31 mila aziende chiuse solo nel primo trimestre 2013

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 Il 2013 è iniziato in modo tragico per le imprese italiane. Secondo quanto riportato dai dati diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, le imprese italiane che hanno chiuso nei primi tre mesi del 2013 sono state ben 31 mila. Un numero del genere non si vedeva dal 2004 e neanche nel 2009, l’anno da tutti considerato come il più duro della crisi, c’è stata una tale ecatombe.
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Il bilancio tra aperture e chiusure delle imprese italiane è negativo, per la precisione è di -31.351 unità, dato dalla diminuzione delle iscrizioni rispetto ai primi tre mesi del 2012 (118.618 contro 120.278) e dall’aumento delle cessazioni riferito allo stesso periodo dello scorso anno (149.696 contro 146.368).

Non si può continuare ad ignorare questo fatto. Le imprese sono il tessuto economico del paese e questo saldo così negativo è molto di più di un campanello di allarme. E’ necessario mettere in atto dei provvedimenti ad hoc che permettano alle imprese di sopravvivere e di continuare a produrre, come spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, e cercare una soluzione immediata che vada oltre lo stallo politico creatosi dopo le elezioni.

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I più penalizzati di questa strage di imprese sono gli artigiani: sono 21.185 le imprese artigiane che hanno chiuso i battenti dall’inizio dell’anno, i due terzi del totale, con una maggiore concentrazione nelle regioni del centro della penisola.

 

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