La Cgia di Mestre lancia l’allarme tramite il suo segretario Giuseppe Bortolussi. Nel prossimo anno, per quanto concerne il pagamento delle tasse, i contribuenti potrebbero trovarsi a pagare 16 miliardi di euro in più in virtù dello scattare dell’aumento dell’Iva e del taglio delle deduzioni e delle detrazioni fiscali.
Nello specifico, oltre a dover trovare nel 2015 le risorse al fine di rimborsare i pensionati (si parla di un importo minimo che oscilla tra i 2,5 e i 3 miliardi) e per contrastare l’eventuale bocciatura da parte dell’Ue dei nuovi regimi di fatturazione (split payment ed estensione del reverse charge alla grande distribuzione, che ci costringerebbero ad un aumento delle entrate pari a 1,7 miliardi), l’esecutivo Renzi – secondo l’associazione mestrina – dovrà individuare altri 16 miliardi di euro nel taglio della spesa. In caso contrario, dal 2016 scatterà la clausola di salvaguardia che innalzerà le aliquote Iva e ridurrà le detrazioni/agevolazioni fiscali in capo ai contribuenti italiani, con un conseguente aumento delle imposte per questi ultimi.
Il Governo ipotizza una ripresa economica superiore a quella prevista nel Def con un conseguente incremento delle entrate fiscali, una contrazione dei tassi di interesse che dovrebbe ridurre il costo del debito pubblico e un rilevante apporto di gettito dal rientro dei capitali illecitamente esportati all’estero. Tuttavia se queste ipotesi non si dovessero verificare, vi sarebbero effetti negativi su famiglie e imprese”.
Gli impegni assunti con la legge di Stabilità 2015, comunque, non terminano qui. Nel 2017 la clausola di salvaguardia sfiorerà i 25,5 miliardi e nel 2018 l’importo salirà a 28,2 miliardi di euro. Con l’Ue sono stati presi degli impegni per rispettare i vincoli di bilancio che non sarà facile onorare senza mettere mano nelle tasche dei contribuenti.