La scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi, una delle tre tasse di cui è composta la Iuc, la nuova imposta comunale sugli immobili, si avvicina a grandi passi ma il caos che si è creato sulla questione è ancora lungi dall’essersi risolto.
La maggior parte dei Comuni italiani, infatti, non hanno ancora deliberato e, proprio per questo, si torna a pensare ad un possibile rinvio. Ma non sono solo le aliquote a destare preoccupazione: resta ancora da risolvere il nodo delle detrazioni.
Per di più, dalle prime rilevazioni sui Comuni che hanno deliberato le aliquote per la Tasi, si è evidenziata un aumento dell’importo da pagare rispetto all’Imu. Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo.
La Tasi sarà più cara dell’Imu?
Secondo le rilevazioni del Servizio delle politiche territoriali della Uil, al momento solo 832 Comuni italiani hanno deliberato le aliquote per il calcolo della prima rata della Tasi, e di questi, solo poco più di 500 hanno anche effettuato la relativa comunicazione al Ministero dell’Economia.
In base a queste prime rilevazioni, la Uil evidenzia che la Tasi sarà più cara dell’Imu a Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona, Siracusa, mentre si pagherà di meno a Caserta (con 168 euro in meno) Aosta (-163), Pordenone (-148), Livorno (-141) e Roma (-127).
► Tasi, il rinvio della scadenza della prima rata è sempre più probabile
Rinvio parziale della scadenza della prima rata della Tasi
Se ne parla già da giorni di un possibile rinvio della scadenza per la prima rata della Tasi, ma i Comuni si sono fortemente opposti a questa possibilità, in quanto hanno già previsto questo introito nei loro bilanci. Ma, dato che senza aliquote far pagare la Tasi provocherebbe solo ulteriore caos, è allo studio l’ipotesi di posticipare il pagamento al 16 settembre solo per quelle amministrazioni che non riusciranno a deliberare entro i termini previsti.