Il tribunale di Milano ha rispedito al mittente l’istanza di sospensione del blocco della app ‘Uber-pop presentata dalla multinazionale americana, dopo il provvedimento di inibitoria del servizio dello scorso 26 maggio per concorrenza sleale nei confronti dei taxi.
La società deve disattivare il servizio entro oggi, altrimenti dovrà pagare 20mila euro al giorno di multa oltre alla più grave volontà di trasgredire all’ordine del giudice. Lo ha deciso il presidente della sezione specializzata in materia di impresa del tribunale civile di Milano Marina Tavassi, per la quale anzi il servizio poteva essere già oscurato a fine maggio. Ieri la discussione del reclamo in camera di consiglio al termine della quale il giudice si era riservato di decidere emettendo stamattina la decisione. Nell’atto, Tavassi dispone inoltre che il blocco sia immediatamente esecutivo, stabilendo penali in caso di mancato adeguamento. La prossima tappa della vicenda è fissata per il 7 luglio, quando verrà discusso il ricorso di Uber nel merito.
Si registra dunque l’ennesima vittoria per i tassisti milanesi, supportati dalle associazioni di categoria, in particolare dall’Unione artigiani che gioisce della decisione, vissuta invece come “una notizia negativa per gli utenti” dal Codacons che spinge per una “urgente una modifica della legislazione vigente in materia, per adeguare la norma al fine di renderla al passo con le nuove possibilità offerte dal mercato e dalla tecnologia”, come sottolinea il presidente Carlo Rienzi.
Scadono le due settimane di tempo che il tribunale di Milano aveva concesso alla multinazionale americana per adeguarsi dopo l’accoglimento del ricorso presentato dai tassisti: il servizio che permette a chiunque di fare l’autista dando passaggi a chi li cerca dietro un compenso è “concorrenza sleale” e “incoraggia l’abusivismo”, ancora più grave in un periodo di affari come quello di Expo. Dopo lo stop del giudice, gli autisti a Milano hanno continuato a lavorare, consapevoli dei rischi. Fino a oggi.