La storia delle liti fiscali pendenti non è certo una novità visto che tutto, almeno a livello normativo, è iniziato nel 2011. Nell’articolo numero 39 del Decreto Legge numero 98 del 2011, è stato stabilito che tutte le controversie fiscali che non superavano il valore di 20 mila euro, potessero essere chiuse con il pagamento di una somma percentuale inferiore alla “multa” stabilita.
Una specie di “condono” che in effetti ha avuto una ricaduta pratica molto importante, riportando nelle casse dello stato ben 173 milioni di euro.
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L’attività di liquidazione delle domande di definizione delle liti fiscali minori pendenti, comprendeva il pagamento di una percentuale diversa della somma dovuta, in base allo stato del giudizio e in base alla pretesa in contestazione. L’impegno profuso dall’Agenzia delle Entrate è stato enorme poiché sotto l’esame dell’Erario ci sono finite ben 130 mila domande.
In seguito al primo controllo sono risultate regolari soltanto 119 mila istanze di cui 4500 pendenti in corte di Cassazione, 77.000 pendenti in Commissione tributaria provinciale, 33.000 pendenti in Commissione tributaria regionale e 4.500 pendenti in Commissione tributaria centrale.
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A livello geografico l’Erario ha riportato che la Regione con il più alto numero di contenziosi aperti da esaminare è stata la Sicilia, seguita dalla Campania, dal Lazio e dalla Lombardia. Per le 11 mila domande scartate è stata inviata la motivazione dello scarto ai richiedenti.