Un tavolo per le trattative tra industriali e sindacati, durante i primi giorni del mese prossimo, nel quadro degli interventi sulla flessibilità in uscita e sul trattamento pensionistico decisi dal Ministro del Lavoro Poletti e dai segretari di Cgil, Cisl e Uil.
Paradossalmente, un concreto supporto alle pensioni potrebbe giungere da Confindustria. Dal 2017 scomparirà la mobilità. E dunque che fine farà lo 0,30% versato per finanziarla dalle imprese industriali e dalle grandi aziende? L’idea è di farlo confluire nell’Ape, offrendo almeno un ausilio a una delle tre categorie interessate al prestito per anticipare la pensione di tre anni. Ovvero gli “esuberi”, le vittime dei processi di ristrutturazione (le altre due sono gli esodati, senza lavoro né pensione, e i volontari, la nonna che vuole stare col nipotino).
Se ne riparlerà pertanto il primo settembre al tavolo tra industriali e sindacati. Se si trovasse un’intesa, le risorse per l’Ape raddoppierebbero. Perché lo 0,30% vale altri 600 milioni. Estendere la quattordicesima sarebbe un bel colpo, a poche settimane dal referendum: un milione e mezzo di pensionati in più con 400 euro extra in media all’anno. Costo: 600 milioni. Fattibile il bonus ai precoci (4-6 mesi di contributi regalati per ogni anno lavorato da minorenni). Così come la ricongiunzione gratuita per chi ha versato ad enti previdenziali diversi. E il congelamento dell’aspettativa di vita nel calcolo della pensione degli usuranti.
Notizie positive potrebbero infine arrivare a settembre anche sul fronte del lavoro. Il governo considera possibile allungare la Naspi per i lavoratori delle nove aree di crisi industriali del Paese.