I riflessi economici della tensione tra Russia e Ucraina si vedono anche nei supermercati di Kiev. La lotta al Paese considerato occupante si mostra anche nel fatto che molti ucraini hanno deciso di boicottare i prodotti russi. In alcuni supermercati in Ucraina si trovano prodotti russi con un’etichetta in cui c’è scritto “Boicottiamo gli occupanti”.
Ad iniziare questa battaglia commerciale è stata la Russia, che ha imposto il divieto all’importazione dei cioccolatini Roshen, prodotti in Ucraina da Petro Poroshenko, un politico favorito a diventare presidente dell’Ucraina. La battaglia dei cioccolatini vede la risposta del governo ucraino che proibisce l’ingresso nel Paese di quelli russi. L’agenzia governativa ucraina ha addirittura deciso di inserire i cioccolatini russi “Orsetto” nella lista dei prodotti che “danneggiano la salute dei consumatori ucraini”. Oltre ai cioccolatini, il boicottaggio dei prodotti russi riguarda anche aringhe, sardine sott’olio, pesce in scatola e formaggio “President””.
► Le aziende europee a rischio in caso di maggiori sanzioni alla Russia
Il boicottaggio era già partito dai consumatori e ora trova una strada ufficiale del governo. In diversi supermercati ucraini si pubblicizzano i prodotti propri con la scritta “Compra le nostre cose, difendi il Paese”.
L’identità il bisogno di indipendenza si notano quindi anche nei prodotti commerciali e significano che la tensione tra i due Paesi potrebbe durare ancora a lungo. Nelle scorse settimane, gli acquisti di prodotti alimentari russi sono scesi del 40%.
Il boicottaggio arriva anche ad altri prodotti oltre quelli commerciali. Nei cinema non ci sono film russi, in televisione non vengono proposte le fiction prodotte in Russia e i ristoranti e i negozi russi non sono frequentati.
Intanto una multinazionale come Mc Donald’s ha chiuso la sua attività in Crimea senza spiegarne i motivi.