Adesso anche la Francia indaga su Volkswagen

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Sempre più autorità lavorano allo scandalo delle emissioni diesel truccate da Volkswagen: si muovono anche Italia e Francia.

Nel Belpaese, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha scelto di avviare un procedimento istruttorio, anche a seguito di varie segnalazioni ricevute da parte di associazioni di consumatori, nei confronti della società tedesca e della sua filiale che opera nella distribuzione di autoveicoli del gruppo in Italia.

L’ipotesi istruttoria dell’Antitrust concerne “la configurabilità di una pratica commerciale scorretta in relazione alla nota vicenda relativa alla commercializzazione di autoveicoli e mezzi commerciali con caratteristiche qualitative e classe di emissione inquinante che sarebbero, nella realtà, inferiori ai valori dichiarati”.

Il Garante vuole chiarire se i consumatori possano “essere stati indotti in errore nelle loro scelte d’acquisto dai claims utilizzati da Volkswagen su emissioni e classe di omologazione all’interno delle proprie campagne pubblicitarie e nei depliants informativi distribuiti dai concessionari e rivenditori”. In Francia, invece, scendere in campo è stata direttamente la Procura di Parigi: l’inchiesta è stata affidata all’ufficio che si occupa di frodi aggravate. Nei giorni scorsi Volkswagen aveva fatto sapere che le auto dotate del dispositivo per manipolare le emissioni in Francia sono 948.064 e includono tutti i marchi: Volkswagen (574.259 unità), Seat (93.388), Audi (189.322) e Skoda (66,572), oltre che i veicoli commerciali (24.523). Chi si è rivolto alla magistratura, in particolare a ben dieci Procure, in Italia è stata l’Adusbef con Federconsumatori, ma per ora le indagini rimangono una richiesta.

La Svizzera ha intanto ordinato il blocco su importazioni e immatricolazioni di tutti i veicoli del gruppo tedesco con le motorizzazioni diesel al centro dello scandalo sulle alterazioni ai gas di scarico (1.2 Tdi, 1.6 Tdi e 2.0 Tdi Euro 5 prodotti tra il 2009 e il 2014).

 

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