Wall Street, dati macro sotto le attese

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 I mercati finanziari amerciani in leggera crescita anche se i dati macro di oggi sul comparto immobiliare non buoni e il ritorno delle tensioni sui paesi emergenti. Il Dow Jones mostra un incremento dello 0,35% e lo S&P500 dello 0,25% (avvicinandosi ai record storici).
I mercati sono comunque in forte attesa per la pubblicazione dei verbali dell’ultimo meeting della commissione operativa della Federal Reserve. Esiste un grande interesse a esaminare le minute dell’ultima riunione presieduta dal ex presidente della FED Ben Bernanke per capire quali saranno le prossime mosse della banca centrale del paese a stelle e strisce, spiega Filippo A Diodovich di Ig. Riteniamo che i verbali che saranno pubblicati in serata non dovrebbero modificare le aspettative sulla prossima politica monetaria della FED che si sono create dopo l’audizione del nuovo governatore Janet Yellen dinanzi alla Commissione sui Servizi Finanziari del Congresso USA. Un elemento interessante sarà valutare come si sono espressi i nuovi membri votanti del FOMC ovvero i governatori delle FED statali, soprattutto i due falchi Richard Fisher (Presidente della FED di Dallas) e Charles Plosser (Presidente della FED di Philadelphia).

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Intanto i dati macroeconomici statunitensi continuano a deludere (oggi settore immobiliare). Domani attendiamo le cifre sui sussidi di disoccupazione e sull’inflazione. L’appuntamento più importante rimane comunque quello del 7 marzo quando saranno annunciati i dati di febbraio sui non farm payrolls (creazione di posti di lavoro). Crediamo infatti che un debole dato sui non farm payrolls (inferiore a 100 mila impieghi) dopo i deludenti dati di dicembre 2013 e gennaio 2014 (rispettivamente +75k e +113k) convincerebbe la Yellen a fare una pausa nel processo di tapering in modo da sostenere proprio la ripresa del mondo del lavoro.

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Tornano le tensioni su alcuni paesi emergenti dopo l’intensificarsi delle crisi in Thailandia e Ucraina. Abbiamo tenuto soprattutto sotto controllo il cambio dollaro/rublo (USDRUB) che ha toccato nuovi massimi degli ultimi 5 anni (in settimana il cambio si è apprezzato del 2%). Chiaramente i disordini a Kiev stanno aumentando le tensioni sulla valuta di Mosca per le potenziali perdite economiche nel caso di un nuovo governo filo-occidentale. Il numero uno della CBR (Central Bank of Russian Federation), Elvira Nabiullina, sta continuando a innalzare di svariati kopecks (100 kopecks = 1 rublo) le bande di oscillazione del rublo contro il basket euro/dollaro (ovvero il paniere che comprende i cambi USDRUB-EURRUB) per impedire un uso massiccio di riserve di valuta estera per difendere la valuta. Ricordiamo comunque come la Russia disponga di elevate riserve di dollari e euro ed è quindi meno fragile rispetto ad altri paesi emergenti in difficoltà.

 

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