La Spagna e la Germania si sono dimostrate delle brave scolare mentre, all’inverso, sia la francia che l’Italia hanno fatto registrare una ripresa molto debole dal 2013 ad oggi. Complice della debolezza della ripresa è stata la crisi finanziaria che ha distrutto moltissimi impieghi della zona euro.
Le Figaro, il quotidiano francese, offre sempre prospettive ficcanti e impertinenti sui temi economici di maggiore spicco. Ha offerto uno sguardo diverso sui nuovi rapporti commerciali che ci saranno tra Iran e Usa e poi ha preso ad analizzare il mercato del lavoro europeo.
> Un’altra prospettiva sui prossimi rapporti commerciali USA-Iran
La magra conclusione è che se anche c’è una ripresa che interessa l’Europa, a questo slancio non hanno certo contribuito la Francia e l’Italia. I dati parlano chiaro: tra il 2008 e il 2013 sono stati soppressi circa 5,5 milioni di posti di lavoro. Adesso dopo 5 anni di crisi costante, circa 2,2 milioni di posti di lavoro sono stati ricreati nella zona euro. La ripresa è inizia nel 2013, o almeno così dice il rapporto economico mensile della BCE.
In generale la percentuale di disoccupati della zona euro è diminuita portandosi ai livelli più bassi dal gennaio 2012 ad oggi. A guidare la ricostruzione del tessuto lavorativo ci sono la Spagna e la Germania. La Spagna è uno dei paesi toccati più duramente dalla crisi ma è anche uno dei paesi che ha saputo ricreare il maggior numero di posti di lavoro. Il merito di questo traguardo deve essere attribuito alle riforme avviate nel periodo di massima recessione.
La parte del traino della locomotiva europea è interpretato comunque ancora dalla Germania che soltanto nell’anno passato è riuscita a creare 592.000 nuovi posti di lavoro. E la Francia? Secondo le Figaro è stato 4 volte meno performante della Spagna e questo la dice lunga sulle prospettive lavorative cisalpine.