Ci sono moltissime valute legate irrimediabilmente e storicamente allo scambio di materie prime specifiche. Queste valute variano sulla base della disponibilità di una materia e aumentano il numero di variabili che incidono sul Forex.
In questi giorni si prende atto che ci sono state delle quotazioni in forte decrescita legate all’andamento delle materie prime. In gergo, queste valute, si chiamano commodity currencies anche se fino a poco tempo fa, quando l’economia andava meglio, si era soliti chiamarle “valute privilegiate”.
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Le banche centrali, spesso, s’inserivano in questo flusso, attirando un gran quantitativo di denaro, tagliando i tassi fino a rasentare lo zero e via dicendo. Adesso, invece, in tempi di crisi, bisogna prendere atto di un bel po’ di cambiamenti.
Per esempio le materie prime, anche per effetto dei cambiamenti climatici, hanno perso valore e così hanno indotto con il loro comportamento, la diversificazione dei flussi di denaro degli investitori che hanno ritrovato interesse, soprattutto, per azioni e bond.
Alcune valute sono state al centro di una specie di bolla speculativa. Per esempio il dollaro australiano, il dollaro neozelandese, la corona norvegese, ma anche il rand sudafricano, il real brasiliano e il peso cileno, si sono adagiati troppo sui prezzi delle commodity.