Il Vietnam potrebbe diventare quello che fino a oggi è stata la Cina, cioé una nazione dove si può produrre a bassi costi per prodotti di aziende multinazionali presenti in tutto il mondo. Il Vietnam e anche il Bangladesh si prestano bene a questo compito che la Cina non sembra più di potere realizzare.
La crescita economica della Cina ha portato anche a fenomeni correlati. Da una parte, lo sviluppo dei sindacati e dall’altra la questione inquinamento che rischia di diventare un’emergenza e che ha portato il governo a pensare a degli interventi per ridurne l’impatto. Il risultato sembra essere sempre di più la crescita del costo del lavoro e minori possibilità di avere una produzione rapida e senza tanti criteri da ottemperare.
► Il Made in Cina verso il tramonto superato dal Vietnam e da altri Paesi
Quello che sta succedendo nell’economia globale è quindi uno spostamento della produzione a basso costo in Vietnam e Bangladesh. L’ambito del tessile, alla base di diverse aziende di moda, si sta orientando verso questi Paesi. Spesso attraverso una sorta di sfruttamento del lavoro e in condizioni non proprio corrette, molte aziende mondiali della moda, anche con accordi fatti con i governi locali, riescono a produrre con minori investimenti e a presentare prodotti a prezzi più bassi. Molti fenomeni come Zara hanno una logica di investimento di questo tipo, anche se magari non è necessario o praticato lo sfruttamento dei lavoratori. La manodopera costa poco in questi Paesi rispetto ai Paesi più sviluppati, c’è meno democrazia e spesso i lavoratori non sono ancora organizzati per chiedere retribuzioni più alte e migliori condizioni di lavoro.