Gli economisti specializzati in economia monetaria ritengono che questa fase di bassi tassi di interesse durerà ancora per molto tempo se si vuole uscire dalla crisi. Quindi si prevede una politica monetaria estremamente accomodante.> Imu, ai comuni il verdetto finale
Questa è la visione di Stefan Hofrichter Chief Economist di Allianz che spiega: “Le implicazioni per gli investitori sono importanti. Per facilitare il necessario processo di deleveraging, le banche centrali di Stati Uniti, Regno Unito, Unione Monetaria Europea e Giappone prevedibilmente proseguiranno con una politica monetaria estremamente accomodante. Le banche centrali resteranno volontariamente dietro alla curva. Questo approccio accomodante non impedirà ai rendimenti a lungo termine di salire, ma limiterà il potenziale di rialzo. D’altra parte la politica della banca centrale conferma la nostra convinzione che è meglio investire nei mercati obbligazionari che offrono un rendimento più alto rispetto ai titoli sovrani di alta qualità. In particolare, preferiamo il mercato del credito tra cui obbligazioni High Yield e dei mercati emergenti, a prescindere dalle considerazioni tattiche”.
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“Il deleveraging del settore pubblico e privato non implica necessariamente prospettive negative per i mercati azionari. Al contrario. Prendiamo per esempio l’indice S&P 500. Negli ultimi 100 anni, i rendimenti a lungo termine al netto dell’inflazione sono collegati solo marginalmente agli indicatori del debito dell’economia nel suo complesso. Ciò implica che ci sono altri fattori alla base deirendimenti azionari a lungo termine, in particolare le valutazioni e le prospettive di crescita a medio termine. Mentre la crescita nei paesi sviluppati probabilmente sarà più bassa rispetto al periodo prima della crisi, difficilmente sarà bassissima grazie al costante sostegno della politica monetaria e alla capacità del settore privato di sfruttare i cash flow. Per quanto concerne le valutazioni, siamo convinti che le quotazioni nei mercati azionari globali siano ancora su livelli moderati. Nei prossimi anni ci aspettiamo rendimenti azionari robusti, anche se il deleveraging del settore privato proseguirà ancora per molto tempo”.