“Non c’è alcun conflitto di interessi” per il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi sul caso del salvataggio della Banca Etruria. L’Antitrust ha spiegato tutto rispondendo al deputato del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista che ha chiesto un chiarimento in materia.
Le agenzie stampa riportano i riferimenti di legge messi in campo dall’Authority
“In forza della legge Frattini del 2004 sui conflitti di interesse” riferiscono fonti dell’Autorità garante della concorrenza ha accertato che il ministro non ha partecipato alle riunioni del Cdm di approvazione dei provvedimenti: In particolare la Boschi non era presente il 20 gennaio 2015, l’11 novembre 2015 con il decreto Salva-banche e neanche il 16 novembre con il decreto legislativo numero 180. L’assenza della Boschi è stata inoltre confermata anche nelle riunioni del 6 e del 13 novembre, quindi non poteva avere nessuna “incidenza specifica e preferenziale” sul patrimonio sul patrimonio del titolare, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado, ovvero delle imprese o società da essi controllate, e dunque “nessun danno per l’interesse pubblico”.
Inoltre sul fronte delle attività patrimoniali della Boschi e dei suoi familiari, l’Antitrust segnala che il ministro ha compilato correttamente la dichiarazione nella quale non risulta il possesso di azioni bancarie della Banca Etruria, anche se il questionario impone l’obbligo di dichiarare il possesso di azioni solo sopra i 50 mila euro. Questo è quanto spiegato dalle Autorità.