Quello che può sembrare un piccolo passo per molti in realtà rappresenta un grande passo per l’Italia: il cda di Tim ha dato via libera a FiberCom, creando di fatto una newco nel quale confluiranno la rete secondaria dell’azienda e OpenFiber.
Via libera a Fibercop contro il digital divide
E’ in questo modo che diventa più tangibile e reale la nascita di una rete unica a banda larga capace di abbattere finalmente il digital divide ancora presente nel nostro territorio. E’ stato reso noto che il sì di Tim in cda sia arrivato in modo unanime a riguardo del memorandum con Cassa depositi e prestiti per la nascita di FiberCop e allo stesso tempo il cda di Cdp, come proprietaria del 50% di Open Fiber e azionista di Tim, ha approvato la lettera di intenti con quest’ultima.
La di FiberCop, come già anticipato nei giorni scorsi, sarà composta dal fondo americano KKR e Fastweb, con le quali è partita a propria volta l’intesa con Tim al fine far partire tutte le procedure necessarie a dare vita alla società finale della rete unica, ovvero AccessCo.
In FiberCop entrerà la rete secondaria di Telecom, quella che dagli armadi in strada arriva alle case delle famiglie e si basa sul filo in rame, alla quale in seguito si aggiungeranno la rete in fibra di Open Fiber e le dorsali di Tim.
Kkr investirà fino a 1,8 miliardi, mentre dopo il conferimento del suo 20% di Flash Fiber, Fastweb parteciperà con il 4,5%. Ci sono voluti 25 anni per riuscire a gettare le basi per il cablaggio di tutta Italia, come desiderato e sostenuto da Ernesto Pascale: qualcosa di cui l’Italia ora non può fare a meno. E la riprova ne è stata la necessità di una banda larga funzionante per consentire al paese di funzionare in smart working.
Cosa cambierà nel paese con la banda ultralarga
La rete unica a banda ultralarga, una volta attiva, sarà ovviamente in grado di risolvere i problemi di connettività nel paese. Rendendo possibili applicazioni finora non prese nemmeno in considerazione. Si potrà migliorare la sicurezza delle città collegando i comparti della stessa e dei servizi e sarà possibile evitare tutta la burocrazia ora molto fastidiosa favorendo anche una gestione più semplice di tutti quei servizi al cittadino che ora risultano più problematici da affrontare.
Si potrebbe riuscire, con una rete a banda ultralarga funzionante in tutta Italia, a sviluppare il settore della scuola e anche quello sanitario, spingendo al perfezionamento dello smart working e allo sviluppo della telemedicina. I campi di applicazione di una rete a banda ultralarga sono molti, non per ultimo quello della domotica residenziale.
Per arrivare ad una integrazione reale però, tra procedure societarie e autorizzazioni da ottenere, si dovrà aspettare con molta probabilità il 2022 e il 2025 per il completamento del passaggio dal rame alla fibra.