Il mercato delle telecomunicazioni deve cambiare in Italia: segnali chiari dagli USA

Occorre una svolta per il mercato delle telecomunicazioni in Italia, stando ai segnali raccolti oggi dagli USA. Un’analisi del mercato dei rivenditori statunitense dimostra che i fornitori di servizi di telecomunicazioni aziendali in tutto il mondo devono adottare una segmentazione più intelligente della clientela. Circa 1.800 importanti rivenditori negli Stati Uniti rappresentano circa il 20% del mercato delle telecomunicazioni aziendali. Il loro approccio fortemente incentrato sul cliente significa che tutti i fornitori di servizi devono essere intelligenti nella segmentazione del mercato, secondo GlobalData, una società leader di dati e analisi.

mercato delle telecomunicazioni

Telecomunicazioni, settore in calo

Poco promettenti i dati che provengono dal settore delle telecomunicazioni. Si registrano ricavi e occupazione in calo rispettivamente del 5% e del 3% durante il 2014, mentre gli investimenti sono aumentati del 7%.

Telecomunicazioni, sempre meno accessi alla rete fissa

Prosegue la flessione degli accessi totali alla rete fissa. Secondo l’Osservatorio trimestrale di settembre 2014 dell’Agcom occorre, infatti, sottolineare che la diminuzione è stata pari a 560.000 accessi su base annua.

Giappone e India fanno accordi su energia e telecomunicazioni

 India e Giappone hanno firmato accordi di cooperazione in settori quali l’energia e le telecomunicazioni durante la visita del primo ministro Shinzo Abe a Nuova Delhi.

Il primo ministro dell’India Manmohan Singh ha avuto colloqui con il Presidente Abe sabato e ha affermato che l’India stava prendendo delle misure per facilitare i collegamenti del Giappone con la crescita dell’economia indiana.

Il Presidente Singh ha detto anche che l’India sta discutendo con il Giappone la possibilità di acquistare un aereo anfibio chiamato US-2 e la co-produzione con l’India.

Più in generale, i due Paesi stanno lavorando per aumentare la cooperazione nel settore delle tecnologie avanzate. In effetti, il Giappone è desideroso di aumentare le esportazioni di tecnologia atomica per contribuire a rilanciare la sua economia. I negoziati vanno verso un accordo di cooperazione sugli usi pacifici dell’energia nucleare e hanno preso slancio negli ultimi mesi.

 

Tokyo, il crollo della Borsa preoccupa gli investitori

 

Le vendite giapponesi di attrezzature nucleari e tecnologia per l’India sono stati ostacolati dalla sensibilità in Giappone per i test atomici in India e per il rifiuto di questi di firmare il trattato di non proliferazione nucleare. L’India ha annunciato una moratoria su ulteriori test nucleare, ma il Giappone vuole anche un impegno chiaro da Nuova Delhi.

L’India sta cercando di coltivare legami più stretti con il Giappone e altri Paesi asiatici, mentre continua l’aggiornamento delle sue capacità militari, anche in risposta a una possibile sfida con la Cina e anche con il vicino Pakistan.

In base agli accordi, il Giappone fornirà un prestito per aumentare la produzione di energia in India e aiutare l’India a migliorare l’efficienza energetica nelle telecomunicazioni del paese.

L’uomo più ricco della Cina investe in Gran Bretagna

 Uomo più ricco della Cina Wang Jianlin ha affermato che sta investendo in Gran Bretagna, in quanto è considerato molto più facile fare affari con gli inglesi che con gli americani.

Wang con il Dalian Wanda Group si sta sempre più espandendo al di fuori della Cina, annunciando un accordo di 1,6 miliardi dollari nel mese di giugno per comprare il produttore di yacht inglese Sunseeker. L’azienda ha inoltre annunciato l’intenzione di sviluppare un complesso alberghiero e residenziale a cinque stelle in una posizione centrale a Londra.

 

La Gran Bretagna è l’economia in più rapida crescita in Europa Occidentale

 

Nel 2012, il Dalian Wanda Group ha acquistato la catena di cinema americana AMC Holdings per 2,6 miliardi dollari. Il miliardario ha detto che gli Stati Uniti sono un buon posto per il business, ma non sono abbastanza aperti.

Il confronto tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, per Wang Jianli, mostra maggiori opportunità negli Usa, ma il Regno Unito rimane privilegiato. Wang, che ha parlato al World Economic Forum a Davos in Svizzera, ha detto che aumenterà i suoi investimenti nel Regno Unito.

Queste affermazioni arrivano quando i politici britannici hanno dimostrato di mirare a migliorare le relazioni commerciali con il Paese.

Alla fine dello scorso anno, il primo ministro britannico David Cameron è andato in missione commerciale in Cina ed ha chiuso circa 9,3 miliardi dollari in accordi commerciali tra i due Paesi.

Gli investimenìnti di Wang non sono focalizzati esclusivamente sulla crescita internazionale. Alla fine di settembre la sua azienda ha annunciato che stava investendo 8,2 miliardi dollari per sviluppare un complesso di intrattenimento nella città cinese di Qingdao. Le strutture comprenderanno studi cinematografici e televisivi, parchi a tema e alberghi.

Nel mese di settembre, una relazione ha mostrato che il patrimonio netto personale di Wang è di 22 miliardi dollari, rispetto ai 10,3 miliardi dollari nel 2012. Secondo il rapporto, Wang è tra i 315 miliardari in Cina.

 

Telecom verso la strada della golden share

 Il caso Telecom, che rischia di passare in mano agli spagnoli per far fronte alla sua attuale situazione finanziaria, approda nelle mani del Governo. Da giorni infatti si ripete che al di là della sua italianità di origine, troppi interessi nazionali e strategici sono legati all’azienda un tempo completamente italiana.

Agli spagnoli di Telefonica il 70% del controllo di Telecom attraverso Telco

 Dopo lunghi giorni di trattative, l’annuncio è arrivato questa mattina, quando si è finalmente conosciuto il destino di uno di quei “pezzi d’Italia” ancora rimasti in mano al Paese. Ancora, ma non per molto. A quanto pare, infatti, gli spagnoli di Telefonica si aggiudicheranno il controllo del 70% di Telecom, in seguito all’accordo che Generali, Intesa e Mediobanca hanno concluso con la società telefonica iberica, che già ne deteneva una quota pari al 22,4% attraverso la holding Telco. 

L’Europa vuiole il mercato unico delle TCL e elimina il roaming

 La novità più importante, o almeno quella che interessa più da vicino al momento tutti i consumatori, che arriva grazie al pacchetto di norme approvato dalla Commissione Europea, è l’eliminazione del roaming, ossia tutte quelle apparecchiature che permettono di far interagire le reti telefoniche, sarà gratuito.

► Consumi TLC in calo nel nostro paese

Lo ha stabilito la Commissione Europea allo scopo di creare un mercato unico per le telecomunicazioni e abbattere dei costi, spesso anche molto alti, che sono stati fino ad adesso riversati sui clienti. Con il nuovo pacchetto di norme a partire da luglio 2014 se vi trovate al di fuori dai confini nazionali (ma entro quelli europei) non pagherete più per ricevere delle chiamate e, a partire da luglio 2016, non ci saranno più sovrapprezzi di “roaming“” nemmeno per le chiamate in uscita.

Il provvedimento sul roaming ha lasciato spiazzati i maggiori operatori telefonici europei (Vodafone, Orange e Telefonica in primis) che non sono molto convinto che azzerare i costi roaming possa davvero essere uno stimolo per il settore delle telecomunicazioni, come invece il provvedimento si propone di fare, oltre che a comportare una perdita di circa 6 miliardi.

► In calo la competitività dell’Italia secondo la Commissione Europea

Secondo la Commissione europea, invece, il taglio del roaming sarà un volano per le TLC in quanto elimina le frontiere tariffarie e stimola la circolazione di merci e persone anche grazie al decoupling, ossia la possibilità di usare la propria sim con i servizi di un altro operatore all’estero per abbassare ulteriormente le tariffe e aumentare la competitività.

 

Il mondo delle comunicazioni risente della crisi

 Anche il mondo delle comunicazioni italiane è stato investito dai venti di crisi che soffiano sugli altri settori produttivi del Paese. Lo conferma, tracciando la sua relazione annuale al Parlamento, il presidente dell’ Authority per le comunicazioni – Agcom, Angelo Marcello Cardani, che ha messo nero su bianco crescite e stagnazioni dell’ intero comparto nel corso del 2013.

Moody’s taglia il rating di Telecom Italia

 E’ attesa per domani, 23 maggio, la riunione del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, il quale dovrà decidere in merito alla prospettata fusione con la multinazionale H3G, i cinesi di Hutchison Whampoa, in relazione alla quale era stata autorizzata in precedenza la prosecuzione dei relativi approfondimenti per il completamento dell’ istruttoria.

Telecom continua sulla strada dell’integrazione con H3G

Ma nel frattempo, dall’ estero, non sono in arrivo buone notizie per il Gruppo Telecom sul fronte finanziario. Moody’s ha infatti tagliato il rating di Telecom Italia, facendolo passare dal valore Baa3 al Baa2. Molto probabilmente la modifica sull’ affidabilità finanziaria del gruppo è stata dovuta ai recenti problemi di bilancio occorsi alla società. A proposito dell’ ingente debito del gruppo, infatti, Moody’s ha consigliato alla società di ridurre il suo ammontare sotto i 27 miliardi di euro entro la fine del 2013.

Telecom multata per abuso di posizione dominante

Quanto alla attesa fusione con il gruppo H3G, Moody’s la ritiene piuttosto improbabile, ma qualora andasse a buon fine Telecom Italia potrebbe nuovamente beneficiare di un miglioramento del merito creditizio.

Ma le cattive notizie non finiscono qui. Sembra che anche S&P voglia declassare la compagnia telefonica italiana, anche se non vi sono ancora conferme ufficiali.