L’anno che si concluderà tra poco più di due mesi è stato pessimo per l’Emilia Romagna. La Regione terminerà, in base alle stime, il 2014 con una crescita economica pari a zero. Nei mesi, le stime di crescita sono crollate sempre di più. Con ogni probabilità, bisognerà attendere il 2015 per auspicare una crescita. Sono questi i risultati di uno studio congiunturale del secondo trimestre del 2014, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Confindustria regionale e Intesa Sanpaolo. Nel periodo tenuto in considerazione, il fatturato ha fatto registrare quote al ribasso dello 0,9% in confronto allo stesso periodo del 2013. L’unico dato positivo proviene dal mercato estero, in cui è stato fatto segnare un aumento delle esportazioni del 4,5%.
Precipita invece il comparto delle costruzioni, e non è una novità dal momento che è quello più colpito dalla crisi. Tengono botta alla fine del primo semestre 2014 l’agroalimentare (+0,9%) e la meccanica (+1,3%). Tuttavia esce pesantemente ridimensionata la tenuta del settore moda (-2,7%). Nessun miglioramento in relazione al fronte occupazione e, secondo i risultati dell’analisi congiunturale sull’andamento dell’economia regionale portata avanti da Confindustria e Unioncamere, il Prodotto interno lordo dell’Emilia-Romagna si aggirerà sul +0% a fine anno. Invece la crescita prevista per il 2015 è appena dello 0,1%. Il parere di esperti e addetti ai lavori:
L’economia ristagna e non ha trovato lo slancio che ci aspettavamo. L’unica soluzione per incentivare le imprese che ancora non lo fanno ad aggredire il mercato internazionale è convincerle a fare rete. Elemento fondamentale, questo, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni che faticano maggiormente ad immettersi sul mercato estero. Per quanto riguarda il credito la situazione rimane di stallo, ma confidiamo torni in positivo per far ripartire gli investimenti di imprese e famiglie.