Il rischio per le imprese legato al conflitto in Ucraina

 Il possibile intervento militare della Russia in Crimea minaccia di far deragliare l’esplorazione energetica in una regione che detiene un quarto delle riserve di gas naturale del mondo, pesare sulle valute e costringere le imprese a rivedere i loro piani nella zona.

La Russia si trova di fronte alla prospettiva di sanzioni che possono frenare le vendite di gas che rappresentano il 20% del suo fatturato export.

 

Le ricadute economiche della crisi in Ucraina

 

Una grande azienda occidentale che guarda al mercato russo per gli investimenti potrebbe rivedere i suoi piani in questo momento. In efetti, i richi di sanzioni che influenzino le attività economiche in Russia sono possibili. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha sospeso i preparativi per un vertice a giugno dei Paesi del G8 a Sochi, dove le Olimpiadi si sono concluse una settimana fa. Le sanzioni gravi sono comunque improbabili perché l’Europa avrebbe molto da perdere se tale flusso commerciale fosse stato interrotto.

L’incertezza potrebbe influire sulle imprese russe e quelle estere toccando un mercato che riguarda 140 milioni di consumatori e che è ricco di risorse naturali.

Le grandi multinazionali sono presenti in Russia e hanno un mercato importante nel Paese. Aziende americane, europee e anche italiane negli ultimi anni hanno visto alla Russia come a un mercato interessante, per la crescita e cnomica e per la presenza di nuovi ricchi che sembrano interessati ai prodotti del lusso.

Un effetto della situazione in Ucraina, che era previsto, si è visto ieri su praticamente tutte le Borse del mondo. Dati di ribasso da Mosca a Wall Street, da Londra a Piazza Affari. L’economia risente del conflitto per l’importanza strategica della zona.

I vantaggi economici per l’Ucraina nell’Ue

 La lotta per il futuro dell’Ucraina continua con le tensioni in Crimea e il mondo che guarda con preoccupazione. Anche se il deposto presidente Viktor Yanukovych guarda alla Russia per l’assistenza, il presidente ad interim Olexander Turchynov spinge per legami più stretti con l’Unione europea. La battaglia non riguarda solamente le questioni economiche, ovviamente, ma l’evento che ha scatenato le proteste che hanno rovesciato Yanukovich è stato il suo rifiuto di un trattato commerciale dell’Ue e la sua decisione di stringere legami più stretti con la Russia.
Il dubbio ucraino sembra essere se è meglio per la sua economia una maggiore integrazione con l’Occidente o rimanere in orbita della Russia.

 

Le ricadute economiche della crisi in Ucraina

 

Nel 1989, il reddito medio pro capite in Ucraina era di 8.629 dollari. Nel 1998, è crollato a 3.430 dollari. Nel 2012, ha recuperato un po’, ma a 6.394 dollari era ancora il 25% al di sotto del suo livello di quasi un quarto di secolo prima. Il confronto tra l’Ucraina e quattro Paesi vicini ex comunisti come Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania mostra dati interessanti. Il reddito medio per persona in quelle nazioni è di circa 17.000 dollari. Se l’Ucraina costruisce rapporti commerciali e finanziari con la Russia e l’Asia centrale, sarà un Paese inserito in una zona di Paesi a medio reddito. Se costruisce legami con l’Ue sarà un Paese relativamente povero in un contesto di Paesi ricchi.

Essere poveri rispetto a tutti gli altri non è una ricetta ideale per una rapida crescita, nonostante gli evidenti vantaggi relativi a prendere in prestito tecnologie, tecniche, idee e denaro da Paesi più ricchi. Negli ultimi 200 anni i Paesi poveri sono cresciuti più lentamente rispetto ai Paesi ricchi. Nel 1870 il Paese più ricco del mondo era circa nove volte più ricco del Paese più povero del mondo. Nel 1990, questo divario è cresciuto fino a una differenza di 145 volte. Gli ultimi 10 anni hanno visto i Paesi poveri crescere più velocemente di quelli ricchi ma è un’eccezione storica.

C’è ancora un’opportunità per l’Ucraina in Europa. Quando si parla di convergenza all’interno delle comunità economiche, l’evidenza suggerisce che, per are una similitudine, è meglio essere l’ultima casa di una zona buona piuttosto che la prima casa del quartiere di ronte meno prestigioso. Questo significa che per fare apprezzare un investimento è meglio essere la casa più economica in una comunità costosa che un buon condominio in un quartiere degradato.

Forgiare legami più stretti con l’Europa non risolverà i problemi economici dell’Ucraina in poco tempo. Ma nel lungo periodo, è probabile che il popolo ucraino potrà beneficiare di una migliore situazione economica.

La crisi in Ucraina e la politica monetaria della Bce

 La produzione di energia è il più grande rischio economico dalla crisi in Ucraina, ma ci sono anche altre implicazioni. I mercati azionari di tutto il mondo probabilmente apriranno in ribasso in questi giorni con gli investitori che temono che le problematiche geopolitiche inibiscano l’attività economica. Tali timori portano anche gli investitori in fuga verso attività più sicure, con un basso rischio di default, come quelle del Tesoro Usa. Questo potrebbe portare a tassi di interesse più bassi e perturbare i mercati azionari nelle economie emergenti.

 

Le ricadute economiche della crisi in Ucraina

 

La Banca centrale europea si riunisce Giovedi per impostare la politica monetaria. La Banca centrale europea (Bce) ha cercato di fermare la deflazione che sta prendendo piede in tutta l’area euro. Nel mese di novembre, ha inaspettatamente tagliato i tassi di interesse allo 0,25% e li ha tenuto così a febbraio. La crisi in Ucraina potrebbe influenzare il processo decisionale della Bce, ma potrebbe dare loro un incentivo in più per allentare ulteriormente la politica monetaria al fine di combattere eventuali crescenti timori degli investitori.

Infine, l’eventuale congelamento dei beni o sanzioni economiche  alla Russia avrebbero anche un impatto più significativo sulle economie europee e americane, soprattutto se Putin risponde con le forniture di petrolio greggio e gas. Ma data la volatilità di tutta la situazione, è difficile prevedere come tutti gli eventi influenzeranno l’economia globale con certezza.

Se l’Europa è in parte dipendennte dal petrolio e dal gas russo, la Russia ha bisogno degli introiti che ne derivano per avere una stabilità economica adeguata. La situazione potrebbe quindi trovare un equilibrio ma le possibilità che precipiti sono ancora attuali.

Le ricadute economiche della crisi in Ucraina

 La crisi ucraina continua a preoccupare il mondo. Il conflitto in Crimea potrebbe trasformarsi in guerra con la Russia di Putin che dichiara di volere difendere la popolazione russa che vi risiede e che è la maggioranza. La Russia ha inviato i suoi soldati in Crimea e si sta preparando all’eventualità di un intervento, mentre Obama chiede a Putin di non scatenare la guerra e i Paesi occidentali sono in apprensione.

Russia, Ucraina e Crimea sono i Paesi del gas che attraverso queste strade arriva anche in Europa. L’importanza geopolitica di questo conflitto e quindi particolarmente monitorata dai Paesi europei e dagli Stati Uniti. Le ricadute sull’economia riguardano per prima l’Ucraina, ma anche l’Unione Europea. Il gigante russo Gazprom ha affermato che l’Ucraina ha un debito molto grande di 1,55 miliardi di dollari per le forniture arretrate di gas.

 

La crisi in Ucraina e il rischio di costi più alti per i consumatori

 

Inoltre, dopo le ultime vicende politiche, Gazprom potrebbe rimettere in discussione il prezzo preferenziale accordato a Kiev.

Un aspetto importante è che buona parte del gas che arriva in Europa e anche in Italia passa attraverso l’Ucraina e questa crisi potrebbe quindi condizionare la fornitura di cui molti Paesi hanno bisogno. Proprio Gazprom ha detto che le ultime situazioni politiche potrebbero influenzare la fornitura di gas ai Paesi europei, tra cui l’Italia che ne ha un grande bisogno. Anche per questi motivi il conflitto è particolarmente rilevante e le diplomazie provano a evitare che la situazione diventi più complessa.

Il nostro Paese ha una particolare dipendenza dal gas che arriva soprattutto dalla siberia visto che questa risorsa naturale è scarsa nel territorio.

La crisi in Ucraina e il rischio di costi più alti per i consumatori

 Con le truppe russe in Crimea, la possibilità di un conflitto armato in Ucraina sta crescendo di ora in ora. Se ciò accade, ci sarebbero delle conseguenze economiche che riguarderebbero i costi e che inluenzerebbero l’economia globale provocando prezzi del gas più elevati e tariffe aeree più alte in Europa e negli Stati Uniti.

In generale, gli Stati Uniti e l’economia ucraina non sono collegati in maniera profonda. Il rischio maggiore è per l’Europa considerata la sua dipendenza dal petrolio greggio e dal gas naturale della Russia. Nel 2010, il 34,5% delle importazioni di petrolio dell’Unione Europea e il 31,8% delle importazioni di gas naturale sono arrivate dalla Russia.

 

I giochi economici e politici tra Ucraina e Russia

 

Quelle del gas naturale e del petrolio sono entrambe industrie statali in Russia. Se la crisi continua a crescere, il rischio è che il presidente russo Vladimir Putin potrebbe rispondere a qualsiasi azione da parte della comunità internazionale tagliando le esportazioni di petrolio e gas naturale della Russia verso l’Unione europea.

Gli Stati Uniti non sono legati alla Russia per il petrolio greggio (meno del 5% delle importazioni di petrolio degli Stati Uniti provengono dalla Russia) o per il gas naturale, ma i prezzi sono fissati dal mercato globale e la crisi in Ucraina potrebbe avere ripercussioni a livello globale. Gli eventuali aumenti dei prezzi avranno un effetto domino che porterebbe alla crescita dei prezzi del gas in Europa e negli Stati Uniti. Le compagnie aeree e le industrie che dipendono dal petrolio sarebbero più colpite dal rincaro dei prezzi e questo porterà all’aumento di tariffe e prezzi che peseranno sui consumatori danneggiando l’intera economia.

La Russia ha dimostrato in passato che userà le sue esportazioni di energia per fini politici, ma tagliare le esportazioni di gas naturale e di petrolio greggio per l’intera Unione europea sarebbe un passo drastico per il Cremlino, che si basa sui ricavi da tali esportazioni per finanziare il governo. Nel 2012, l’84% delle esportazioni di petrolio della Russia e quasi l’80% delle  esportazioni di gas naturale sono andati verso l’Unione europea. La chiusura delle condotte per la maggior parte d’Europa avrebbe lasciato un buco enorme nel bilancio del Paese.

I giochi economici e politici tra Ucraina e Russia

 Le proteste antigovernative nella capitale ucraina Kiev stanno ottenendo risultati. Il primo ministro si è dimesso, e il presidente Viktor Yanukovich, che ha innescato le proteste rifiutandosi di firmare un trattato commerciale con l’Unione europea , ha 60 giorni di tempo per formare un nuovo governo.

Eppure i manifestanti a Piazza Indipendenza hanno affermato che non si muoveranno fino a quando Yanukovich non chiederà nuove elezioni, che i sondaggi vedono perdente con un ampio margine.

Anche se i manifestanti otterranno tutto quello che chiedono, il Paese probabilmente rimarrà profondamente diviso sui rapporti con i suoi vicini, e non ci sono soluzioni semplici per i suoi problemi economici. Un sondaggio da parte dell’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev ha rilevato che il 39% degli ucraini vuole aderire all’Unione europea , mentre il 37% preferisce legami più stretti con la Russia.

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica , il reddito pro capite in Ucraina è stato più o meno come in Lettonia e Polonia. Ora i redditi in quei Paesi sono più del doppio di quelli in Ucraina, secondo il Fondo Monetario Internazionale. La debolezza dell’Ucraina ha dato al presidente russo Vladimir Putin maggiori possibilità per fare crescere a livello economico e politico la Russia. L’Ucraina è la strada fondamentale per la spedizione del gas russo verso l’Europa.

 

La povertà contribuisce agli scontri in Ucraina

 

Il presidente russo nel mese di dicembre si è impegnato a prestare all’Ucraina 15 miliardi di dollari, di cui 3 milioni di dollari sono già stati spesi per l’acquisto del debito del governo ucraino. La Russia ha anche offerto al Paese un grande sconto sul gas naturale. Putin ha parlato di ripercussioni nel caso in cui l’Ucraina accetterà il patto commerciale dell’Ue.

La povertà contribuisce agli scontri in Ukraina

 Gli attivisti dell’opposizione in Russia sono stati a guardare la spirale di violenza politica in Ucraina con una certa sorpresa, a volte chiedendosi perché i loro vicini si sono dimostrati di essere attivisti più tenaci di quelli visti nelle proteste a Mosca nel 2011 e nel 2012.

Una teoria comunemente citata è quella economica. In Ucraina nel corso degli ultimi 25 anni i cittadini hanno vissuto una situazione più disperata dei russi, che hanno goduto di anni di crescita alimentata  dall’energia.

 

► I miliardari russi alla conquista dell’ovest

 

Il prodotto interno lordo dell’Ucraina è a 97 miliardi di dollari lo scorso anno rispetto ai 113.000 milioni dollari nel 1992. L’andamento sembra è impressionante se confrontato con quello della vicina Russia, il cui Pil è cresciuto a 1.000 miliardi di dollari l’anno scorso ed era a 684 miliardi di dollari nel primo anno post sovietico.

In Russia il PIL è cresciuto del 125% e il Pil pro capite è cresciuto del 137%, più del doppio che in Ucraina.

L’Ucraina non ha la fortuna di avere gas e petrolio, che ha alimentato la crescita in Russia e nei Paesi dell’Asia centrale. Manca anche la vicinanza con l’Unione europea e gli scambi preferenziali sono con Mosca. L’Ukraina deve sopravvivere con i prezzi elevati del gas naturale che arriva dalla Russia, dal quale è altamente dipendente.

Ma gli svantaggi naturali e geopolitici dell’Ucraina non sono sufficienti a spiegare tutta la sua sottoperformance, come hanno affermato gli economisti occidentali e le istituzioni finanziarie, che per decenni hanno richiamato il Paese a fare riforme più audaci.

In diversi governi ucraini è mancata la volontà politica e la visione chiara degli economisti per lanciare le riforme economiche e le privatizzazioni simili a quelli fatti in Russia o in Europa centrale.