Agenzia di rating Dbrs promuove la ripresa italiana

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L’Italia attende il giudizio del rating sovrano da parte dell’agenzia Dbrs, che dovrà aggiornare la propria valutazione. La deciione dipenderà dal grado di implementazione delle riforme in programma da parte del Governo Renzi.

Quest’intenzione è stata comunicata da Giacomo Barisone, responsabile del rating sovrano italiano, che è intervenuto nella conferenza dedicata all’Italia da parte dell’Agenzia e tenutasi a Milano in giornata:

Nei prossimi sei mesi sicuramente Dbrs aggiornerà la propria valutazione sul rating sovrano italiano, traendo le conclusioni sull’evoluzione della situazione. Molto dipenderà se le molte riforme annunciate dal governo andranno in porto. Occorre sottolineare che l’opzione sarà verosimilmente tra una stabilizzazione dell’outlook e un downgrade. Dbrs ha attualmente un rating A (low) con outlook negativo sull’Italia, unica agenzia tra le quattro seguite dalla Bce a conservare una valutazione in area ‘A’, preservando i titoli di Stato del paese da un peggioramento della loro valutazione come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento a Francoforte. Il prossimo pronunciamento di Dbrs è previsto nel 2015. Il calendario dei pronunciamenti per l’anno prossimo verrà fornito dall’Esma in dicembre. Il governo deve approfittare della calma che c’è ancora sui mercati per portare a termine alcune riforme in maniera convincente; se questo riuscirà si capirà nei prossimi sei mesi” afferma l’analista, ribadendo la necessità di intervenire per il rilancio della bassa produttività e della bassa crescita potenziale dell’Italia.

Dbrs stima nello specifico una contrazione del Prodotto interno lordo italiano dello 0,4% quest’anno e una crescita dello 0,5% nel 2015:

Riconosciamo che con l’ultima finanziaria, la cui portata espansiva è stata comunque già ridotta dall’Ue, il governo fa uno sforzo per ridare fiducia all’economia e affrontare in maniera più sistematica i problemi, dati i vincoli esistenti. Anche il Jobs Act è positivo, mira a ridurre il dualismo del mercato del lavoro, ma resta il problema cronico dell’implementazione, speriamo in un’accelerazione

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