Sembrava tutto fatto per una sostanziosa crescita, in un mercato che tende sempre più alle privatizzazioni a discapito dei servizi pubblici e dei servizi semi-pubblici.
Ma quando in ballo ci sono stakeholder potenti, che provano a portare acqua al proprio mulino, il futuro delle aziende appena nate è a rischio.
Sorgono nuove difficoltà per Uber, questa volta negli Stati Uniti. La startup che ha creato l’omonima app funzionale a prenotare taxi e vetture con autista utilizzando il proprio smartphone dovrà sospendere in maniera temporanea le attività in Nevada, dopo avere ricevuto un’ingiunzione preliminare poco dopo l’inizio delle attività nello Stato americano circa un mese fa.
E’ la prima volta che Uber deve fare i conti con un bando in un intero stato dell’unione americana. Come ricorda il Financial Times, il Nevada è uno degli Stati in cui ci sono state forti proteste contro servizi alternativi ai taxi, in rapida espansione, come quelli offerti da Uber, Lyft e Sidecar.
Uber, che è in trattativa in maniera tale da raccogliere sino a un miliardo di dollari nell’ottica di un round di finanziamenti che potrà fare accrescere la valutazione del gruppo fino a 40 miliardi di dollari, dovrà fare i conti con le autorità di regolamentazione del Nevada, le quali sono intenzionate a confermare il bando.
I responsabili della strartup si sono limitati a dichiarare che è un vero peccato che il Nevada sia il primo Stato americano a sospendere temporaneamente il servizio di Uber, mettendo a rischio quasi mille posti di lavoro e la capacità di sbarcare il lunario di altrettante famiglie. Questo è quanto ha fatto sapere la società di App.