In Inghilterra si sta prelevando denaro dai conti correnti ad un ritmo vertiginoso. Dall’inizio dell’ultima fase di recessione, da cui il Regno Unito ne sta uscendo a testa alta, milioni di lavoratori hanno visto pesanti riduzioni in busta paga anche per colpa dell’inflazione che ha ridotto i salari controbilanciando eventuali aumenti.
I soldi che hanno permesso una così sostenuta ripresa delle vendite al dettaglio arrivano proprio dai conti correnti dei cittadini. Dai conti a lungo termine sono venuti fuori 23 miliardi di sterline per andare a finire in conti correnti con accesso diretto. La somma equivale a circa 900 sterline per ogni famiglia inglese.
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Se da un lato le spese al consumo sono uno dei principali fattori che ha contribuito all’incremento del Pil nel terzo trimestre, come sottolinea la Banca d’Inghilterra “la solidità dei consumi di solito rispecchia l’aumento dell’attività dei prestiti”.
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Ad ottobre, il totale di soldi depositati in conti correnti bancari è diminuito del 4,7%, mentre il numero di famiglie che hanno in tasca o nei conti con accesso diretto è rimbalzato dell’11,2%. Altro motivo che porta i risparmiatori a non mettere da parte i soldi sono anche i tassi di interesse bassi, ai minimi storici. Sui conti risparmio a lungo termine il tasso di interesse medio è sceso al 2,4%, toccando il livello più basso dal 1999.
Intanto Draghi ha comunicato che “I tassi resteranno a questo livello ancora a lungo” e la Bce è “pronta a valutare tutti gli strumenti disponibili”, a causa della costante debolezza dell’economia. “La politica monetaria resterà accomodante per tutto il tempo che sarà necessario”.