Dopo 30 anni, dopo lo scandalo del vino al metanolo, la rinascita. Oggi una bottiglia su cinque tra quelle esportate è made in Italy.
Il vino italiano manda in cantina il 2015 con il record storico delle vendite all’estero arrivate a 5,4 miliardi in valore, con un incremento del 575% in confronto a 30 anni fa: è quanto si evince dal dossier “Accadde domani. A 30 anni dal metanolo il vino e il made in Italy verso la qualità” di Coldiretti e Fondazione Symbola.
Per quanto riguarda il fatturato il primo mercato del vino made in Italy, con il valore record delle esportazioni di 1,3 miliardi di euro, sono diventati gli Stati Uniti, che hanno sorpassato la Germania, attestata sotto il miliardo, davanti al Regno Unito con oltre 700 milioni di euro. Negli ultimi anni si sono aperti nuovi mercati come quello della Cina, dove le esportazioni di vino hanno superato gli 80 milioni di euro nel 2015.
Lo spumante è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance, con le esportazioni che sfiorano il record del miliardo di euro nel 2015. Per le bollicine tricolori il 2015 si è chiuso con volumi esportati pari ad una volta e mezzo quelli degli spumanti transalpini (+50%) senza dimenticare il riconoscimento attraverso il premio internazionale “Sparkling Wine Producer of the Year”, assegnato alle Cantine Ferrari, che le migliori bollicine al mondo sono italiane.
“Ora la nuova sfida è quella di rafforzare e difendere le posizioni acquisite combattendo la concorrenza sleale dei produttori internazionali. Le contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “a preoccupare sono anche i tentativi di minare la distintività delle produzioni, come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione”.