Rispetto al 2012 si registra un nuovo calo nei canoni di affitto con una media del 4,5%,.
I più consistenti sono stati registrati a Trieste (-11,8%), Campobasso (-8,2%), Genova (-8,1)% e Torino (-7,4%). Sono scesi in misura superiore alla media nazionale anche a Palermo (-7,3%), Ancona (-6,7%) e Potenza (-6,4%) mentre sono stati più modesti i cali a Trento (-1,1%), Bologna (-1,4%), Cagliari (-1,5%), Venezia (-2,1%) e Bari (-2,2%).
>I prezzi degli immobili sono ciclici ma si possono calcolare
Ne hanno risentito tutte le tipologie di immobili , con bilocali (-4,7%) un pò sopra la media nazionale, trilocali (-4,5%) e quadrilocali in linea (-4,4%), e monolocali che hanno tenuto meglio (-4,3%) degli altri.
Il prezzo medio di locazione nelle città capoluogo nel 2013 è di 516 euro, che salgono a 558 se l’appartamento è ammobiliato e a 569 se l’abitazione è dotata di garage.
>L’epilogo della cedolare secca
Gli affitti più alti sono ancora una volta quelli di Roma, con un canone medio di 875 euro e Milano con 838 euro.
Rispetto al 2012, nel 2013 è aumentato notevolmente il numero di nuovi contratti stipulati sfruttando la tassazione della “cedolare secca”, scelta dal 64% dei proprietari contro un 36% che continua a rifarsi alla tassazione tradizionale con il regime irpef. La cedolare secca ha riscosso maggior successo nelle regioni del Centro (69%), seguite da quelle del Nord Ovest (65%) e del Sud (63%). Non ha preso molto piede nel Nord Est (57%).
Si opta per la cedolare secca o per il vecchio regime a seconda del maggiore o minore utilizzo dei contratti a canone concordato. nel Nord Est il regime Irpef viene ritenuto conveniente.