Abi alle prese con crediti deteriorati, sofferenze bancarie e agenzie di rating

Home > Investimenti > Abi alle prese con crediti deteriorati, sofferenze bancarie e agenzie di rating

Il problema dei crediti deteriorati non è da sottovalutare. Secondo il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, servono misure che porteranno a una riduzione dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche.


Le banche italiane hanno sopportato negli ultimi anni i costi inflitti dalla crisi in termini di incremento dei casi di insolvenza che si sono tradotti in un forte aumento dei crediti deteriorati. Oggi i crediti in sofferenza rilevanti, ovvero non ancora rettificati, sono pari a 89 miliardi di euro, il 4,6% degli impieghi. Di questi, una quota superiore al 50% è già stata spesata a conto economico, tempo per tempo, attraverso le rettifiche.

Sarebbe in ogni caso “utile” introdurre “interventi” nel decreto banche all’esame della Camera per “rendere più efficaci ed efficienti nonché meno costose le procedure esecutive, contribuendo in tal modo in maniera decisiva al decollo del mercato dei crediti deteriorati”, ha aggiunto Sabatini.

Numerosi studi empirici hanno, infatti, messi in luce come la riduzione dei tempi di recupero dei crediti possa avere importanti effetti positivi sulla valutazione dei portafogli deteriorati e dunque contribuire a ridurre la distanza tra valori di bilancio e quotazioni offerte dal mercato. “Nostre stime”, ha riferito, “indicano che, nel complesso, per ogni anno di riduzione dei tempi di recupero delle garanzie lo scarto tra prezzo di offerta e prezzo di domanda si ridurrebbe di circa il 10%”.

Malgrado le rassicurazioni arrivate dall’Abi sui crediti deteriorati in pancia alle banche italiane, il Fmi e Fitch continuano a girare il dito nella piaga. Per David Lipton, numero due del Fondo monetario internazionale, la debole ripresa mondiale si sta verificando in un contesto caratterizzato da strascichi ancora irrisolti dell’ultima crisi finanziaria e dall’emergere di nuovi rischi. E tra gli esempi dell’eredità del 2008 Lipton ha citato in Europa i bilanci nel settore pubblico e privato che restano “altamente a debito” e, appunto, i crediti deteriorati “alti”.

Lascia un commento