L’ulteriore procrastinazione del primo incremento dei tassi da parte della Fed potrebbe attivare un rimbalzo delle prospettive per le valute dei Mercati emergenti nel corso del quarto trimestre e il ritardo nel ritorno del mercato “toro” negli Stati Uniti, anche se nel corso del trimestre potremmo assistere ad un dollaro inizialmente debole e in rafforzamento sul finire delle sessioni annuali.
Durante il quarto trimestre c’è il rischio significativo di assistere a un altro movimento disordinato nella propensione al rischio, il cui risultato sarebbe un brusco movimento rialzista dello yen giapponese e eventualmente dell’euro, come abbiamo visto nel corso delle turbolenze di agosto. Da ora, qualsiasi marcato apprezzamento di euro e yen dovrà probabilmente fare i conti con le nuove misure espansive in arrivo dalla Banca Centrale Europea e dalla Bank of Japan, eventualmente contribuendo a far nuovamente rafforzare il dollaro e a portare ulteriore sollievo ai mercati emergenti.
L’elemento fondamentale nel quarto trimestre potrebbe essere rappresentato dalla velocità con cui la Cina permetterà un indebolimento della propria valuta dopo aver contrastato le pressioni ribassiste con il massiccio utilizzo delle riserve a seguito della svalutazione di agosto e la modifica del regime di cambio verso una fluttuazione controllata (finora con una doppia enfasi sul “controllata”). In sintesi, la decisione di settembre della Federal Reserve ha mostrato ai mercati che la politica della Fed è globale, in particolare per i Paesiemergenti. Nel quarto trimestre, se da un lato potremmo assistere a rimbalzi nelle valute legate alla propensione al rischio come il rublo, il real brasiliano, la lira turca e il rand sudafricano, un approccio più conservativo spinge a guardare altrove, Messico e Polonia in particolare.