Sono circa 2,4 milioni le famiglie italiane che, durante l’ultimo anno, non disponevano di danaro sufficiente a comprare il cibo necessario.
Sono un milione in più rispetto al 2007, vale a dire che l’incremento è stato di quasi l’85% (84,8%) dall’inizio della crisi, e rappresentano il 9,2% del totale delle famiglie del Paese. E’ quanto emerge dalla ricerca del Censis ‘Gli italiani e il cibo. Rapporto su un’eccellenza da condividere’ realizzata per il Padiglione Italia di Expo 2015.
La ricerca coglie sia gli aspetti ‘positivi’ della presenza del cibo in Italia, sia la fatica data dalle difficoltà economiche di molte famiglie, afflitte dalla pesantezza della recente crisi.
Un popolo di appassionati, intenditori e veri esperti. “Il cibo italiano vince nel mondo perché esiste uno specifico modello italiano, quotidiano, minuto, di massa, virale, di rapportarsi all’alimentazione”, dice il Censis. “Sono 29,4 milioni gli italiani che si definiscono appassionati, ovvero persone a cui piace informarsi e parlare di cibo; 12,6 milioni si ritengono intenditori, capaci di discutere con buone nozioni su preparazioni, ricette e tradizioni; 4,1 milioni si considerano veri esperti. E sono 19,7 milioni gli italiani appassionati di vino, 7,2 milioni gli intenditori e 1,9 milioni gli esperti. L’enogastronomia è il nostro grande tema nazionale, pervasivo sul piano sociale, una componente fondamentale dello stile di vita, della cultura e dell’identità italica”.
Il peso della crisi economica. In questo quadro, emerge che sono 2,4 milioni le famiglie italiane (il 9,2% del totale) che però nell’ultimo anno non hanno avuto i soldi sufficienti per comprare il cibo necessario. Sono un milione in più rispetto al 2007, c’è stato cioè un aumento dell’84,8%. Puglia (16,1%), Campania (14,2%) e Sicilia (13,3%) sono le tre regioni con la quota percentuale più alta di famiglie che vivono in condizione di disagio alimentare.