Crescono le aspettative per un corposo taglio dei tassi in Ungheria, dal momento che la situazione attuale vede il Paese versare in grosse difficoltà.
Nello specifico, la banca centrale ha tagliato le stime d’inflazione per l’anno in corso dal 2,5% di settembre allo 0,9% di dicembre. A novembre, i prezzi sono diminuiti dello 0,7% se consideriamo la media su base annua. Si è trattato del sesto calo tendenziale verificatosi durante gli ultimi otto mesi, a riprova del fatto che l’economia potrebbe scivolare nella deflazione. E questo rischio è, assolutamente, da evitare.
Allo stesso tempo, il fiorino ha lasciato sul terreno il 2,3% durante settimana scorsa e il 5,8% contro l’euro dall’inizio del 2014 ad oggi, per paura che il Paese possa subire il contagio della crisi russa. Ciò potrebbe mettere dei limiti alle azioni della banca centrale, dal momento che un taglio dei tassi indebolirebbe ancora di più il cambio.
Tuttavia il deprezzamento del fiorino non viene vissuto negativamente a Budapest, perché il governo spera così di ravvivare l’economia. D’altronde, lo stesso calo dei prezzi è dovuto al taglio delle tariffe energetiche deciso dal governo e dal crollo delle quotazioni del petrolio. Queste le stime di Barclays:
I tassi saranno tagliati a partire dal mese di marzo e che entro la fine dell’anno scenderanno di 60 punti base all’1,5%. Uno scenario atteso anche dai mercati, se è vero che i rendimenti dei titoli a tre anni sono scesi in prossimità dei minimi storici. In realtà, la banca centrale si è impegnata a mantenere fermi i tassi per il prossimo anno, una decisione, spiegano gli analisti, che potrebbe essere rivista, se la deflazione dovesse attecchire e se la crescita dell’economia rallentasse oltre le previsioni.