La svalutazione della moneta in Argentina

 L’Argentina ha svalutato la propria moneta giovedì con una mossa che ha sollevato timori di una crisi finanziaria nella seconda più grande economia del Sud America e ha ricordato il crollo di un decennio fa.

I primi scambi giovedì hanno costretto la banca centrale dell’Argentina ad intervenire con la vendita di riserve in dollari. L’intervento ha limitato la perdita del peso all’8%, che è la più grande da quando l’Argentina ha avuto il default sul suo debito pubblico e svalutato la propria moneta nel 2002.

Le tensioni crescenti dell’economia argentina sono il risultato di politiche populiste di Néstor Kirchner prima e del suo successore la moglie Cristina Kirchner dopo. Il loro progetto era semplice, utilizzare il boom dei prezzi delle materie prime per le esportazioni argentine, come la soia, e aumentare la spesa pubblica per alimentare l’economia.

La leader dell’Argentina ha anche rifiutato di presentare le politiche economiche per la revisione da parte del Fondo Monetario Internazionale.

 

L’Argentina e il terzo swap

 

Per anni, la formula ha portato ad una rapida crescita e alla rielezione per i Kirchner. Ma la strategia ha portato anche l’inflazione, che è tra le più alte del mondo.

Il peso è caduto a 8,50 rispetto al dollaro da 7,14. La banca centrale ha poi invertito la rotta e ha venduto 100 milioni di dollari delle riserve per arginare il problema.

La svalutazione è stata una mossa rischiosa dalla signora Kirchner per sostenere il peso e ora sta iniziando ad affrontare una crisi del dollaro con le riserve delle banche centrali che sono scese a 29 miliardi dollari all’inizio di quest’anno mentre erano di 52 miliardi dollari nel 2011.

Bitcoin, la bolla di nuova generazione

 Mentre negli Stati Uniti, c’è chi, è disposto a vendere di tutto pur di avere in cambio di Bitcoin, dall’altra parte c’è un’intera nazione che al contrario vede nella moneta digitale, di sicuro una delle più importanti novità dei mercati del 2013, una vera e propria minaccia.