L’economia italiana sta cercando di risollevare la china, ma i dati non sono soddisfacenti. Durante il primo trimestre dell’anno il Pil ha fatto registrare una crescita pari allo 0,3% in confronto al trimestre precedente e dell’1% nei confronti del primo trimestre dello scorso anno.
Inoltre, la variazione acquisita per il 2016 è pari al +0,6%: questa è la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.
In soldoni, l’Italia è a metà strada per raggiungere l’obiettivo fissato dal governo che per fine anno si aspetta una progressione dell’1,2%. Nei primi tre mesi dell’anno, dunque, il Pil ha accelerato in confronto alla fine del 2015 quando l’ultimo trimestre si era chiuso con un +0,2%. Sarà una strada lunga e tortuosa.
Così, a riguardo, l’Istat:
L’aumento congiunturale del Pil nel primo trimestre 2016 è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei settori dell’industria e dei servizi presi nel loro complesso e di un calo in quello dell’agricoltura. Dal lato della domanda, dunque, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta.
D’altro canto, presentando i numeri delle stime della Commissione europea, pochi giorni fa, il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, aveva dichiarato che la crescita italiana dei prossimi anni è affidata principalmente alla domanda interna. Nel capitolo del documento Ue riservato alla Penisola, si aggiunge che “la bassa inflazione, l’occupazione in crescita e i tagli alle tasse” sono elementi di supporto al potere d’acquisto delle famiglie e da lì ai consumi privati. Secondo la Ue, tuttavia, la crescita si fermerà all’1,1%.