Lo scontro dopo lo scandalo continua. Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde, date le proporzioni dell’accaduto.
Gli investitori scendono sul terreno legale contro la Volkswagen, ampliando le fila dei consumatori che già avevano fatto causa alla società tedesca con base a Wolfsburg travolta dallo scandalo delle emissioni. Si complica pertanto la partita per il nuovo management della azienda tedesca, che intanto procede con la riorganizzazione ai piani alti allontanando i capi della ricerca.
La controllata Audi fa sapere che sono 2,1 milioni i veicoli taroccati marchiati con gli anelli, sugli 11 milioni del gruppo.
Le cause degli investitori sono sempre di più. Secondo quanto riportano le principali agenzie di stampa, ci sarebbe la prima causa legale, in Virginia, intentata da parte di un azionista, un fondo pensioni del Michigan, secondo la quale ci sarebbe stato un piano fraudolento ai danni degli investitori: questi hanno investito sulla società straniera, ma la sua valutazione era gonfiata dalle menzogne raccontate negli Usa sui test delle emissioni.
Una nuova grana, che con ragionevolezza si poteva attendere, che si va ad ud unire alle circa 80 class action che sono state avviate dai consumatori ‘truffati’ in tutto il Paese. Dal punto di vista degli investitori, però, la giustizia americana potrebbe limitare il raggio d’azione ai soli Adr, strumenti finanziari emessi dalle banche americane e scambiati sui listini Usa, che sostituiscono le azioni della società estera e sono destinati al mercato Usa. Ebbene, questi certificati hanno perso il 28% nei giorni dello scandalo. Per chi acquista direttamente titoli stranieri su una Borsa di un altro Paese, invece, potrebbero non esserci le coperture della legge americana. Il titolo della casa di Wolfsburg viene per altro venduto anche oggi.