Il nuovo sistema retributivo della Fiat, che contempla la partecipazione dei dipendenti agli utili dell’azienda, divide i sindacati.
L’annuncio di Marchionne “cancella il ruolo del sindacato riducendolo a spettatore notarile” e “finge una partecipazione dei lavoratori ai destini aziendali su cui invece non hanno alcuna possibilità di parola”. E’ la dura reazione del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, dopo la presentazione del nuovo sistema retributivo comunicato dall’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. E di una “notizia costruita sul nulla” parla il segretario della Cgil,Susanna Camusso.
D’altra parte, però, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri, sposano la linea di Marchionne e sottoscrivono un verbale d’intesa per l’adozione del nuovo sistema retributivo. Un annuncio che l’azienda accoglie facendo notare che la rapidità dell’intesa dimostra “la bontà di quanto proposto” e “la qualità dei rapporti con i sindacati firmatari che hanno seguito questo percorso”. I prossimi 6 e 13 maggio si aggiornerà la trattativa ripresa oggi; ma fin dal verbale odierno si legge che il nuovo sistema “si inquadra nel processo di modernizzazione delle relazioni industriali intraprese dalle parti con la sottoscrizione del Contratto collettivo nel 2011 e prevede il pieno coinvolgimento delle persone di Fca nel perseguimento e raggiungimento degli obiettivi del Piano industriale dell’Azienda”.
Il salario dei lavoratori di Fca “sarà completamente variabile” e ogni variazione sarà decisa “unilateralmente dall’azienda sulla base di parametri che non si conoscono se non per titoli molto generici”, sostiene invece Landini che ora vuole un incontro con l’azienda. “Le organizzazioni sindacali presenti hanno preso atto, inaugurando un sistema di relazioni effettivamente ‘rivoluzionario’ – ironizzano lo stesso Landini e il coordinatore auto Michele De Palma – in cui l’azienda decide unilateralmente e i sindacati compiacenti aderiscono alla proposta”