Il bilancio tra aperture e chiusure delle imprese italiane è negativo, per la precisione è di -31.351 unità, dato dalla diminuzione delle iscrizioni rispetto ai primi tre mesi del 2012 (118.618 contro 120.278) e dall’aumento delle cessazioni riferito allo stesso periodo dello scorso anno (149.696 contro 146.368).
Non si può continuare ad ignorare questo fatto. Le imprese sono il tessuto economico del paese e questo saldo così negativo è molto di più di un campanello di allarme. E’ necessario mettere in atto dei provvedimenti ad hoc che permettano alle imprese di sopravvivere e di continuare a produrre, come spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, e cercare una soluzione immediata che vada oltre lo stallo politico creatosi dopo le elezioni.
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I più penalizzati di questa strage di imprese sono gli artigiani: sono 21.185 le imprese artigiane che hanno chiuso i battenti dall’inizio dell’anno, i due terzi del totale, con una maggiore concentrazione nelle regioni del centro della penisola.