Dietrofront di Telecom Italia circa il servizio Tim Prime: la società di telecomunicazioni ha messo in stand-by l’applicazione, “nell’ottica dell’avvio delle discussioni con le Autorità in merito, e finalizzate al lancio di nuovi e migliori servizi”.
In un comunicato della società si esplicita che la decisione ha lo scopo “primario di mantenere il rapporto di assoluta trasparenza con i propri clienti e di assicurare un confronto aperto, sereno e costruttivo con le autorità”.
La vicenda è esplosa a fine marzo, quando l’Agcom di Angelo Marcello Cardani ha approvato un provvedimento di diffida nei confronti dell’operatore Tim con riferimento alla manovra di rimodulazione dei profili base di telefonia mobile, che avrebbe comportato, se attuata, un aggravio di oltre due euro al mese per milioni di utenti del servizio. Nella sua istruttoria, l’Autorità ha ricostruito la campagna di comunicazione con la quale Tim ha presentato l’offerta commerciale ai clienti come una rimodulazione dei profili tariffari base. I prezzi verrebbero modificati offrendo una direttrice di traffico voce e Sms illimitati verso una numerazione Tim scelta dal cliente al costo di 0,49 euro a settimana a fronte di una serie di vantaggi attivabili su richiesta dei clienti.
Dopo le segnalazioni e le verifiche necessarie, l’Autorità ha sostanzialmente deciso che Tim utilizza illegittimamente la procedura prevista dal Codice delle comunicazioni per l’esercizio dello jus variandi, per attivare nei confronti di un numero rilevantissimo di clienti una nuova offerta con la tecnica dell’opt-out, peraltro incidendo in maniera sostanziale sulla natura dell’offerta base originaria, che cesserebbe di essere ‘a consumo’, comportando un addebito fisso settimanale. A quel punto, ha diffidato Telecom Italia a cessare la condotta.