A seguito di numerose indiscrezioni durate tante settimane è arrivata la conferma: Visa, il colosso americano delle carte di credito, rileverà la sua ex controllata europea Visa europe con una valutazione complessiva pari a 21,2 miliardi di euro.
L’operazione, approvata dai consigli di amministrazione di entrambe le società, avverrà in due fasi: un pagamento iniziale di 16,5 miliardi in contanti e azioni accompagnato da un versamento aggiuntivo fino a 4,7 miliardi di euro dopo il quarto anniversario della chiusura della transazione. L’operazione verrà completata nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2015/16.
Una decisa boccata d’ossigeno per il pool di banche europee che incasseranno con la cessione una generosa plusvalenza. Nel corso degli anni la società americana ha affrontato varie volte il tema di un’acquisizione di Visa europe, ma non era mai stata raggiunta un’intesa sui dettagli. Per anni Visa e Visa europe sono state sotto l’ombrello di Visa international service association, ma l’assetto è cambiato nel 2007, quando le attività americane sono diventate una società quotata, quelle internazionali sono confluite in Visa inc e quelle europee sono rimaste separate.
Visa europe – che a fine settembre aveva 500 milioni di carte in circolazione – genera volumi di pagamento per circa 1.500 miliardi di euro e processa 18 miliardi di transazioni all’anno che si andranno ad aggiungere ai 71 miliardi di transazioni gestite da Visa. “Integrare le attività garantirà la solidità finanziaria e le economie di scala necessarie per accelerare la nuova generazione di pagamenti in Europa”, ha detto Nicolas Huss, amministratore delegato di Visa europe.
Nel terzo trimestre dell’anno, Visa ha registrato profitti per 1,51 miliardi di dollari, 62 centesimi per azione, in rialzo dagli 1,07 miliardi dello scorso anno. Il fatturato è salito dell’11% a 3,571 miliardi. Nonostante quello che l’amministratore delegato Charlie Scharf ha definito “un contesto economico globale problematico”, i volumi di pagamenti effettuati con carta di credito sono saliti del 12% a 1.300 miliardi di dollari.