La riforma Fornero ha cambiato, e continuerà a cambiare, la situazione pensionistica degli italiani. Ciò che per ora si sa di certo è che, per il secondo anno consecutivo, la rivalutazione del rateo non sarà ad appannaggio di quelle pensioni che superano di tre volte l’importo minimo (le pensioni minime passeranno da 481 euro a 495,43).
Secondo un recente studio dello Spi-Cgil saranno sei milioni i pensionati che non godranno della rivalutazione, ciò tutti coloro che hanno un reddito pensionistico mensile di almeno 1.217 euro netti (1.486 euro lordi). Con questo secondo anno di blocco della rivalutazione, questa categoria di pensionati, perderà 776 euro, dopo che già durante lo scorso anno ha subito una perdita di 363 euro. I pochi che godono di una pensione più alta, ad esempio di 1.576 euro netti (2.000 lordi), subirà una perdita totale di 1.498 euro in due anni (478 euro nel 2012 e 1.020 nel 2013).
Carla Cantone, segretario generale dello Spi-Cgil, ha parlato di un accanimento del governo sulla categoria dei pensionati che, anche se sulla carta hanno un buon reddito pensionistico, non possono certo essere considerati come una categoria di privilegiati,
è per questo che per noi la cosiddetta Agenda Monti non può di certo essere la ricetta giusta per la crescita e lo sviluppo del Paese.