La connessione tra l’app Uber e la Cina sembra essere andata a buon fine: la società dei tassisti fai-da-te, che ha raccolto grandi contestazioni regolamentari in giro per il globo, è vicina ad assicurarsi un finanziamento da 1 miliardo nell’economia asiatica.
Malgrado la fase di grande incertezza sui mercati azionari, la società americana pare aver convinto i principali investitori cinesi a puntare sul suo futuro.
Stando a quanto ha scritto il Wall Street Journal, Uber Technologies, la divisione cinese della applicazione americana per prenotare auto, è vicino alla chiusura di una raccolta di finanziamenti da 1 miliardo di dollari che saranno usati per ampliare il servizio nel paese asiatico. Tra i gruppi che hanno investito denaro nella startup c’è Hillhouse Capital, il più grande hedge fund asiatico, e ancora il colosso internet Baidu.
La notizia viene interpretata come un segnale molto importante per il gruppo di San Francisco. Gli investitori cinesi infatti scommettono su Uber nonostante il settore delle app per prenotare auto sia molto competitivo e già saturo all’interno del Paese. Ancora il quotidiano finaziaro newyorkese annota che questo finanziamento porta il valore di Uber China a 7,5 miliardi di dollari. Invece Uber, nel complesso, ha un valore stimato di 50 miliardi di dollari e presto potrebbe decidere di quotarsi in borsa a New York.
Ma la mossa dei californiani dice molto sulla strategia per conquistare il secondo mercato dopo gli Stati Uniti, che l’amministratore delegato Travis Kalanick aveva definito “la nostra principale priorità a livello globale”. Raccogliendo finanziamenti da investitori cinesi infatti, Uber spera di conquistare il sostegno del governo che storicamente ha contrastato l’espansione nel Paese di aziende tecnologiche americane. Il principale avversario di Uber nel paese asiatico è Didi Kuaidi – sostenuta dalle cinesi Alibaba e Tencent – che ha appena raccolto 2 miliardi di dollari e ora avrebbe un valore di 15 miliardi, esattamente il doppio di Uber China.