La Borsa di Tokyo in rialzo segue Wall Street

 La Borsa di Tokyo è in rialzo dopo due sedute caratterizzate da perdite di una certa rilevanza. Ieri, Tokyo è calata del 2,2% e in due giorni ha perso circa 500 punti. L’inizio del 2014 non è stato quindi in linea con il 2013 da record per la Borsa asiatica.

La Borsa di Tokyo oggi è stata influenzata da Wall Street, che è in recupero, e dal rialzo del dollaro sullo yen che hanno dato un certo movimento. Il Nikkei in rialzo dell’1,94% a 16.121,45 punti. Questo è l’indice che raccoglie i principali titoli, mentre il Topix, più ampio in termini di titoli, è cresciuto dell’1,79% a 1.306,23 punti.

Lo yen è in calo nei confronti del dollaro e delle altre monete considerando le 16 più importanti. In risalita lo won sudcoreano dopo otto settimane in cui era ai minimi.

 

Piazza Affari non risente del calo di Tokyo

 

La Borsa di Tokyo è influenzata da Wall Street che ha chiuso in rialzo dopo tre sedute negative. L’indice Dow Jones è cresciuto dello 0,64% a 16.530 punti, lo S&P 500 dello 0,6% a 1.838 punti e il Nasdaq dello 0,96% a 4.153 punti.

 

A Tokyo il Nikkei riprende fiato

 

In calo a novembre rispetto al mese precedente il deficit della bilancia commerciale degli Stati Uniti a 34,25 miliardi di dollari.

Domani è prevista la pubblicazione dei verbali del Fomc e c’è molta attesa per questa comunicazione. Si potrà capire quali sono le valutazioni dei membri della  Federal Reserve (Fed) sul tapering e su come si andrà avanti.

Lo scambio tra l’euro e il dollaro è a 1,3615. Per quanto riguarda le materie prime, l’oro è in calo dello 0,5% come l’argento, mentre il gas naturale è in rialzo dello 0,8%.

L’importanza dei Markets Highlights, cosa tenere sott’occhio nei vari mercati

Prima di iniziare a tradare è sempre opportuno dare un’occhiata veloce ai “Markets  Highlights” (Situazione dei mercati).

Esistono vari mercati: USA, Asia,Europa ma anche  Paesi Emergenti e Medioriente.

Tuttavia dovremo, almeno nella fase iniziale, concentrarci sui tre principali : USA, Asia ed Europa

Non ha senso entrare nel trading senza prima aver preso coscienza della situazione politico-economica delle maggiori economie.

Per ciò che riguarda gli Usa per avere una overview su sosa accade analiziamo gli indici ( S&P, Nasdaq) Usa e  andamento del Dollaro.

Quando parliamo di Asia invece occhi puntati su l’indice  Nikkei e magari anche lo SHI questi ci daranno la temperatura della economia nell’Estremo Oriente,  (Indice di Shenzen China) senza dimenticare lo Yen.

Chi avesse nella propria piattaforma l’Indice TA25 dovrebbe approfittarne. Tale indice rappresenta la Borsa di Tel Aviv (Israele) e ha avuto performance altissime in virtù della altissima concentrazione di Imprese High Tech. Israele è ai primissimi posti nella graduatoria mondiale delle  Start Up.

Sul fronte Europa sarà sufficiente andare a guardare oltre all’Euro, anche  gli indici Europei come il DAX o il Mib.

Ricordiamo che un indice contiene in sè diverse azioni delle aziende piu’ importanti del paese che rappresenta ed è quotato nella valuta locale.

Un’analisi veloce sull’andamento ci aiuta, questo perche’ una valuta debole e indici deboli ci spingono a ritenere rischioso un investimento in quella zona ma allo stesso tempo individuando una economia in forte fase recessiva potremmo investire contro di essa.

Esempio: abbiamo Yen (valuta) e Nikkei (indice) forte contro Euro debole e sarei per questo tentato di investire in Euro/Yen, giusto, ricordando però di dare prima un’occhiata ai grafici e di sentire il vostro consulente.

Da diversi mesi infatti abbiamo notato una economia Asiatica in forte ascesa (le notizie di un calo della produzione Cinese non devono preoccuparci, la Cina rimane un colosso e oramai la produzione europea ed Usa in certi settori come il tessile o l’High Tech è praticamente nulla).

L’America da costantemente forti segnali di ripresa e guardando i grafici e le notizie non possiamo che aver conferma di tutto ciò.

Purtroppo la situazione in Europa è catastrofica per molti aspetti e mal vediamo un investimento su indici o valute Europee se non nel brevissimo periodo e sempre comunque dopo aver valutato i nostri grafici.

 

 

 

 

 

 

 

Effetti positivi della strategia giapponese

 Il Giappone è stato accusato di aver abusato degli stimoli monetari per sostenere l’economia del paese, poi però, nel tempo sono stati riconosciuti gli effetti positivi della politica di Shinzo Abe. Adesso si prende atto di altri effetti positivi di questa strategia economica anche se il tutto avviene mentre lo yen si apprezza sensibilmente.

Vince Abe e cala lo yen

La fine di agosto è stato un periodo molto importante per il Giappone che, in un momento di forte turbolenza per i mercati internazionali, ha restituito agli investitori dei messaggi rassicuranti riguardo la progressione della sua economia. In questo momento, i dati macroeconomici giapponesi, sono molto incoraggianti.

A quanto ammonta il debito giapponese

Il paese ha ingaggiato da qualche tempo un’importante lotta contro la deflazione, sostenuta da Shinzo Abe in modo molto forte. Gli stimoli monetari, unitamente agli stimoli fiscali, sono stati in grado di dare risultati superiori alle attese. Così a luglio, a metà dell’estate, l’indice dei prezzi al consumo è stato osservato in crescita dello 0,2 per cento su base mensile e dello 0,7 per cento su base annua.

L’inflazione, tanto per avere un quadro completo, è cresciuta ad un ritmo superiore a quello registrato negli ultimi 4 anni. L’unico neo in questo panorama idilliaco è stato l’andamento dello yen, visto che la divisa giapponese è rimasta molto forte. Sembra quasi sia impermeabile all’annuncio del tapering da parte della FED e alle tensioni legate alla Siria.

Vince Abe e cala lo yen

 Questa in corso è l’ottava settimana di performance negative per la borsa di Tokyo che ha iniziato l’ultimo periodo di contrattazioni con un ribasso probabilmente legato alla vittoria elettorale del partito di Shinzo Abe. L’indice Nikkei-225, per esempio, ha dovuto cedere l’1,3 per cento arrivando fino a 13.062 punti.

Le strategie giuste per evitare i rischi

Il calo della borsa giapponese ha fatto il paio con i ribassi dei maggiori listini asiatici. Si pensi soltanto che l’indice Msci Asia Pacific ha fatto registrare i livelli più bassi degli ultimi nove mesi. Molto di questa situazione si deve al risultato delle elezioni per l’assemblea metropolitana di Tokyo che ancora una volta hanno visto il successo del partito conservatore di Shinzo Abe.

Si tratta del partito del premier che fino a questo momento è diventato celebre per la sua politica economica e monetaria di stimolo al Giappone. Si pensa quindi che anche nelle elezioni della Camera Alta del Parlamento che si terranno il mese prossimo, ci saranno risultati analoghi alle urne.

La crescita di Svizzera e Giappone

Il che vuol dire, almeno a livello monetario, che si continuerà con la strategia di svalutazione che è stata portata avanti negli ultimi mesi. L’Abenomics, come la chiamano ormai tutti gli investitori e gli analisti, ha avuto infatti degli effetti ora visibili: ha rilanciato le esportazioni ed ha determinato un incremento del prodotto interno lordo. Lo yen ha subito invece un’altra svalutazione.

Sale lo yen e crolla la borsa di Tokyo

 Lo yen, sottoposto ad una svalutazione forzata al fine di ritrovare la competitività sul mercato internazionale, adesso ha intrapreso un nuovo cammino al rialzo. La crescita della valuta giapponese, però, non fa bene ai mercati, o meglio non è considerato un buon trend della borsa di Tokyo che perde terreno. Il Nikkey, per esempio, accusa un nuovo calo superiore al 6 per cento.

Cala ancora la borsa di Tokyo

Il Nikkei ha perso quota e allo stesso tempo ad aggravare la situazione contribuisce l’apprezzamento dello yen che guadagna sia sull’euro, sia sul dollaro. I mercati europei, non tanto per reazione alla valuta giapponese, continuano il loro trend rosso e l’unica piazza a tenere è addirittura quella di Milano.

Tokyo, dunque, non ha di che gioire: a livello internazionale i problemi legati alla crescita economica sono ancora troppi. Di recente, poi, la Banca Mondiale ha spiegato che le stime di crescita globali vanno riviste al ribasso e ha messo paura agli investitori, preoccupati soprattutto della contromossa che ha in cantiere la Fed.

Il PIL giapponese cresce più del previsto

Il bilancio di questo periodo un po’ turbolento per il settore valutario e per quello finanziario è molto grave: sono stati mandati in fumo ben 2500 miliardi di capitalizzazione globale.

Oltre alla chiave di svolta della Fed resta da capire come si muoveranno le istituzioni giapponesi.

Morgan Stanley sul mercato valutario

 Morgan Stanley, come molte altre banche d’affari, hanno capito che il movimento impresso al mercato forex dalle scelte delle banche centrali, può essere usato per individuare i trend relativi alle maggiori valute. Per questo ha proposto un’analisi del rialzo del dollaro che è cresciuto a dispetto dell’euro, dello yen e della stessa sterlina. Un rialzo che sembra essere di lungo periodo.

I market mover del 9 maggio

Secondo Morgan Stanley oggi, rispetto al dollaro, si può parlare di long call, visto che il trend rialzista del dollaro è destinato a continuare per diversi giorni e nonostante l’andamento della moneta, che oggi è positivo, i fondamentali USA continueranno ad attirare dei flussi di capitale.

Crescente il cambio euro dollaro

Vuol dire che sta crescendo la correlazione tra il dollaro e l’andamento dei mercati finanziari perché la cosiddetta propensione al rischio di chi investe nel dollaro, è in continua modifica.  Il dollaro, dunque, non è più una valuta di rifinanziamento, ma ha tutte le caratteristiche di un asset currency.

Secondo Morgan Stanley, il rialzo del dollaro avrà effetto soprattutto sulle altre valute maggiori in circolazione, quindi sull’euro, sullo yen e sulla sterlina. Sulla nostra valuta, infatti, pesa ancora l’incertezza politica e quindi il valore della moneta non può fare da contraltare all’ascesa del dollaro.

Per quanto riguarda yen e sterlina, invece, gli investitori è molto facile che andranno a cercare un terreno fertile altrove, quindi saranno sottoposti ad un’ulteriore flessione.

Giapponesi verso i bond esteri

 Qualcosa sta cambiando in Giappone, non solo a livello valutario ma anche nel settore degli investimenti. La dichiarazione è stata fatta dal ministero delle Finanze nipponico che ha notato un cambiamento nel comportamento degli investitori istituzionali, quindi banche e compagnie assicurative.

Quale yen aiuta Toyota

Questi soggetti, adesso, sono diventati acquirenti netti delle obbligazioni estere. Fino a questo momento gli investitori istituzionali, per ben 6 settimane consecutive, erano stati protagonisti di una fase di vendita, tanto che il saldo di acquisto di bond era arrivato a 309,9 miliari di yen, mentre nella settimana che si è chiusa lo scorso 3 maggio, il saldo netto di acquisto di bond era fermo a 204,4 miliardi di yen.

Gli investitori sono spinti verso l’acquisto di attività estere anche dalla politica monetaria ultra-espansiva che è trainata dalle scelte dalla Bank of Japan. E’ stata infatti la BoJ a dire che per combattere la deflazione era necessario raddoppiare l’acquisto dei titoli di stato in modo da arrivare al target di inflazione al 2 per cento in 2 anni.

L’euro è troppo forte?

In questo stesso periodo sono aumentati anche gli acquisti di ETF e di quote di fondi di investimento immobiliare. La politica si svalutazione dello yen è stata parallela all’espansione della borsa di Tokyo che dall’inizio dell’anno è cresciuta del 40 per cento.

Recessione del Giappone, e lo yen

 Il Giappone è un paese molto importante per l’economia internazionale per questo desta preoccupazione se i dati trimestrali del paese lo descrivono come un territorio sull’orlo della recessione. Il passo falso dell’economia giapponese potrebbe essere impetuoso con le performance dell’Eurozona.

Come per la gran parte delle economia mondiali, sono stati pubblicati in questi giorni i dati preliminari sul prodotto interno lordo, uno di quei documenti di cui fanno scorpacciate coloro che vivono a pane ed opzioni binarie. In effetti la prima domanda che ci si pone è: cosa succede allo yen se il Giappone crolla?

Sicuramente bisogna partire dai dai reali sulla produzione che è inferiore a quanto previsto dagli analisti che hanno dovuto fare i conti con un arretramento dello 0,9 per cento nell’ultimo periodo d’analisi mentre avevano previsto soltanto un -0,8%.

Questo andamento negativo nel terzo trimestre incide anche sui dati annuali per cui si rileva un declino vicino al -3,5 per cento a fronte di una previsione più ottimistica di una flessione di 3,4 punti percentuali.

Secondo gli osservatori il PIL è diminuito perché si sono contratti gli investimenti, i consumei e la produzione dei settori automobilistico e manifatturiero. In controtendenza soltanto le spese del governo e l’immobiliare.

Preoccupa allora lo yen ma è difficile interpretarne l’evoluzione nel breve periodo perché l’intervento della banca del Giappone si è già fatto più consistente.