro il 2014 migliorera’ a 3 rispetto a 3,2 dell’anno passato, visto che il flusso monetario (di circa 2 miliardi l’anno) verra’ completamente utilizzato per abbattere l’indebitamento. La società, in concomitanza con la pubblicazione dell’ultima trimestrale, ha annunciato di confermare i target 2013 che prevedono ricavi sostanzialmente stabili rispetto al 2012, una riduzione percentuale dell’ebitda “low-single digit” e una posizione finanziaria netta rettificata inferiore a 27 miliardi di euro.