Ue chiede chiarimenti sulla Legge di Stabilità

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La Commissione europea indaga sulla prossima Legge di Stabilità italiana e invia una lettera in cui chiede chiarimenti. La stessa lettera è stata inviata a Slovenia, Austria, Franca e Malta. Uno degli ultimi provvedimenti di Barroso prima di passare la mano al lussemburghese Juncker è quello di chiedere chiarimenti a quei Paesi che rischiano di violare le regole comunitarie. Inoltre, si fa strada l’ipotesi che la lettera contenga richieste al Governo di chiarimenti sia sull’ampiezza dell’aggiustamento strutturale dei conti, sia sulle coperture e sulle riforme previste.

Gli esperti sostengono da tempo che il ddl ha una serie di complicazioni in seno:

Il primo problema della Stabilità è che rimanda – ancora di un anno, al 2017 – il raggiungimento dell’Obiettivo di medio termine che l’Italia aveva concordato con l’Europa, cioè il pareggio strutturale di bilancio. Nell’inviare il budget alla Ue, il ministro Pier Carlo Padoan ha fatto valere il peggioramento del quadro macreoconomico e la portata delle riforme avviate per chiedere di “correggere strutturalmente” i conti solo dello 0,1% del Pil. Originariamente, le norme contenutenel complesso del Fiscal Compact prevedevano una correzione dello 0,5%, che la recente richiesta di flessibilità aveva forzato fino a ipotizzare un dimezzamento a uno 0,25%. Per “strutturale”, l’Europa intende una correzione che tenga conto del ciclo economico; anche su questo calcolo – puramente frutto di convenzioni statistiche – l’Italia ha espresso forti critiche.

Il portavoce del commissario agli Affari economici Katainen, Simon O’Connor, ha dichiarato che la lettera non vuol dire necessariamente che la Commissione ha deciso se respingee o meno il bilancio dei cinque Paesi che la ricevono. Vi è in primo luogo una richiesta di maggiori informazioni che rappresenta infatti soltanto un primo passo nella procedura e la decisione definitiva sarà presa a fine mese. Consultazioni tecniche con gli stati membri sulla bozza del piano di bilancio non pregiudicano il risultato della valutazione, dunque, per O’Connor e Katainen.

 

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