Guadagnare ai tempi della guerra valutaria

 Il mercato ForEx è probabilmente uno dei più semplici da interpretare ed è chiaro a tutti che in questo momento è interessato da una vera e propria guerra, legata molto spesso alle decisioni delle banche centrali. Sono questi istituti quelli maggiormente interessati al deprezzamento delle monete locali, utile ad attirare nuovi investimenti.

Le scelte della BoJ fanno arrabbiare la Germania e si determina una lotta valutaria tra Tokyo e Berlino. La Bank of Japan, come anche al Fed in America, stanno premendo affinché il dollaro e lo yen perdano quota e così, come già indicato dalle statistiche, l’euro resta la valuta forte in circolazione. 

► L’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro

In questo panorama in cui le banche centrali sono impegnate fortemente nella rincorsa alla liquidità, ci rimette soprattutto l’euro. Ecco allora che le indicazioni su monete forti, monete deboli e monete indebolite a scapito di altre rafforzate, aiuta nella scelta del portafoglio ForEX.

Gli analisti e i broker consigliano anche di diversificare gli investimenti puntando qualcosa sui fondi comuni d’investimento e sui mercati che replicano le oscillazioni del mercato valutario. Parliamo ad esempio dei mercati ETF (Exchange Traded Funds), degli ETN(Exchange Traded Notes) e degli ETC (Exchange Traded Commodity).

 

La prossima crisi partirà dal dollaro

 La prossima crisi valutaria potrebbe partire in seno all’America, nel suo cuore, negli Stati Uniti che adesso stanno combattendo per una risoluzione senza traumi del fiscal cliff, rimandando di mese in mese la decisione sulla riforma fiscale, ma che dovrebbero ripartire alla grande nella seconda metà del 2013.

Le speranze, all’indirizzo degli States, resistono mentre per quel che riguarda il Vecchio Continente, tutti dicono che la crisi nella zona Euro non è finita. L’America dovrebbe tornare a sorridere, economicamente e finanziariamente parlando, nella seconda metà del 2013.

Da quel momento in poi gli analisti prevedono che si scateni una vera e propria corsa del dollaro di durata quinquennale. Un’eventualità che spaventa gli economisti come Andy Xie che s’immagina una crisi dei mercati emergenti dopo la resurrezione del dollaro.

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Secondo Xie, l’indice del dollaro dovrebbe salire a 100 in tre anni, guadagnando il 25% rispetto ai livelli attuali, innescando una crisi nei paesi emergenti che adesso funzionano da traino. Non è uno scenario del tutto nuovo, in fondo, visto che già negli anni Ottanta e nel 1997 la crisi del debito dell’America Latina e la crisi finanziaria asiatica, sono coincise con un apprezzamento del dollaro rispetto alle valute locali.

In tal senso i paesi maggiormente a rischio sono i paesi BRIC, vale a dire Brasile, Russia, India e Cina che costruiscono il loro business con numerosi investimenti esteri.

Mercato valutario e pubblicazioni odierne

 Ogni giorno ci sono un buon numero di pubblicazioni che influenzano l’andamento delle valute e possono incidere sullo scacchiere internazionale. Nella giornata di oggi, i market mover più quotati, puntano a far oscillare il dollaro australiano, l’euro, la sterlina e il dollaro americano.

Per quanto riguarda il dollaro australiano, saranno importanti i dati sui permessi di costruzione che hanno un impatto notevole visto che illustrano la salute del comparto immobiliare. Ottenere un permesso per costruire vuol dire avviare un nuovo business. Gli analisti si aspettano un valore prossimo all’1,1 per cento, in discesa rispetto alla lettura precedente, ma se qualcosa dovesse spingere al rialzo, potrebbe essere scatenato il rialzo anche del dollaro australiano.

► Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

I market mover che interessano l’euro sono di medio impatto e riguardano il cambiamento dell’occupazione in Spagna, la rilevazione dell’indicatore del sentiment degli investitori e poi l’indice dei prezzi di produzione.

► L’euro ai massimi da novembre 2011

La sterlina, invece, sarà influenzata dalla pubblicazione dell’indice PMI delle costruzioni che potrebbe migliorare in modo sensibile portando tutta la zona inglese verso il terreno espansivo. Ci sono quindi buone opportunità rialziste sulla moneta inglese.

Resta da analizzare quel che accade in America dove ad incidere sulle quotazioni del dollaro dovrebbe essere la pubblicazione dell’indice degli ordini industriali che secondo gli analisti dovrebbe migliorare rispetto alla rilevazione precedente.

Uno sguardo al mercato valutario per calibrare gli investimenti

 Oggi, sulla base delle pubblicazioni economiche che il mercato si aspetta, c’è da star sicuri che ci sarà qualche movimento interessante per il dollaro australiano, per quello americano e per l’euro. Andiamo con ordine.

Il dollaro australiano sarà influenzato dalla pubblicazione dell’indice di diffusione delle aziende che non comprende il settore agricolo. Il documento è curato dalla National Australia Bank Limited e si può considerare un market mover di impatto medio, anche se i suoi effetti saranno immediati. In generale ci si aspetta un incremento di questo indicatore che dovrebbe avere una correlazione positiva con l’ascesa del mercato valutario.

 Tutto il ForEX concentrato sulla zona Euro

Sul fronte euro, invece, ci sono due episodi da tenere in considerazione. In Germania, ad esempio saranno pubblicati l’indice di fiducia dei consumatori con impatto medio e l’indice dei prezzi d’importazione considerato invece d’impatto scarso. Per quel che riguarda la fiducia dei consumatori ci si aspetta una lettura con un leggero miglioramento.

Resta da dare un’occhiata al dollaro americano cui è associato per la giornata di oggi un market mover di massimo impatto: l’indice di fiducia dei consumatori statunitensi, studiato dalla Conference Board.

 Elementi caratterizzanti della settimana valutaria

Se i consumatori sono fiduciosi, in genere si stima che l’economia sia in forma e quindi si ha un effetto positivo sulla valuta. Per questa volta si prevede un calo dal 65,1 al 64,5.

Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

 I market mover del mercato valutario odierno sono diversi e interessano soprattutto il Regno Unito e quindi la sterlina, il dollaro australiano e la valuta canadese. Andiamo un po’ a spasso nel mondo, dal Vecchio Continente al Nuovo Mondo per sapere come investire i risparmi nel mercato ForEX.

Il dollaro australiano. Partiamo dall’Oceania dove in questi giorni si dà la lettura dell’indice dei prezzi al consumo che è molto importante in relazione all’inflazione nel paese. L’indice inflazionistico, infatti, si calcola anche sulla base dei prezzi di riferimento. In generale una lettura dell’indice al di sopra delle aspettative degli analisti può avere un effetto positivo sulla valuta.

► Elementi caratterizzanti della settimana valutaria

La sterlina. Nel Regno Unito, oggi, saranno diffuse le stime sull’occupazione per capire se il tanto chiacchierato rischio default o pericolo recessione, è alle porte anche nel paese della Regina. Tutto parte dalla valutazione delle richieste di sussidi e dal calcolo del tasso di disoccupazione. Si prevede un incremento degli indici. A livello valutario è sotto osservazione la votazione riguardo la politica monetaria del paese.

ForEX: cambiamenti per EUR, JPY, AUD, USD

Dollaro canadese. Anche in Canada qualcosa si muove sul fronte valutario. L’appuntamento di oggi è con la Banca nazionale canadese che, durante un meeting per la definizione delle politiche monetarie del paese, dovrebbe confermare un tasso d’interesse all’1 per cento.

Cosa c’è nel calendario economico di oggi

 Il movimento del mercato valutario, in questa settimana, è stato decisamente in ascesa, ma vogliamo soffermarci adesso sugli eventi, sugli episodi, che possono avere un impatto decisivo sullo yen, sul dollaro e sull’euro.

Sicuramente sarà di forte impatto la pubblicazione dei dati sul PIL della Cina che oggi è la seconda potenza economia mondiale ed ha tutte le carte in regola per influenzare il mercato valutario internazionale. Senza allontanarsi troppo dal continente asiatico, prendiamo in considerazione la pubblicazione dell’indice della produzione industriale giapponese. Siamo alla seconda pubblicazione e gli analisti sono concordi nel ritenere che saranno confermate le stime preliminari del -1,7 per cento, nonostante i trend rialzisti della fine di dicembre.

► La Cina lascia l’Italia

Sulla sterlina, tornando in Europa, potrà essere esercitata l’influenza della pubblicazione delle vendite al dettaglio che a dicembre dovrebbero essere aumentate dallo 0 allo o,2 per cento per effetto degli acquisti del periodo natalizio.  Se il valore medio, in generale, sarà superiore alle attese, si potrebbe avere un effetto rialzista sulla sterlina.

Il calendario valutario per euro sterlina e dollaro

Il dollaro statunitense, infine, potrebbe essere toccato da due eventi: la rilevazione del sentiment dei consumatori che, previsto in miglioramento, fa intravedere la ripresa dell’economia americana. A questo dato, sempre presso l’Università del Michigan, sarà unito quello delle aspettative sull’inflazione.

Mark mover impattanti per le maggiori monete

 Nella giornata di oggi i market mover più interessanti possono condizionale le oscillazioni del franco svizzero, del dollaro americano e dell’euro. Le notizie che stiamo per dare sono interessanti soprattutto per coloro che investono nel mercato valutario attraverso le opzioni binarie.

► Euro e franco svizzero vanno al massimo

Protagonista di questo avvio d’anno è sicuramente il franco svizzero che nel secondo semestre del 2012 si era configurato come la valuta rifugio per eccellenza quasi facendo concorrenza all’oro. Oggi sarà influenzato dalla pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio, considerate un market mover di medio impatto.

► Per il dollaro oggi c’è appuntamento con Bernanke

Gli analisti si aspettano adesso una lettura al 3,3 per cento che è sicuramente in aumento rispetto al mese scorso ma che è ancora lontana sia dalla prima lettura al 3,3%, sia dalle stime degli analisti al 3,9 per cento.

Per quanto riguarda il dollaro americano sarà molto importante vedere la reazione alla pubblicazione dei prezzi al consumo che rappresentano un indice inflazionistico molto interessante. In America sarà determinante prendere atto delle dichiarazioni di Bernanke che come il presidente Obama non intende lasciare spazio a quanti propongono l’innalzamento del tetto del debito. L’indice inflazionistico dovrebbe comunque uscire dalla zona negativa ed assestarsi sullo 0,0 per cento.

Per quanto riguarda l’Eurozona le parole di Draghi sono state provvidenziali durante la prima riunione BCE 2013 e si pensa che i dati sull’inflazione saranno rispondenti alle previsioni e praticamente uguali a quelli del mese scorso, quindi al 2,2 per cento.

Il mercato resterà comunque in attesa dei beige book della FED nella quale sarà proposta una fotografia dettagliata della situazione finanziaria dei dodici distretti federali che compongono la banca centrale americana.

Il calendario valutario per euro sterlina e dollaro

 Il 15 gennaio è una data molto importante per diverse valute. Molti gli incontri in programma che dovrebbero influenzare l’andamento del dollaro americano, della sterlina e dell’euro.

Il calendario economico ha in programma un buon numero di appuntamenti. Partiamo dal Vecchio Continente, dove saranno pubblicati i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo della Germania. Sembra che il dato in sé non abbia un impatto deciso sull’andamento dell’euro, almeno fino a quando non lo si usa per rilevare dati sull’inflazione in Germania.

In generale non sono previste variazioni rispetto alla versione preliminare dell’indice ferma sul valore dello 0,9 per cento.

Cosa condiziona la valutazione dell’euro

L’indice dei prezzi al consumo del Regno Unito, invece, dovrebbe incidere sulle valutazioni della sterlina. In questo caso il dato avrebbe un’incidenza importante e dovrebbe riportare un valore vicino al 2,7%. Ci si avvicina quindi, pericolosamente, alla soglia più elevata. Da considerare che la Bank of England, rilascia una lettera sull’inflazione nel momento in cui questa supera il livello del 3% in alto oppure si abbassa oltre l’1 per cento in basso.

 Per il dollaro c’è appuntamento con Bernanke

Atteso per la sterlina anche il discorso di Mervyn King, capo della Bank of England, davanti alla commissione parlamentare londinese. C’è molta attesa nel conoscere la politica monetaria pensata dalla BoE.

Vendite al dettaglio e indice della produzione potrebbero essere invece i motori del dollaro. Il secondo dei due indici è considerato molto impattante e capace di dare indicazioni utili per le stime inflazionistiche.

Un po’ di calma nel mercato valutario

 Trovata la soluzione al default USA, mentre si prende atto di come la politica è il vero pericolo per l’Italia, il mercato Forex resta calmo. Almeno questo si evince dalle scarse oscillazioni delle ultime ore, poiché ci si aspetta di conoscere l’esito delle decisioni della BCE e della Bank of Japan.

► ForEX: le previsioni shockanti di Saxo Bank

In tal senso potrebbero esserci delle oscillazioni pericolose nel cambio tra dollaro americano e yen giapponese. La moneta asiatica infatti, potrebbe essere presto al centro di un turbine di vendita e il cambio potrebbe assestarsi sul livello 87.74.

La banca centrale giapponese potrebbe decidere per l’allentamento monetario, visto che rientra anche nelle promesse elettorali fatte dal primo ministro giapponese Shinizo Abe. Gli analisti prevedono che ci sarà una linea di resistenza su livello 88.00 anche se molti trader stanno alzando il tiro fino alla soglia di 90.00 visto che la Bank of Japan, come altre banche centrali hanno già fatto, potrebbe decidere di fornire al mercato uno stimolo monetario “infinito”.

► Dollaro/Yen: una settimana complessa

Sul versante europeo gli occhi sono tutti puntati sulla BCE e sulla conferenza di Mario Draghi. Gli analisti si sono spaccati tra coloro che propendono per un nuovo taglio dei tassi d’interesse e coloro che invece si aspettano interventi più efficaci contro la recessione.

Possibili oscillazioni del dollaro alla fine del QE

 Le reazioni del dollaro alla stanchezza della FED che ha vincolato il quantitative easing all’andamento dell’indice di disoccupazione e dell’indice inflazionistico, ormai le sappiano. Ci siamo posti la domanda della necessità di dire basta agli aiuti della Federal Reserve, adesso però è il momento di affrontare altri due quesiti: perché frenare il quantitative easing e con quali effetti sul dollaro.

Tutto nasce dalla spaccatura interna alla FED in considerazione del panorama economico attuale. I membri della Federal Reserve che hanno votato di recente contro l’estensione degli aiuti al dollaro, l’hanno fatto per un motivo molto semplice: non ritengono che con questo strumento si dia davvero una mano all’economia americana. Questo non vuol dire che pensano che il sistema economico americano sia in forma, ma bisogna trovare nuove risorse strumentali.

Iniettare liquidità nell’economia USA, tra l’altro, potrebbe non essere efficace e sul lungo periodo determinare una crisi finanziaria più profonda di quella vissuta pochi mesi fa. Alla domanda sul perché dell’interruzione del QE, allora, si può rispondere che è necessario al fine di trovare nuove soluzioni e strumenti più efficaci.

Il dollaro, dopo lo stop del sistema FED, potrebbe recuperare terreno dopo aver perso appeal configurandosi come valuta rifugio. Nel 2013 ci potrebbe essere la fine del rally del dollaro.

Forex: il primo trimestre del 2013