Un genitore su 2 non conosce il mestiere del figlio

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Le professioni cambiano e questo comporta che le nuove generazioni abbiano degli impieghi al passo con i tempi, in grado di rispondere alle esigenze del momento, e che le vecchie generazioni non sappiano cosa fanno i giovani per guadagnarsi da vivere. Una recente indagine racconta di questo buffo gap. 

Ci sono dei mestieri di difficile comprensione. Per esempio: cosa fa il data scientist? E cosa invece il progettista UI? Sono figure professionali che non esistono da sempre ma servono a rispondere oggi alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Una ricerca condotta da Linkedin in occasione della giornata genitori e figli sul posto di lavoro, dimostra che il 50% delle mamme e dei papà non conosce esattamente qual è il mestiere svolto dal figlio.

Il Corriere Innovazione riassume in una foto questo gap digitale: oltre la metà dei genitori a livello globale, ammette di non essere molto informato sul lavoro che i figli fanno per vivere. Circa un terzo dei professionisti a livello globale afferma che i genitori non conoscono l’azienda per cui lavorano.

Di tutta la ricerca riportata dal Corriere vogliamo dare spazio alle conclusioni generali

Secondo il campione di oltre 15 mila lavoratori e 11 mila genitori intervistati nel mondo, mamma e papà smettono troppo presto di fornire supporto sul lavoro ai figli, che hanno rivelato in migliaia di essersi sentiti poco consigliati dai genitori nell’affrontare scelte di carriera. Un lavoratore italiano su quattro ha confessato esplicitamente che avrebbe gradito ulteriori consigli utili da parte dei genitori. Nella maggior parte dei casi, invece, il genitore si tiene alla larga per non interferire troppo (40%) e per paura che i figli s’infastidiscano (30%). Il risultato? Il 55% dei genitori dichiara di non essere informato sul lavoro che svolge il figlio. Anche per questa ragione, LinkedIn ha lanciato la terza edizione di Bring in Your Parents Day, iniziativa globale in cui i dipendenti inviteranno i genitori sul posto di lavoro durante la giornata del 5 novembre, per permettere loro di conoscere da vicino la realtà lavorativa che vivono.

E ai profili tipo del genitore che sono stati tracciati:

Ne sono emersi, così, cinque modi diversi di ricoprire il ruolo di madre e padre. Il Genitore Responsabilizzante non mostra grande interesse nel lavoro del figlio, ma lo lascia vivere e si aspetta che sia lui stesso a trovarsi il lavoro, ritenendo il figlio maggiorenne responsabile di sé stesso e il lavoro da genitore ormai completato. Inadeguato a dare consigli al figlio, perché le cose sono cambiate troppo a causa della rapida ascesa della tecnologia: è così che si sente il Genitore Sostenitore, sempre pronto ad aiutare, ma senza sapere bene come. Assistenzialista e permissivo è invece il Genitore Maggiordomo, vittima di un amore incondizionato per il figlio, ma anche della paura di essere respinto qualora provasse a stabilire dei limiti. La soluzione? Permettere al figlio di non assumersi le proprie responsabilità e non fargli mancare nulla, dai soldi al soggiorno. Il Genitore Elicottero invece non riesce a mollare la presa sul figlio, lasciandolo libero di prendere il comando della vita. «Troppo legato al ruolo che aveva quando il figlio era piccolo e aveva costantemente bisogno. La loro costante presenza e controllo impedisce l’indipendenza del figlio, così anche se vogliono aiutarlo, non si rendono conto di quanto interferiscono con la vita da adulto del figlio», ragiona ancora Alexandra Beauregard.

 

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